Sciala 2008, il Vermentino di Porto Cervo


Sciala 2008

L’Italia vitivinicola ha una falsa rappresentazione di se stessa: pensa rosso e beve bianco. A ben vedere, infatti, è proprio il grande consumo di Falanghina, Fiano, Greco, Verdicchio, Vernaccia, Carricante, Greco Calabro, Pecorino, Pallagrello, Ribolla, Gewtztraminer, Mueller, Soave, eccetera eccetera, a sostenere economicamente il comparto in difficoltà. Negli ultimi anni molti produttori iniziano a crederci più seriamente, e noi possiamo scegliere tra esempi numerosi di bottiglie buone, appaganti, a buon prezzo. A chi sta in Sardegna in vacanza consigliamo il Vermentino di Gallura di Vigne Surrau: grande, grandissimo bianco a prezzo da affare.
Nasce da quel fenomeno di ritorno alla terra di cui abbiamo già parlato in questa rubrica, una delle poche cose positive in atto nel nostro Paese, ma forse è proprio una delle conseguenze del fatto che tutto il resto va abbastanza male e le città vivono depressioni isteriche. Un fenomeno generale, da Nord a Sud, di varia intensità e dimensioni, ma comunque univoco: Tino De Muro è un grande, grandissimo, imprenditore, il numero uno nell’Isola per la fornitura di materiale edile, la famiglia coltiva poliedriche attività, ma la soddisfazione più grande per lui è stato il taglio del nastro della cantina in località Chilvagghja a luglio.
L’idea è offrire una esperienza di verità rurale sarda ai turisti della Costa Smeralda, la cantina è pensata per chi la visita, acciaio, vetro e legno a basso impatto ambientale, nuova ma sembra esserci da sempre: al centro un bancone bar circolare dove stare d’inverno, fuori un terrazzo per l’estate che affaccia sui terreni dell’azienda e sui nuovi impianti di cannonau e vermentino. Siamo a 150 metri sul livello del mare, i venti mantengono continuamente sana la frutta. Dunque il nostro consiglio, se siete sulla Costa Smeralda, è di passare un pomeriggio in cantina, tra Arzachena e Palau, Porto Cervo è a pochi minuti, su una delle strade più frequentate della Sardegna dove sono cinque ettari di vermentino.
Lo Sciala è un bianco di grande struttura, dai sentori mediterranei, intenso al naso come al palato, di beva immediata ma capace di soddisfare anche chi cerca tormenti concettuali nel bicchiere. Abbinabile con grande facilità praticamente a tutta la cucina dell’alta ristorazione e a quella leggera estiva di queste settimane. Il tecnico, vent’anni di professione alle spalle, è una vecchia conoscenza degli appassionati di vini sardi: Angelo Angioi, prime spremiture a bottega da Tachis, i tempi eroici della rinascita del vino isolano. Un pezzo di Sardegna da tenere sempre a casa.