Roma, Arancia Blu: vegetariano da vent’anni!
di Virginia Di Falco
Arancia Blu è un ristorante vegetariano quasi storico di Roma aperto poco più di venti anni fa nel quartiere San Lorenzo, spostatosi poi al Prenestino e approdato infine a cento metri da Piazzale Flaminio. Sebbene nato molti anni dopo il primo vegetariano della Capitale, il Margutta ristorArte inaugurato addirittura nel 1979, condivide con quest’ultimo una visione della cucina abbastanza difficile da trovare oggi. L’universo vegetariano, cioè, era una vera e propria categoria dell’esistente, che guardava alla vita e alle sue forme in maniera diversa, ma sempre positiva e propositiva. Oggi, invece, il mondo difeso dai vegetariani e – soprattutto – dai vegani spesso sembra essere auto escludente, vive di privazioni, di sottrazioni e, spesso, di non accettazione di chi sceglie di essere onnivoro. E’ come se i tratti ‘fondamentalistici’ che caratterizzano ormai tanti aspetti della vita sociale contemporanea avessero catturato anche la sfera dell’alimentazione.
Niente di più lontano dalle caratteristiche dell’Arancia Blu (ma anche del Margutta). Tanto è vero che intere generazioni di ex studenti che hanno vissuto a Roma negli anni dell’università sono passati almeno una volta dai tavoli di questo ristorante quando era a San Lorenzo. E non perché si era tutti vegetariani, ma perché si intuiva che stava partendo un discorso nuovo, legato ad un consumo del cibo più consapevole, e che anche se diverso perdeva in convivialità. E inoltre al cibo si legava spesso anche il piacere di condividere un diverso approccio alla vita, alla religione, all’arte.
Non a caso dunque, il patron di Arancia Blu Fabio Bassan, ha continuato anche nel suo nuovo locale a raccogliere libri oltre che bottiglie sugli scaffali, ad allargare l’offerta anche ai piatti vegani, ad organizzare piccoli eventi culturali, a partire dal cineforum della domenica, lezioni di storia dell’arte, presentazioni editoriali.
Le due salette attuali sono molto accoglienti, l’atmosfera quasi da cenacolo, il servizio solerte e di grande cortesia. La carta dei vini è molto cresciuta (ormai è una piccola enoteca) e i prezzi sono sempre molto onesti.
E la cucina?
Il menu è molto vario, e si divide tra antipasti, unaa selezione di zuppe, riso e minestre, e una pagina dedicata ai primi piatti, con le paste ripiene fatte a mano, da sempre vanto del locale. Anche i secondi permettono una bella scelta e le tre pagine dedicate ai migliori formaggi italiani e francesi rinfrancano innanzitutto lo spirito.
Diciamo subito che, complice il primo freddo vero, le zuppe sono sembrate la portata più efficace. Saporita e corroborante quella di lenticchie, arricchita da una manciata di gnocchetti allo zafferano, a dare consistenza, insieme alla fagiolina del Trasimeno (antico legume, presidio Slow Food).
Dal sapore deciso anche la crema di cicoria, solo leggermente ‘addolcita’ dai tortelli ripieni di passatelli, una pasta fresca prodotta in proprio.
Meno efficace la lasagnetta di radicchio e taleggio un po’ per il piccolo residuo di acqua sul fondo del piatto, un po’ perché verdura e formaggio non avevano legat benissimo e così bocconi troppo formaggiosi si alternavano a bocconi di verdura molto amari.
Non bellissime nella presentazione ma molto gustose e profumate le linguine di farro integrale con crema di ceci di Spello, tartufo nero, pecorino romano e rosmarino.
Ricca e soddisfacente la parmigiana di carciofi scomposta e servita in crosta di parmigiano su pesto al basilico e menta. Più comune l’altro secondo, un saccottino di pasta sfoglia con formaggio, funghi porcini e cicoria.
Tutti di buon livello i dolci al cucchiaio, dal contrasto classico di arancia amara e cioccolato fondente della mousse (confettura davvero straordinaria); parfait di zabaione e semifreddo alla mandorla della Val di Noto e pistacchio, servito con salsa ai mandarini e tè al bergamotto.
Una cucina solida, magari senza particolari guizzi, ma per questo anche al riparo da virtuosismi modaioli o, peggio, integralisti. E basata su una ricerca di prodotti che non si è mai fermata. Insomma, nonostante gli anni e il trasferimento, ancora un posticino affidabile, da consigliare. E non solo a vegetariani e vegani.
ARANCIA BLU
Via Cesare Beccaria, 3 (Piazzale Flaminio)
Tel. 391.3509971
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: mai.
www.ristorantearanciabluroma.com