Saporitaly e forno di Gerardo ad Avellino
di Marco Contursi
Adoro Antonio Magliacane e soprattutto, adoro, il suo papà. Che non conosco di persona ma parlano di lui, i meravigliosi salumi che fa. Antonio è il titolare di Saporitaly, che è un gustosissimo scrigno di prodotti e cucina irpina verace, a dispetto del nome che evoca i peggiori franchising di pseudo cibo italiano. L’uccisione di un porco e il relativo pranzo della festa, sono l’occasione per venire qui ad Avellino, insieme all’amico di sempre, Lello Tornatore, che dell’irpinitudine ha fatto una scelta di vita, al pari del coltivare gerani.
Pranzo per stomaci forti, allenati, quindi mammolette della forchetta #iononmangiomaialeperchegrasso, stessero alla larga. Si inizia con strepitosa pancetta e soppressata fatte, l’anno scorso, dal papà di Antonio, (mi raccomando, quando venite, chiedete espressamente di provare i suoi salumi), per poi proseguire con la pizza di graurigno coi cicoli, un assaggio di squisita scannatura di maiale con pupacchie e pomodoro, e una minestra maritata, troppo light per i miei gusti (dove sono finiti o pere e a recchia???).
Vivido nella mente e nel palato invece il vino bevuto, Naturalis Historia di Mastroberardino, di ben 24 anni fa. Mentre ruoto il rosso rubino, con un accenno appena di arancio, un tannino ancora vivissimo e sentori di ciliegia e sottobosco, mi viene in mente che nel 1997 la mia vita, era molto più semplice di oggi. Se non altro per i 30 kg in meno.
Bere vini cosi longevi è emozionante, è come prendere la macchina del tempo e farsi un giro in un periodo della propria esistenza che non tornerà più. Vabbè, affogo la nostalgia nel sugo denso della maccaronara, preparato con, udite udite, cotica imbottita di salsiccione. Aneme d’ ’o priatorio. Only the brave e quindi non mi tiro certo indietro davanti ad un successivo assaggio di broccoli e cotechino, ed una scheggia di torrone, made in Ospedaletto.
Ora, non pretendo che tutti possiate fare un pasto come il mio, perché bisogna essere allenati, ma già se vi fate, un assaggio di salumi del papà, ed un piatto di maccaronara con sopra una rondella di cotica imbottita , ed un calice di vino, vi consolate.
Quattro passi sul corso di Avellino, isola pedonale, di piacevolissimo passeggio vi faranno digerire. E poi, vi potete allungare a Mercogliano al forno “Di Gerardo” che da 1953, sforna prelibatezze come l’ottimo tortano coi cicoli della foto che Gigi Pagano, il titolare, mi ha dato ancora caldo.
Cosa? Volete sapere se l’ ho mangiato a cena, dopo tutto quel bendidio porcelloso del pranzo? NOOOOOOOOOO, a colazione il giorno dopo, ci tengo alla linea, ca vans sa dire.
Saporitaly
Viale Italia 87 Avellino
tel 0825 1913063
Il Forno di Gerardo dal 1953
Piazza Municipio 8 Mercogliano Av
tel 0825 787165
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
C’è chi va al lavoro bevendo solo un caffè e chi invece fa il pieno col tornano di cigoli che detto tra noi è la cosa che più invidio al nostro.In seconda battuta la scannatura di maiale che anche se non specificato la morte sua è con le pupacchielle sotto aceto.Cotica e pezzi trucidi del maiale come noglia e cervellata secondo me vanno a nozze con la verza.Nel ragù quando si ammazza il maiale il pezzo di lardo non può mancare.A questo punto però la curiosità è tanta e la domanda nasce spontanea :possibile che il buon Tornatore(non so se torna ma spesso è sul luogo del “delitto”)non abbia tirato fuori da qualche saccappanno qualche cipolla di Montoro?PS Siccome nel 97 è nato mio figlio ho di conseguenza un po’ di storico in cantina che posso sempre stappare ma per partecipare un po’ di pezzi di maiale inusuali bisogna portare.FM
Caro Francesco, inizia a tirare fuori dalla cantina…..la scannatura l’ho mangiatacon le pupacchie, ossia i peperoni sotto aceto, mentre come sai io non mangio cipolla e formaggio, quindi Lello sa e non porta. Altrimodo non entrerebbe neanche nella mia auto sul cui cruscotto c’è una foto di cipolle e formaggio con la scritta “io qui non posso entrare”.