Rotondo 2005 Aglianico del Vulture doc
Strano destino incrociato nei vini di Paternoster: il Rotondo è quello più premiato ma meno conosciuto dal pubblico mentre il Don Anselmo identifica immediatamente l’azienda senza aver ricevuto mai alcun riconoscimento della critica. Sicché Vito forza la mano e presenta un piccola verticale di Rotondo nell’ambito della rassegna sull’Aglianico organizzata dall’Antica Osteria Marconi di Potenza in cui sono passate in rassegna le annate 2000, 1998 e 1997, ossia le prime in assoluto. In particolare la 1998 è stato il primo vino lucano ad ottenere i Tre Bicchieri della Guida Slow Food-Gambero Rosso, successo bissato poi nel 2000 (la 1999 non è uscita). Il vino viene dall’omonima proprietà nella quale è stata costruita la nuova cantina, proprio all’uscita di Barile sulla superstrada che collega Melfi a Potenza. Un poggio ben esposto e ventilato, dove la frutta cresce sana e arricchita dal potente nutrimento del nero suolo vulcanico. Per l’occasione Francesco Rizzuti, lo chef dell’Antica Osteria, ha tirato fuori la robusta Minestra di pasta mista, crostacei e frutti di mare, le Penne di Gragnano ripassate in forno con formaggio e fegatini di pollo e lo strepitoso Agnello lucano in tre modi: Coscio a bassa temperatura, spalla in crosta fillo e soffritto all’ alloro. Due grandi tradizioni di cucina e di cantina della Basilicata che voi potrete rivivere con il Rotondo 2005, presentato al di fuori dalla verticale in grande spolvero: un rosso rubino con il naso ricco di ciliegia, spezie, minerale grafite mentre in bocca allunga il passo grazie alla sua spiccata acidicità secondo i codici ormai verificati dell’Aglianico. Rotondo è nato come interpretazione moderna del rosso vulturino, il primo uso della barrique della storica azienda di Barile, pratica non smodata ma, anzi, assolutamente attenta al frutto tanto che con il passare del tempo l’Aglianico appare sottile ed elegante come quello passato in legno grande. Ma, al di là di queste note tecniche, l’evento rappresenta sicuramente la conferma delle grandi potenzialità di invecchiamento di questo vitigno quando viene giocato sulla finezza e non sulla concentrazione. Per questo a noi la 2005 ci sembra, in questo momento ben evoluta e in equilibrio, quasi un ritorno allo stile tradizionale grazie alla finezza dei tannini, il giusto rapporto olfattivo tra le spezie e la frutta, la spinta mineralità al palato. Un vino da abbinare, un rosso da conservare.