Sea Front Pasta Bar di Martino: come continueremo a mangiare pasta nel futuro
Sea Front Pasta Bar di Martino Napoli
Sea Front Pasta Bar di Martino a piazza Municipio a Napoli: Il format è di quelli destinati a lasciare il segno. Di questo siamo convinti da quando Giuseppe di Martino, pastaio a Gragnano di terza generazione per vocazione, ce ne parlò la prima volta. Sensibilità verso un certo tipo di ristorazione che è proprio la dote principale di Giuseppe di Martino, che rende questo ristorante un luogo unico.
Il format è innovativo e ricalca un sushi bar, dove non ci sono barriere tra il cuoco e l’ospite. La cucina a vista diventa un teatro, dove l’interazione è il valore aggiunto. Altra intuizione è stata quella di affidare la supervisione a Peppe Guida, che negli ultimi anni ha studiato a fondo il mondo della pasta. Il cuoco vicano ha costruito una squadra affiatata capitanata da PierPaolo Giorgio. Si può andare al Sea Front Pasta Bar per una grande genovese o un grande ragù, ma anche per seguire un percorso di degustazione tutto impostato sulla pasta. Godibilità e golosità solo le parole d’ordine.
Se avrete la voglia di affidarvi al percorso di degustazione, scoprirete che il format è in continua evoluzione e che uno degli scopi di questo luogo è scoprire le nuove potenzialità del mondo della pasta. Studi, che senza snaturare il prodotto, portano a una nuova concezione. Come ad esempio è avvenuto per la “devozione” ovvero lo spaghetto al pomodoro. Quattro minuti di cottura in acqua bollente e quattro minuti di cottura nella padella antiaderente con il pomodoro. Il risultato è uno spaghetto al pomodoro preciso nel gusto, millimetrico.
Durante l’ultimo pranzo abbiamo potuto apprezzare due piatti che ci hanno colpito, per il pensiero e la modernità. Segnano l’evoluzione di questo posto e probabilmente anche l’evoluzione dei nostri modi di consumare la pasta. Attingendo sempre dalla tradizione campana nascono gli stivalettini con il brodo di polpo. Gli stivalettini sono un formato di pasta corta, bucato al centro. Un formato arcaico, adatto per le minestre e la pasta con i legumi. Rende al meglio con le cotture minestrate (molti usano impropriamente il termine risottare). Il brodo di polpo (‘o bror ‘e purp) è uno dei piatti di strada più antichi della storia partenopea, antesignano del moderno street food. Era la controproposta della mensa dei poveri, alla tavola dei ricchi sulla quale si serviva il brodo di carne. Una versione mediterranea del Ramen, la zuppa giapponese che però ha origini cinesi. Il gusto intenso, la speziatura decisa, un brodo pulito e concentrato nel gusto, la pasta che media la sensazione, stimolando il quinto gusto in maniera decisa.
I pennoni lisci con rape e pomodoro diventano la versione vegetariana del classico ragù. Un piatto in progress che coglie in pieno le nuove tendenze della cucina vegetale e dà la possibilità anche a chi non mangia carne di godere della sensazione di mangiare il ragù.
Conclusioni
Un luogo dove stare bene, imbattibile nel rapporto qualità/prezzo, dove si è coccolati dall’inizio alla fine, ma anche un grande laboratorio di ricerca per capire come mangeremo la pasta nel futuro.
Sea Front Pasta Bar di Martino Napoli
Sea Front Pasta Bar di Martino Napoli
Sea Front Pasta Bar di Martino Napoli
Sea Front Pasta Bar di Martino Napoli
2 Commenti
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Solo spettacolo e intuizione e fantasia del nostro maestro peppe guida
@Broro e purpo .Me lo ricordo a via Foria molto più colorato servito in una tazza con la “ranfetella “(tentacolo di polipo)che sporgeva dal bordo e scaldava davvero come quello di carne nelle fredde giornate di tramontana.Oggi non fa più così freddo ma credo che a Napoli non sia molto facile trovarlo FM