Tempranillo di Toscana: dieci annate al bistrot di Aimo e Nadia a Nilano
di Marina Betto
Leonardo Beconcini e sua moglie Eva scelgono Il BistRo Aimo e Nadia a Milano per presentare una interessante verticale di Tempranillo. Leonardo è un viticoltore toscano ma avete letto bene perché è proprio il vitigno spagnolo il più amato da Leonardo che si è ritrovato a coltivare nella sua terra senza sapere bene chi ce lo avesse portato dalla Rioja. Nel vigneto a San Miniato ( PI) passava la via Francigena che portava a Roma e probabilmente è stato un pellegrino a lasciare questa differente bacca in terra toscana, non si spiega altrimenti la presenza di questa insolita uva per questo territorio.
I vigneti ricchissimi di fossili marini ci ricordano che qui prima c’era il mare, ora il terreno argilloso permette alle piante di non soffrire la mancanza di acqua e di prosperare cedendo all’uva una grande sapidità prima caratteristica dei vini Beconcini. Il vigneto di Tempranillo è prefillossera e negli anni è aumentato tanto da elargire uva per due vini differenti il Vigna alle Nicchie e Ixe espressione dialettale toscana per indicare una vigna x.
Le viti con cui si fa Ixe sono molto più giovani, hanno infatti una quindicina di anni e derivano da una selezione massale. Il 90 % della fermentazione avviene in vasche di cemento per quasi 45 giorni con lieviti indigeni, il Vigna alle Nicchie viene prodotto facendo fare alle uve un leggero appassimento, l’affinamento avviene in barrique e tonneau. Il bistrot meneghino Aimo e Nadia unisce cucina gourmet di riferimento al design di Rossana Orlandi gallerista influente e all’avanguardia risultando un luogo semplice, uno spazio che può essere casa, intimo ed elegante, curioso e raffinato in certi ambienti come voluto dai propietari Stefania Moroni, Alessandro Negrini e Fabio Pisani.
I piatti proposti ai vini sono stati molto apprezzati come l’uovo morbido su crema di pane, broccoli e acciughe, il risotto Carnaroli con funghi porcini, fegatini di pollo e salsa di vitello ottimo di sapore ma un po’ troppo lento.
Tenera la carne d’agnello con carciofi arrosto e cicoria e indovinata la conclusione del pasto con formaggio erborinato e il Vinsanto ARIA Occhio di Pernice dell’azienda Beconcini.
Un percorso in dieci annate, incluse quelle che non sono ancora sul mercato ha permesso di valutare questo Tempranillo nella sua totalità, comprendere che non sempre è facile domarlo e renderlo docile ma sicuramente il lavoro svolto da Leonardo che si è ritrovato a portare avanti la passione che era del papà come viticoltore ha messo in evidenza il suo grande coinvolgimento che si traduce in vini con personalità. I vigneti dell’azienda sono passati da tre a quattordici ettari in poco meno di trenta anni e naturalmente si produce Sangiovese oltre al Tempranillo. Il Vigna alle Nicchie nasce su una collina ricca di nicchie appunto, cioè di conchiglie su argille plioceniche. Tra le annate più vecchie 2005, 2006, 2007 e 2008 di Vigna alle Nicchie si distingue la 2007 con profumo di fiori e viole che qui si fa delicato per poi diventare repentinamente scuro e fondo con buccia d’arancia essiccata e accenti di sottobosco e cenere, anche la 2006 esprime finezza con un incedere leggero e un’astringenza setosa e cruda, ematica che profuma di pepe ed erbe. Tra le annate 2009- 2010 e 2011 si distingue la 2010 che è ancora pungente , ficcante con naso che profuma di arancia e garofano, petali essiccati di rosa e tabacco buona beva e aspetto minerale caratteristico del vitigno. Tra la 2012, 2013 e 2015 ci sono molte differenze. Se la 2012 evidenzia netta sapidità e note amaricanti la 2013 è ancora molto verde con sensazioni linfatiche mentre la 2015 mescola alle sensazioni verdi la marasca e sbuffi di cioccolato, tanta astringenza e tannino che disidrata, salino e sapido è un vino che migliorerà dandogli qualche anno.
Pietro Beconcini Agricola
Via Montorzo 13A 56028 San Miniato (Pi)
www.pietrobeconcini.com