Santorini Assyrtico 2009 di Sigalas
di Marina Alaimo
Chiacchierando con un amico di Foggia ho appreso che nell’isola greca di Santorini si producono vini molto interessanti. Mi ha raccontato con entusiasmo della bellezza dei vigneti e parlando parlando è venuto fuori che ha ancora una bottiglia superstite nella sua cantina. Lo invito immediatamente a cena a casa mia, curiosissima di provare questa etichetta difficilmente reperibile dalle mie parti. Quindi sabato sera Sandro e la sua compagna Valentina sono a cena da me con l’Assyrtico 2009 di Sigalas. Per poter entrare nelle corde del vino è importare conoscere almeno per sommi capi il territorio da cui proviene.
La splendida Santorini è un’isola vulcanica dell’arcipelago delle Cicladi, anzi è ciò che rimane di un vulcano spento, dotata di un’antichissima cultura vitivinicola, le cui tracce risalgono al XVII secolo a.C. Il suolo è ricco di sali minerali, è ricoperto da un alto strato di lapilli e pietra lavica ed il sottosuolo è per di più di natura sabbiosa. L’isola ha notevoli problemi legati alla siccità: qui piove pochissimo ed inoltre il continuo spirare dei venti rende il clima ulteriormente siccitoso. Si pratica per tanto una vitivinicoltura estrema, in forte carenza idrica. Ma l’ingegno dell’uomo ha escogitato un metodo di allevamento della vite che le consente di sopravvivere con risultati molto interessanti: il canestro. Sull’isola si verifica un fenomeno meteorologico esclusivo dovuto all’ evaporazione dell’acqua marina provocata dalle alte temperature del clima locale.
Praticamente, in maniera ben visibile, di sera Santorini viene cinta da un cordone di umidità che elevandosi ad un’altezza di 350 metri dal suolo, si condensa e ricade poi sul terreno. L’ingegnoso sistema di allevamento a canestro, con il quale la vite viene avvolta su se stessa formando un nido di uccello, poggiato poi sul suolo, trattiene tra le sue spire l’umidità condensata riuscendo quindi a soddisfare le proprie esigenze idriche. Inoltre, al di sotto della canestro di vite, viene scavata una buca della profondità di trenta centimetri per riuscire a trattenere ulteriormente, con estrema parsimonia,l’acqua raccolta. Questo sistema torna utile anche per difendere la pianta dall’aggressione dei venti che qui soffiano di continuo e da più direzioni.
L’azienda vitivinicola Domain Sigalas è attiva dal 1991. Sono 300.000 le bottiglie prodotte all’anno delle quali 150.000 sono rappresentate dal Santorini Assyrtico 2009. Le piante hanno almeno 50 anni, sono sopravvissute alla fillossera grazie alla natura vulcanica e sabbiosa del terreno. I vigneti sono tutti allevati a canestro su terrazze che risalgono a fatica la parete della caldara, ad un’altitudine che va tra i 150 ed i 250 metri sul livello del mare. La vendemmia si effettua manualmente verso la metà di agosto ed il trasporto delle uve avviene ancora sugli asini, per la difficile posizione dei vigneti – un vero spettacolo a vedersi. Assyrtiko è il nome della varietà dell’uva utilizzata per produrre il vino in questione.
Si allevano anche Aidani, Athiri (uve a bacca bianca), Madilaria, Voidomato e Movrotrago, (uve a bacca rossa). Nel bicchiere il vino ha un colore giallo paglierino scarico, con riflessi verdognoli. Al naso esprime da subito una decisa mineralità nei toni della pietra focaia, poi i sentori agrumati di cedro e lime, kiwi e cetriolo, ma anche floreali di giglio bianco. In bocca è uno spettacolo, dichiara grande vivacità e dinamismo battuto sul ritmo serrato di note decisamente sapide e acide, che si rincorrono sul leitmotive della mineralità. E’ abile nel comunicare ad ogni sorso, con estrema sincerità, la natura vulcanica del suo territorio.
Sa mantenere alta l’attenzione con il suo ritmo energico fatto di profumi e sapori spigolosi ed accattivanti allo stesso tempo. Non si insegue una volontà precisa nel percorso produttivo di questo vino, ma con spontaneità si tramanda l’esperienza contadina del luogo, abituata a dover assecondare con umiltà ed ingegno la natura selvaggia ed estrema di quest’isola bellissima.
E’ un vino che ami o detesti, perché estremo, quindi musicalmente mi ricorda un autore che riscontra nel pubblico le stesse sensazioni, Pat Metheny, il pezzo scelto è Third Wind.
Per la gioia di Luciano.
9 Commenti
I commenti sono chiusi.
C’è una varietà e complessità nei vini della Grecia da far girare la testa. Mi diverto a girare per le enoteche specializzate quando ci vado, ma è come entrare in un’enoteca italiana e pretendere di capire qualcosa in 4 ore: tanti vitigni autoctoni e una buona tradizione nel lavorare quelli internazionali. Il fasto dei “vini greci” decantati nell’Antichità è solo appannato dal successo meritatissimo e più recente di tante strepitose località come Santorini, Mikonos, Paros, le località del Peloponneso e le innumerevoli bellezze archeologiche. Il paese vive di una solida agricoltura ma soprattutto del turismo ormai. Sono certa che anche il Vinsanto, “vinsanto-rini” ti piacerebbe. Non ti apsettare quello nostro, ma è molto interessante davvero. Grazie per questo post, Marina, su un’isola che adoro. Non ti perdere la vista mozzafiato a strapiombo nella caldera, Oia e Thira stessa quando ci vai. Santorini è una perla unica. : ) Buona domenica a tutti.
