San Mauro Cilento, ristorante Al Frantoio
di Virginia Di Falco
Il Cilento al lavoro. Cooperazione e marketing del territorio. Praticamente quasi un ossimoro da queste parti. Eppure da trent’anni sulla collina che guarda il mare di Acciaroli mani (e menti) laboriose hanno creato una delle realtà più interessanti del panorama economico del Parco nazionale. All’ingresso del centro storico di San Mauro Cilento, nata come cooperativa agricola per produrre olio extravergine di oliva e fichi, la Nuova Cilento nel corso del tempo si è trasformata in laboratorio di ricerca gastronomica, fattoria didattica e, per chi ama la cucina contadina verace e senza fronzoli, anche in un ristorante tipico.
Tavoli in legno, ambiente rustico, più che spartano sia nella grande sala con forno a legna e cucina a vista così come nei tavoli all’aperto sotto il portico, circondato da ulivi ed erbe aromatiche.
Ai fornelli – e a servire – uno staff prevalentemente femminile. Ma qui femminile si traduce con tosto, deciso, forte, come le mani delle signore che lavorano la pasta fresca – praticamente “in diretta” – per farne fusilli e cavatelli a volontà.
Qualche semplice antipasto (come a dire: poche storie) a base di pane biscottato, “l’acqua cecata”, con olio e acciughe o “l’acquasale”, con aggiunta di aglio e pomodoro, e passerete subito alle zuppe. Di baccalà e cicerchie, di ceci, di fagioli. E tutte condite con olio a crudo, quello della cooporativa, naturalmente, nelle sue tre varianti: biologico (Terre Antiche), DOP (Terre dei Monaci) ed extra (Terre del Casale).
La pasta, si diceva, qui è prevalentemente fresca; trovate i fusilli con il castrato di capra, con la salsa di cinghiale, ma anche profumati al timo e alla maggiorana oppure le tagliatelle con i porcini o la zucca. I secondi sono a base di carne, tutta molto buona, o di formaggi cilentani. Coniglio al rosmarino, alla cacciatora, pollo ai ferri, agnello alla menta o al forno con le patate.
Tutti sapori molto forti, e per nulla addomesticati. Squisito il formaggio di capra arrostito e accompagnato dalla “minestra strinta”, un contorno tipico del Cilento interno, preparato con verdure prevalentemente selvatiche e poi stufate con le patate. Anche con i dolci, qui sono di poche parole: cannoli con la crema, fichi al rhum e gelato alle noci.
La bandiera del Cilento piantata anche sui vini: produttori locali in etichetta e un buon rosso sfuso per una piccola carta che difende con dignità il territorio.
E, giusto per restare ancora un po’ fuori dal tempo, per un’ospitalità genuina e tutte queste imperdibili prelibatezze pagherete un conto sui 25 euro.
Località Ortale
Tel. 0974.903239 Fax 0974.903700
www.cilentoverde.com
info@ cilentoverde.com
Apertura: venerdì, sabato e domenica in inverno, sempre in estate. Ferie: due settimane a febbraio