Studi 2012 Fiano di Avellino docg dei Feudi San Gregorio: Lapio e Sorbo Serpico
Tante piccole aziende si presentano sullo scaffale con vini in cui non sono specificate le uve di provenienza. Feudi invece propone due bottiglie di Fiano di Avellino docg ottenute da uve di due vigne precise e identificate. Ora, secondo voi, chi ha più fatti per raccontare?
Pensavo a questo esempio quando si parla di grande e piccolo, quando si cede alla retorica della presunta purezza del secondo rispetto all’altrettanto presunta disinvoltura del primo. E invece, per l’uno come per l’altro, si tratta solo e semplicemente di capacità progettuale oltre che di vera intelligenza commerciale. Antonio Capaldo e Pierpaolo Sirch, presidente e amministratore della Feudi, hanno portato avanti un low profile nella comunicazione dopo gli spumeggianti anni ’90 dell’era Ercolino.
I tempi cambiano, mutano le sensibilità e questa crisi mette tutti noi di fronte alla necessità di andare meglio alla sostanza delle cose.
Oltre 300 ettari di vigneto, buoni vini base, che a me sono sempre piaciuti tra l’altro, ottime selezioni negli ultimi anni. Perchè soffrire in degustazione quando ci si confronta con dei piccoli davvero grandi come Clelia Romano, Marsella, Picariello, Quintodecimo?
Ecco allora partire il progetto Studi che rappresenta un grande rischio per l’azienda, ossia quello di cannibalizzare la linea top ed è per questo che l’uscita di due grandissimi vini che mi hanno emozionato vicino alla cucina di Christoph Bob e del sempre più bravo Paolo Barale è passata sinora sotto silenzio.
Duemila bottiglie per tipo, obiettivo arrivare a quattro selezioni per ciascuno dei tre vitigni base, il gioco è la differenza che chiunque, anche chi non ha mai bevuto un goccio in vita sua può percepire. Sono vini giovani, giovanissimi, li trovate tra i ristoranti selezionati dei Feudi, neanche nel loro negozio aziendale.
Da espropriare ai ristoranti e conservali per i prossimi dieci anni. Almeno questa versione di Lapio, classico Fiano pieno e polputo, e di Sorbo Serpico, tanto elegante al naso quanto rustico ed energio al palato.