Sigalas è l’unico viticoltore di Santorini che merita una visita, tutti gli altri (a parte i contadini che mantengono una spontaneità ormai persa dalle nostre parti) sono dimensionati sull’ospitalità da tour in bus e mini-bus. Invece la luce che filtra dal pergolato e la brezza che sale dal mare regalano un magnifico pomeriggio da Sigalas, stretti intorno al piccolo edificio (lo stesso dell’etichetta se non sbaglio) dove si snoda la degustazione. L’esperienza italiana di molti dei ragazzi che ci lavorano si sente e fa la differenza, da qui il tramonto non si vede bene ma conviene passarci a metà pomeriggio al termine della visita afferrare un paio di bottiglie e dirigersi verso una collocazione strategica! W sigalas…soprattutto perchè è uno dei pochi, nell’enologia greca, che guarda davvero avanti!
E grazie per la recensione che fa capire tante cose di un vino che a me era semplicemente “piaciuto”!
Ciao Nico,
mi permetto di dissentire sull’affermazione relativa a Sigalas, la sensazione che ho avuto io andando a visitare l’azienda è stata quella di una realtà ormai ben smaliziata in merito al mercato e alla presenza sempre più massiccia sul territorio statunitense, grazie a vari riconoscimenti ricevuti dall’onnipresente Wine Spectator…pur non avendo girato tutte le aziende dell’isola, chi mi ha davvero colpito in termini di amore e passione per il proprio territorio e i propri prodotti è stata l’azienda Hatzidakis, di cui ho assaggiato varie cose (in commercio e non) e che applica ancora una meticolosità che a mio avviso Sigalas sta iniziando a perdere (pur rimanendo una realtà fondamentale), rinunciando del tutto ad un fascino di tipo turistico (abbiamo degustato i vini in un ambiente umido e buio decisamente poco accogliente ma assolutamente genuino).
Sandro
E’ vero che Sigalas pare proprio che si stia “adeguando” un po’. Comunque, il suo Santorini base, secondo me, anche nella versione 2009 rinuncia ad ogni compromesso e resta un punto fermo: un vino assolutamente fedele alla sua terra. Su Hatzidakis sono d’accordo a cento per cento: probabilmente il migliore di tutta l’isola (pure il suo Mavrotragano, un vino pazzesco, peccato che ce ne sia cosi’ poco per cui risulta difficilmente reperibile..).
Hatzidakis lavora molto bene. Sono d’accordo con Nico, parlando in generale, che quello che ho degustato “mi è piacciut”, non mi ha emozionato. Confesso, mi sbaglierò, che le mie aspettative non sono mai state altissime. Ci sono cose buone, ma c’è un bel pò di lavoro da fare. Questa la mia impressione. Trovo alcuni vitigni bianchi Assyrthiko e Attiri interessanti, tuttavia. m.
Nico, non so se hai avuto occasione di assaggiare anche i vini di Hatzidakis, oppure quelli di Paraskevopoulos (Gaia)? Secondo me, altrettanto buoni come quelli di Sigalas (stupendi il Santorini non barricato e l”Assyrtiko/Athiri). Trai i rossi di Sigalas, oltre il Mandilaria, del quale fa cenno Vignadelmar, c’e’ pure un Mavrotragano che secondo me merita un assaggio.
Nella mia cantina personale ho tre vini di questa Azienda: due bianchi, un rosso. Uno dei due bianchi è fortemente barricato tanto da avere il simbolo della barrique proprio sull’etichetta, l’altro fa solo acciaio. Entrambi sono prodotti da uve Assirtico. Non ho ben capito se uno dei due è quello che Marina ci ha descritto. I miei sono del 2008.
Poi c’è il rosso, del 2004, da uve Mandilaria di Santorini e Agiorgitiko di Nemea.
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Siccome oggi mi aspetta per pranzo un bel risotto ai porcini….preferisco non comunicarvi la quantità del riso, tantomeno quella dei porcini :-D ………….penso che stapperò uno di questi vini, grazie Marina, mi hai dato una bella idea !!
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Tutti e tre sono dei bei vini, il bianco barricatone è appunto tale: legno coprente e poco più. L’altro è invece molto più dinamico, mobile, agile, interessante e sfaccettato. Ha una bella bocca che invita a proseguire nella bevuta. Bella mineralità e bella sapidità.
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Sul rosso invece non voglio esprimermi. Ne ho bevuta una sola bottiglia e non mi ha entusiasmato, trovandola monocorde e spenta. Aspetto di bermi le altre due e poi vi saprò dire.
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Ciao
Accidenti, non avevo visto la foto dell’etichetta !! Si, è quello non barricato, ma io ho bevuto ed ho in cantina il 2008.
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Ciao
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Ritmo incalzante nel testo e nella musica… immagino anche nel vino! Che bella che è Santorini… Quanti bei ricordi, lontani, ancora nitididi di cibo, peccato meno di vino. Ciao Marina e grazie.
PS. Un’altro post sui vini di Santorini lo trovi a questo link:
http://grappolorosso.blogspot.com/2010/06/il-soffio-dellantica-grecia-firmato.html