Tenuta Frassitelli per i 40 anni della doc
Ischia, insieme al Cilento, è il territorio campano che più di ogni altro ha conservato la sua radice culturale greca. Basta essere appassionati di vino per sentirsi immediatamente collegati alla costa jonica calabrese o all’Eubea da dove arrivarono i fondatori della prima colonia del Mediterraneo Occidentale. Come le Langhe e il Chianti, per l’800 e gran parte del secolo scorso i suoi contadini si sono specializzati nella viticoltura puntando alla quantità ma restando in qualche modo tipici aiutati dal loro essere isolani, dunque un po’ autoreferenziali. Una cultura vera, di cui restano tracce evidenti nei numerosi studi di esperti impegnati su questo territorio come in nessuna altra parte del Centro-Sud e nell’essere la doc arrivata a 40 anni, la seconda più antica d’Italia. Dopo l’anteprima di ieri con Mario Busso, uno dei curatori della guida del Touring Vini Buoni d’Italia, si festeggia la doc con la settima edizione di VinIschia organizzata sul lungomare Aragonese a Ischia Ponte dal presidente dell’Ais Marco Starace, in programma da oggi sino a domenica quando inizierà il congresso nazionale di Assoenologi. Degustazioni, incontri, dibattiti, ancora una volta l’isola si propone come vetrina d’eccellenza della viticoltura e delle migliori produzioni della filiera agrolimentare campana (www.vinischia.it). Una buona occasione per bere il Tenuta Frassitelli 2005 che, con la Falanghina di Mustilli, il Taurasi di Mastroberardino, l’Aglianico del Taburno di Ocone e il Solopaca Vigna Bacalàt di Nicola Venditti, costituisce uno dei Propilei della moderna viticoltura campana. Anche questa annata, abbastanza dolce sulle coste popolate un tempo dai coloni greci visti i buoni risultati della Falanghina dei Campi Flegrei, si presenta ricca, autorevole, ma soprattutto fine ed elegante secondo l’impronta che Andrea D’Ambra ha sempre dato ai suoi vini. Già, perché la qualità principale di un bicchiere resta quella di essere immediatamente riconoscibile e tipica, conservando evidenti le tracce del territorio che lo esprime e le uve con cui è stato lavorato. Proprio per questo motivo vini antichi, cioé considerati superati da molti esponenti della critica enologica alla fine degli anni ’90, stanno mostrando la loro modernità proprio in questo periodo in cui la crisi di mercato ha sforbiciato molti rossi e bianchi copiati con lo stile australiano. Il Tenuta Frassitelli, grande Biancolella, lo beviamo sulle ricciole al limone preparate da Enzo Politelli alla Terrazza Calabritto a Napoli o, perché no, sulle preparazioni di ortaggi e verdure di Lina Martone al Megaron di Paternopoli.