Santa Maria di Leuca (Le), Hotel Ristorante L’Approdo
Santa Maria di Leuca è collocata proprio all’estrema punta del “Tacco d’Italia” e, quindi, prende in faccia tutto il sole del Mediterraneo. Tanto che, proprio per questa sua particolare e splendente posizione, nell’antichità era già conosciuta col nome di Leukos, cioè “illuminata dal sole”. E’ lambita ad est dall’Adriatico ed a ovest dallo Jonio e, grazie a particolari giochi di corrente, in alcuni giorni un’ipotetica linea longitudinale sembra dividere in due tonalità le acque, dando così l’illusione di una netta separazione dei due mari. Santa Maria, tra le sue peculiarità, annovera 36 sfarzose ville (in origine erano addirittura 43), tutte costruite con stile architettonico diverso l’una dall’altra: dal francese, all’egizio, dal neogotico al veneziano, dal cinese al pompeiano, al liberty, ecc. Alcune di esse col tempo sono state poi trasformate in eleganti strutture ricettive.
Giova anche sottolineare che questo territorio ha alle spalle un’antica tradizione storica che risale addirittura ad alcuni millenni orsono. E ogni epoca ha lasciato poi tracce tangibili del suo fulgore: insediamenti rupestri, tombe, grotte, cripte, chiese, castelli, palazzi e ville. E l’aspetto paesaggistico non è certo da meno, laddove si possono osservare dolci declivi, ulivi secolari e contorti, macchia mediterranea, fertili terreni agricoli, rocce, insenature, un mare azzurro e incontaminato, piccole spiagge e calette. Inoltre, Santa Maria è sede di un santuario mariano molto frequentato, posto su un’altura che guarda il porto turistico e di fronte al quale si erge maestoso un imponente e svettante faro.
Proprio ai piedi della collina, posizionato su un piccolo rialzo, è collocato l’hotel ristorante l’Approdo, che sta qui ad ammirare il panorama circostante fin dal 1964, quando Michele Rossi e sua moglie Maria Daniele decisero di lasciare Lecce per “approdare” a Santa Maria. Adesso questa struttura è gestita dal figlio Carlo, un personaggio alquanto singolare. E’ un uomo perennemente abbronzato, alto, simpatico, molto ospitale, affabile, dai tratti signorili ed estremamente comunicativo, col quale, perciò, diventa subito facile instaurare un ottimo feeling.
L’albergo, quattro stelle, ambiente informale e familiare, che ricorda vagamente gli anni ’60-‘70 e che è aperto da aprile ad ottobre, consta di 54 eleganti e confortevoli camere ed è dotato di tutti i servizi e di una splendida piscina all’aperto immersa nel verde.
La ristorazione è curata dal giovane e capace chef Alessandro Savarelli, che prepara ottimi piatti ispirati alla classica e semplice tradizione marinara locale, senza eccedere troppo in inutili fronzoli e usando soltanto il pesce fresco del mare circostante. Ecco qui quello che ho potuto gustare, insieme col mio fido collaboratore Biagio Ciano e allo stesso Carlo Rossi:
Tre antipasti: insalata tiepida di mare con cozze, polipo, calamaro e gamberi; involtini di pesce spada e gamberi grigliati; e cocktail di scampi.
Poi due primi: spaghettoni “Benedetto Cavalieri” all’aragosta; e orecchiette al pesto, pomodorini e cacioricotta; per secondo le classiche triglie al cartoccio. Poi vari contorni e, per finire, come dessert una mattonella di gelato nocciola, pistacchio e cioccolato. Tutto l’ottimo pranzo è stato accompagnato da due eccellenti bottiglie di vino bianco: una Ribolla gialla del Collio friulano di Masut da Rive e un Pinot bianco altoatesino di Tiefenbrunner.
Si mangia nella suggestiva e fresca terrazza panoramica, protesa verso il porto, oppure nell’ampia sala all’interno.
Il menù à la carte è ricco e composito, con prezzi sorprendentemente contenuti. Volendo, si può optare per il menù fisso ad appena 25,00 euro, scegliendo un primo, un secondo di carne o di pesce, un contorno, frutta o dessert. La carta dei vini è abbastanza varia e completa, con ricarichi minimi.
Penso che per un salutare soggiorno presso questi luoghi, l’Approdo sia proprio il posto ideale per accogliere le famiglie o i singoli. Provate!
Enrico Malgi
HOTEL RISTORANTE L’APPRODO – VIA PANORAMICA, 1 – SANTA MARIA DI LEUCA. CASTRIGNANO DEL CAPO (LE) – TEL. 0833 758548 – FAX 0833 758599 – [email protected] –
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
Rispetto la scelta del proprietario di servire questi due vini bianchi eccellenti, ma devo sperare che in seguito ci possano essere dei vini bianchi PUGLIESI
ad accompagnare queste prelibatezze del nostro mare. La solarità dei nostri vini bianchi è unica non abbiate timore di proporla.
Caro sig. Ferri,
accolgo con molto piacere il suo competente intervento. Se si ricorda ne abbiamo già discusso alcune settimane fa a Radici del Sud a Fasano e la mia risposta di allora vale ancora adesso:a parer mio i vini bianchi autoctoni pugliesi non pareggiano i conti né con la produzione rossista locale, né con quella dei bianchi a livello nazionale. Devo riconoscere, comunque, che negli ultimi tempi ci sono stati rilevanti progressi in alcuni territori, soprattutto laddove si utilizzano la verdeca e il minutolo. Ma la maggioranza dei vini bianchi di qualità prodotti in Puglia fanno ancora riferimento a vitigni stanziali quali la falanghina, il fiano, il greco e al vermentino, che ho degustato poco tempo fa a Gallipoli, o a quelli alloctoni come il sauvignon blanc e lo chardonnay, che ottengono comunque gratificanti risultati.
A proposito, non l’ho sentita più. Mi telefoni se può e vuole.
Cordiali saluti.
Caro dott, Malgi, il mio forse inpportuno intervento ,era quello di stimolare tutto il comparto enogastronomico pugliese a fare sistema. Non oso discutere sulla effettiva superiorità dei due vini bianchi proposti ma lo scopo era quello di stimolare sia i produttori che i ristoratori nel cercare di colmare il deficit che i nostri
bianchi hanno rispetto a quelli delle altre regioni. Voglio solo portare alla sua dotta conoscenza che la puglia è la regione con più vitigni autoctoni bianchi e che alcuni di essi sono stati già impiantati in Australia.Ergo si dovrebbe a mio parere tutti insieme cercare una identità territoriale che storicamente ci appartiene.
La salutocon stima