Sergio Arcuri a Cirò Marina: l’anima antica del Gaglioppo
SERGIO ARCURI
Cirò Marina
Via Roma, vico III, 3
Tel. 328.0250255
www.sergioarcuri.it
[email protected]
Ettari vitati: 3,68 (tutti a gaglioppo)
Enologo-Agronomo: Sergio Arcuri
Allevamento e densità d’impianto: due ettari ad alberello cirotano e un ettaro a cordone speronato basso
Composizione fisico-chimica del terreno: argillosa a Piciara (1 ettaro piantanto nel 1948 dal padre Giuseppe). A Piana di Franze è argilla, sabbia rossa e limo (alberello del 1980), qui siamo a 105 metri. A Marinetto (0,5 ettari, cordone speronato), calcareo argilloso. A Difesa Piana, sabbioso.
Produzione kg per pianta: da 1 kg a 1,2 kg con l’alberello, a cordone speronato 1,8.
Esposizione vigne: Esposizione Nord, le altre Est-Ovest
Epoca d’impianto delle vigne: 1948, 1980 e 2005 il cordone speronato a Marinetto
Altezza media: da 0 a 105 metri
Lavorazione del terreno: inerbimento spontaneo, zappa e motozappa.
Conduzione: biologica certificata
Lieviti : autoctoni
Mercati di Riferimento:
Italia, New York, Londra, Svizzera
Bottiglie prodotte: 7.000
Uve di produzione: gaglioppo
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LA STORIA
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I fratelli Sergio e Francesco Arcuri sono la quarta generazione al lavoro sugli alberelli di Cirò Marina. Fu il bisnonno Giuseppe a cominciare questa tradizione producendo vino e vendendolo sfuso. Una tradizione interrotta dal nonno che cedette l’attività e poi ripresa dal padre Giuseppe che piantò le vigne per produrre del buono sfuso. Dal 2009 i due figli hanno di fatto preso il timone in mano proseguendo nella strada avviata senza cambiare quasi nulla: tini, vasche di cemento e altri attrezzi sono sempre gli stessi nella piccola cantina adiacente all’abitazione in una piccola traversa all’ingresso di Cirò Marina.
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LE VIGNE
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Il primo vigneto fu piantato nel 1948. Sergio racconta del padre che dormiva in vigna per cominciare subito il lavoro all’alba. Un primo ampliamento si è avuto nel 1980 e il terzo, ed ultimo, nella zona di Marinetto. argillosa a Piciara (1 ettaro piantanto nel 1948 dal padre Giuseppe). A Piana di Franze è argilla, sabbia rossa e limo (alberello del 1980), qui siamo a 105 metri. A Marinetto (0,5 ettari, cordone speronato), calcareo argilloso. A Difesa Piana il terreno è soprattutto sabbioso sabbioso. I vigneti sono tutti a conduzione biologica certificata.
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I VINI
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Aris Cirò Rosso Classico superiore
Uva: gaglioppo
Bottiglie prodotte: 5000
Prezzo al consumo: circa 14 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione. Fermentazione spontanea in vasca di cemento aperto, macerazione sulle bucce per tre o quattro giorni e affinamento in cemento per 18 mesi. Elevamento in bottiglia per sei mesi
Lo stile d iquesto gaglioppo è tradizionale sin dal colore non concentrato e dai profumi che vanno cercati nel bicchiere, note di frutta rosa e di rosa soprattutto. Ma è al palato che questo vino rivela tutta la sua energia e la piacevole bevibilità grazie alla freschezza e alla sapidità. Al vino si arriva attraverso vendemmie separate e a piccole masse vinificate separatamenete che poi,a seconda della stagioni, compongono il blend. Ed è in questo lavoro di sensibilità artigiana che si marca la differenza.
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Il Marinetto Calabria igt
Uva: gaglioppo
Bottiglie prodotte: 2000
Prezzo al consumo: sui 13 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: fermentazione in cemento, poi affinamento in acciaio. Sei mesi sulle fecce fini.
Il rosato di Sergio è uno dei nostri preferiti. Uno dei pochi cru destinati al rosato, come il Rosé di Lulu di Botromagno. Non c’è alcuna nota dolce ruffiana al naso che si ritrae. In compenso è un vino dissentante, da bere dalla borraccia durante le calde giornate estive, assolutamente competitivo negli abbinamenti con ogni tipo di cucina. Lungo, fresco con chiusa amara e pulita.
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CONCLUSIONI
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A volte il modo per precedere gli altri è stare fermi. Non è una visione conservatrice e probabilmente non è neanche un principio da seguire in maniera assoluta. Ma quando tutti si muovono orecchiando di qua e di là per cercare di capire le tendenze, è bene avere chiaro il proprio progetto di vino senza lasciarsi influenzare per andare avanti. Con meno di diecimila bottiglie, Sergio Arcuri può permettersi di andare dritto senza problemi. I suoi non saranno vini da concorso, ma esprimono un gaglioppo sincero, antico, erede di una manualità contadina ormai quasi del tutto persa. Lo troviamo nella sua vigna carezzata dal vento della Ionio al lavoro il giorno del Primo Maggio, mentre l’Italia si divide tra Expo e vetirne infrante a Milano. Negli antichi gesti contadini che ha preso da suo padre ritroviamo il motivo per bere le sue bottiglie: è l’unico modo per conoscere l’anima del Cirò così antica da diventare la più moderna.