Tenuta Castelbuono: verticale di cinque annate di Carapace
di Antonio Di Spirito
Incastonato e ben integrato nella natura, è difficile scorgere da lontano il Carapace; si può vedere solo da alcuni punti della Strada Provinciale; lungo la strada sterrata non si vede la struttura ed è forte la sensazione di essersi persi; ti accorgi di essere arrivato quando sei vicino ad un immenso dardo rosso conficcato nel terreno.
Negli ultimi 10 anni (la mia prima visita l’ho effettuata ad ottobre 2012) ho visitato più volte Tenuta Castelbuono. Allora, e solo in certi momenti delle giornate assolate, si poteva scorgere da lontano il Carapace, perché si era facilitati dal luccichio del sole sul rame. Oggi non luccica più; con il tempo e le intemperie, il color rame brillante è diventato testa di moro.
Ma il fascino è sempre lo stesso!
Oltre al fascino, trovi sempre la stessa accoglienza cordiale e la stessa filosofia a governo della tenuta e della produzione: la qualità. I vini sono cambiati di molto! Oggi sono meno materici e più pronti alla beva.
Vanno, comunque, ricordati due aspetti:
1- Lo stile di produzione del Sagrantino è cambiato negli ultimi 2 lustri; siamo passati da un vino denso, cremoso e molto tannico, ad un vino meno corposo, dal sorso molto più scorrevole, con tannini dolci e maturi.
2- Circa 5 anni fa è cambiato il consulente enologo; Luca D’Attoma ha sicuramente accelerato il processo evolutivo verso uno stile “alleggerito” e più elegante.
Durante l’ultima anteprima ho partecipato ad una degustazione molto ristretta di cinque annate, a coprire il periodo che va dal 2004 al 2018: il periodo più significativo per il cambiamento stilistico del Sagrantino, senza per nulla perdere le caratteristiche peculiari del vitigno, né personalità.
Montefalco Sagrantino 2004
Intense note di frutta nera: more, mirtilli ed amarene; poi, note balsamiche ed appena mentolate; tannini intensi, asciutti, ma dolci; la speziatura e la freschezza ristabiliscono l’equilibrio del sorso pieno, che rimane comunque scorrevole. Ha fatto un po’ di deposito dovuto alla giovinezza delle viti; ha perso appena un po’ di colore, non è propriamente cupo, ma si apprezza la gran stoffa.
Carapace 2008
Il colore è intenso e cupo; al naso offre profumi di frutta sciroppata composta da more, mirtilli e prugne; poi, note balsamiche ed uno sbuffo di caffè; il sorso saporito, comunque su sapori dolci, i tannini sono soffici e setosi; è asciutto, fresco, speziato e scorrevole. L’alcool è ben integrato nella materia.
Carapace 2012
Austero e poco espressivo al naso, comunque si colgono note di frutta rossa e nera ed anche uno spruzzo di arancia sanguinella e qualche nota di liquirizia; tannini ancora giovani ed asciutti; notevole l’acidità in un sorso denso, succoso e pieno di sapori fruttati; spezie fini in chiusura.
Carapace 2016
Il colore è intenso e cupo sino all’unghia. Olfattiva di grande equilibrio: si apprezza frutta nera e rossa, note balsamiche, foglia di lauro e qualche refolo di cioccolato; sorso aggraziato e giovane con tannino ancora molto intenso, ma dolce, scorrevole, meno materico delle annate precedenti.
Carapace 2018
E’ l’anteprima; imbottigliato da pochi giorni. Il colore è compatto e cupo; emana profumi di mirtilli e more, ma anche floreali di viola e note balsamiche; il sorso è saporito e speziato, tannino ancora polveroso, ma dolce; acidità e speziatura ricompongono un sorso non materico, scorrevole, equilibrato; di grande prospettiva e di buona eleganza.