Salerno, Il Conte Andrea
Via Roma, 268
Tel.089.9951832
[email protected]
Aperto la sera e domenica a pranzo.
Chiuso il lunedì
Devo dire che uno dei piaceri più semplici e più belli è poter andare a un buon ristorante d’autore e tornare a casa a piedi, senza doversi mettere in auto. Un lusso, quasi sempre, per chi abita in città, che pensavo mi fosse negato per sempre dopo il trasferimento di Pietro Rispoli dal Duomo di Salerno in quel di San Cipriano Picentino. Invece negli ultimi mesi in questa città di provincia dove le pulsioni culturali vengono spesso dai programmi spazzatura della tv, ci sono due lampi che spero anuncino un gran bel temporale. Parlo del Ristoro degli Angeli di cui potete leggere la scheda in questa rubrica, e Il Conte Andrea. In entrambi i casi due giovani, aggiornati, e un modo nuovo per proporre i sapori forti e marcati di un territorio di mare ma ricco di tanta buona e pulita agricoltura nella Piana del Sele oltre che di biodiversità dell’Irpinia e del Cilento. Il locale è di fronte alla questura, bell’arredamento minimalista pieno di gusto, hotellerie adeguata, discreta carta di vini seguita dal sommelier di sala. In cucina c’è il cetarese Raffaele Pappalardo, ex Eolo di Amalfi, che ribadisce le sue radici con una chitarrina alla colatura di alici di stile classico e compiuto con una facciata dorica dei templi di Paestum. Poi però c’è tanto estro e divertimento nel menu stagionale di cui vi cito lo sfornato di patate ripieno di tonno su crema di cipolla ramata di Montoro, il magnifico polipetto ripieno cotto al pomodoro secco e olive che da solo, ripeto da solo, vale la visita. Buona anche la doppia crema di cavolfiore con crocchetta di formaggio di Malga che andrebbe completata con un olio ravece. Tanto territorio anche nei primi, come la calamarata con scampetti e crema di broccoli, il risotto con lupini e zucca, il pacchero con carciofo tondo di Paestum e seppia. Ancora un tuffo nel Tirreno con il pescato del giorno nelle cotture tradizionali, molto buone mi riferiscono un paio di appassionati che hanno verificato, da coperta di Linus il cuoppo di fritto di paranza, e ancora il filetto di dentice con salsa al prezzemolo mentre magari il filetto di chianina andrebbe sostituito con la podolica anche se la salsa è di Aglianico e non Chianti. Evviva, si chiude con l selezione di formaggio e la batteria di dessert tra cui segnaliamo quelli della tradizione salernitana, a metà strada fra Napoli e zone interne, e il tortino di mela annurca con crema alla vaniglia. Una gran bella piccola chicca, insomma, in cui la tecnica di cucina punta ad esaltare i sapori tradizionali in cui è facile ritrovarsi. Sui 40 euro.
Come arrivare
Uscire a Vietri sulla Napoli-Salerno, proseguire per Salerno seguendo il senso del traffico che porta lungo il viadotto sino al porto, poi, sempre seguendo il senso di marcia, parcheggiare alle spalle del Jolly. Il locale è esattamente di fronte alla Questura, a duecento metri.