Trattoria “Si, ma quant sit?” a Sicignano, la cucina tipica degli Alburni a 35 euro
Trattoria “Sì, ma quant sit”
Strada statale 19, Sicignano degli Alburni
Tel 333.2091896
Sempre aperto, a pranzo e a cena
di Marco Contursi
Ne avevo letto e sentito parlare bene, anche da chi come lo Chef Pietro Parisi, di cucina tradizionale ne capisce , ma è stato il “Vacci” del mio amico Peppe Francione a farmi fare i 90 km che separano casa mia, da Sicignano degli Alburni per andare a provare la Trattoria “Si ma quant’ sit”. In sala Raffaele e ai fornelli Lucia, osti per vocazione e tradizione familiare, che dopo esperienze in vari locali, hanno deciso di tornare nel luogo dove i genitori di Raffaele avevano una osteria, con le cime degli Alburni a fare da sfondo.
Locale informale, menù su lavagnetta, paste fresche fatte a mano, prezzi onesti.
L’antipasto prevede salumi locali (senza acuti, un po’ freschi, ma cambiano spesso il produttore, trattandosi di produzioni artigianali), formaggio pecora/capra (ben fatto), più varie preparazioni di verdure (buone ma riscaldate maluccio).
Sui primi l’asticella sale decisamente, i deliziosi i ravioli di ricotta locale, conditi con una rustica passata fatta in casa da Lucia, che non li salta in padella perchè la sfoglia è delicatissima e il ripieno generoso, si contendono la palma di primo tra i primi con le taratedde fagioli e porcini, callosi pure se hanno visto il congelatore, ma d’altronde non sempre sono disponibili freschi. Un goccio di olio piccante, sempre fatto in casa ed entrambe le paste fresche fanno capire che in cucina Lucia sa il fatto suo.
Buono pure lo sfrionzolo, ed eccellenti la cicoria (cottura perfetta, da bis ) e le patate fresche fritte. Il vino rosso sfuso scende bene, ma c’è sulle mensole anche l’ottimo Panormo, l’aglianico del sempre bravo Ciro Macellaro. Troppo pieno per i dolci, prendo un goccio del profumato finocchietto di Lucia, lasciandomi alla prossima volta gli assaggi degli altri rosoli della casa. Si sta bene qui, coccolati da Raffaele che è oste di “mestiere”, e da Lucia che cucina rispettando stagionalità e materie prime locali.
Conto civile, prezzi umani (solo quell’agnello a 18 euro mi sempre un tantino caro, anche rispetto agli altri piatti, l’antipasto ad 8 invece veramente conveniente). Un posto da visitare se si viene in zona, soprattutto ora che le belle giornate iniziano ad arrivare numerose.
Un consiglio per gli acquisti? Alla Macelleria Cupo ho comprato una ottima salsiccia fresca, ed il titolare è simpaticissimo e gentilissimo, aveva appesi al soffitto caciocavalli di bell’aspetto e un capicollo enorme a cui ho dato appuntamento a settembre. I salumi, non mi stancherò mai di dirlo, vanno mangiati con la giusta stagionatura, che non può essere MAI di 2-3 mesi per un pezzo intero così imponente.