Stilema Fiano di Avellino 2015 docg Mastroberardino: un capolavoro!
Riassaggiare Stilema 2015 di Mastroberardino dopo quattro anni e rileggere quanto avevamo scritto è stato un attimo per essere d’accordo con noi stessi e compiacerci della nostra capacità previsionale.
Lo proviamo da Pescheria a Salerno dove il bravissimo Isidoro Menduto ha composto una carta colta, ampia e articolata. Una serata di grandissima materia prima, un Omasake cilentano abbinato a straordinari bianchi come il Batard Montrachet di Boillot, il Vigna di Capestrano di Valle Reale in Magnum del 2015, Villa Bucci 2005.Un bianco che non solo ha retto il confronto, ma si è imposto in modo assoluto e preciso. La permanenza sui lieviti per due anni, il dieci per cento passato in barrique non nuove conferiscono infatti al vino una incredibile complessità. Il progetto riesce a tirare tutto il meglio possibile da uve selezionate allevate a 550 metri su terreno argilloso. Tutte le condizioni rendono possibile una evoluzione incredibile, che fanno di questo vino al momento in assoluto il miglior bianco campano senza ombra di dubbio. Oltre alla freschezza assoluta, vitalistica del bicchiere, spuntano note di frutta matura, pasticceria, miele di castagno e infine di idrocarburi che sono tipiche dei Fiano incamminati su una lunga strada che porta ad esplorare il mistero del tempo.
Sicuramente un vino che può avere l’ambizione di durare ancora tantissimi anni. E quindi io qua ripeto a voi tutti il consiglio che ho dato a Isidoro che però già lo pratica: che siate innamorati di tizio o di caio, seguaci di naturali o convenzionali, per quanta originalità vogliate mettere nella carta, comprate sempre e comunque Mastroberardino. Con la storia non si sbaglia mai. E neanche con bottiglie che sono immortali.
Scheda del 25 giugno 2018. Stilema è il nuovo progetto di Piero Mastroberardino, una sintesi degli stili più fortunati adottati dal padre Antonio nel corso della sua lunga carriera in cantina. Chi non ricorda con nostalgia antichi Taurasi e vecchi Fiano di Avellino? Proprio di recente abbiamo provato un fantastico Fiano del 1993 grazie a Peppe Misuriello della Locanda Severino a Caggiano.
Diciamo subito che il Fiano 2015 che ha presentato è uno dei più buoni in assoluto che abbia mai provato, la grande novità nel panorama dei bianchi campani e siamo sicuri che si sta davvero arrivando ad un punto di svolta. Diamo sempre merito ai piccoli artigiani che hanno spinto questo vitigno ma è apparso chiaro che ci sono due limiti molto forti: l’impossibilità di uno stoccaggio seriale delle annate perché i piccoli tendono a vendere tutto e, in secondo luogo, una minore possibilità di scelta della frutta da vinificare. Noi in Italia abbiamo coltivato con molta determinazione il mito del piccolo è bello, ma se consideriamo che la Mastroberardino nel panorama mondiale è poco più di una azienda medio-piccola, forse certe considerazioni andrebbero fatte con maggiore ponderazione.
Oltre allo stoccaggio c’è il discorso del legno di cui sicuro non si può fare a meno perchè il vino non è una gara di resistenza allo scorrere del tempo, ma una prova di capacità di elevarsi con il tempo e il legno favorisce indubbiamente, se ben dosato, a questo progetto, soprattutto in un vitigno come il Fiano che ha dei precursori di aroma che sviluppano altri sentori dopo qualche anno.
Selezione delle uve, un venti percento passato in legno non tostato, ed eccoci di fronte ad un bianco complesso, affascinante, minerale, con piacevoli note di mela matura avvolte in un sottofondo fume, tanta, tantissima energia al palato e una giovinezza che si annuncia ancora con riflessi verdolini nel bicchiere.
Le aziende più grandi sono un po’ come la giustizia civile, prima o poi arrivano e quado scendono in campo diventano inevitabilmente un riferimento. Tanti piccoli artigiani, pur bravissimi, si sono accontentati dei premi per vendere di anno in anno, hanno avuto il tempo per studiare qualcosa di meglio e migliorarsi ma non l’hanno fatto adagiandosi sui risultati ottenuti e dimenticando che tutto il mondo è in continua evoluzione, anche quello del vino.
Come si produce il Fiano Stilema di Mastroberardino
Con questo Stilema Fiano è come se la Mastroberardino ribadisse la leadership territoriale non solo sul piano storico e nelle dimensioni, ma sul campo, nel confronto bottiglia a bottiglia. Un allungo di passo significativo, che si affianca al More Maiorum e alla selezione Vintage. Ecco cosa ne scrive Daniele Cernilli: Da sperimentato e anzianotto critico e assaggiatore di vini rischio sempre di essere un po’ cinico e annoiato quando un produttore mi presenta un suo nuovo vino. Le cose cambiano un po’ se chi lo fa è qualcuno che viene da una grande tradizione familiare, come è stato nel caso di Piero Mastroberardino. E cambiano molto, fino a colpirmi in modo profondo, se poi il vino che mi viene fatto assaggiare è un vero capolavoro.
Giò, un capolavoro vero e proprio che mi fa salivare adesso che ne scrivo.
Vedremo cosa succederà anche con le prossime uscite, Greco e Taurasi, da parte nostra ci auguriamo che questo Fiano sia il primo di una lunga serie.
www.mastroberardino.com