Spiedo a Roma, quando il pollo è talmente sano da essere proprio buono
SPIEDO a Roma
Piazza Re di Roma – via Cerveteri, 4
Tel. 06.48071262
Aperto: dal martedì al sabato ore 12.00-21.00 e domenica 12.00-19.00
Chiuso: Lunedì
www.spiedoroma.it
di Virginia Di Falco
Si chiama semplicemente e inequivocabilmente Spiedo. Come tanti, fa pollo allo spiedo; come tanti, lo fa in un piccolo locale che dà sulla strada. E’ il locale voluto da Sara De Bellis, giornalista, ma che dai genitori ha ereditato la passione per l’agricoltura e che cura, anche se lo sanno solo in pochi, una piccola azienda nelle Marche. Un locale che la impegna molto ma che preferisce non spingere sul piano della comunicazione. Nessuno ci crederà, ma noi ci siamo venuti senza che lei sapesse nulla su indicazione e “in missione per conto di dio”.
Ma torniamo al pollo. Perché, allora, venire proprio qui?
“Qui” sarebbe in via Cerveteri, accanto a piazza Re di Roma, dove poco più di un anno fa ha aperto questo girarrosto con una piccola «cucina di fattoria», prevalentemente basata sulla cottura allo spiedo (ma anche al forno) di animali da cortile. Soprattutto pollo.
Il pollo è ruspante, cioè appartiene a quella specie ormai rara di polli che camminano sulle proprie zampe, in libertà, crescono senza antibiotici e che qui da Spiedo vengono selezionati in un’azienda marchigiana di agricoltura biologica.
Intorno a questo prodotto, poi, è stato letteralmente costruito un piccolissimo bistrot, con un paio di panche e servizio essenziale per chi vuole consumare all’interno e un laboratorio con forno e girarrosto che funziona principalmente per l’asporto.
Una grande lavagna, oltre a dettagliati volantini, dettano la proposta del giorno, che può variare a seconda degli arrivi e della spesa di verdura e ortaggi (prevalentemente dall’Agro Pontino) ma anche dalle preparazioni del pranzo e quelle della sera.
Difficile, nella sezione “allo spiedo” non trovare i fagotti di pollo, fatti con la sovracoscia disossata, farcita con mortadella, provola affumicata e rucola. Delicati, non grassi anche se le carni mantengono una certa succosità, e ben insaporiti. Ci sono poi le bombette pugliesi, con capocollo di maiale, oppure gli spiedi di sovracoscia proposti con diverse salse e marinature.
Da non perdere la baguette con la porchetta e le polpette di pollo ‘old style, preparate con pane, uovo e parmigiano; da ripassare anche nel sugo di pomodoro. Diversi i contorni per accompagnare le carni, che vanno dalle patate di Avezzano al forno, aromatizzate con aneto e rosmarino ad una squisita teglia di verza al gratin, profumata all’uvetta.
Per i vegetariani il consiglio è di provare gli gnudi di ricotta e spinaci, delicati e ben eseguiti.
Ovviamente il must resta il pollo allo spiedo (intero, 11 euro), da portarsi a casa, come si faceva una volta e sempre si farà, perché quella pelle sgrassata e croccante, all’origine del “mito del girarrosto”, resta la cosa più difficile da fare a casa.
Il tutto, per rispondere alla domanda iniziale, in un locale che dà certezze sulla tracciabilità di carni e prodotti ma che, soprattutto, non è anonimo. Spiedo è infatti un micro bistrot personalizzato, reso accogliente da personale sorridente, da musica di sottofondo che non spacca i timpani, da qualche libro di cucina da sfogliare nell’attesa, dall’offerta di tè e tisane a dir poco originale in un posto del genere, e, last but not least, da uno strudel di mele casalingo per chi ha voglia di chiudere in dolcezza.