Roma, Osteria dell’Arco a Porta Pia
OSTERIA DELL’ARCO
Via Giacomo Pagliari, 11 (zona Porta Pia)
Tel. 06 854 8438
Aperto: lunedì-giovedì a pranzo e a cena; venerdì e sabato solo a cena.
Chiuso: domenica
Conto medio sui 50 euro
osteriadellarco.net
di Virginia Di Falco
E’ aperta da 17 anni l’Osteria dell’Arco nei pressi di Porta Pia.
In cucina c’è sempre Cristina Iemmi, in sala sempre Nicoletta Baiani. Anche il menu mantiene i suoi punti fermi, ricette della tradizione solo un poco alleggerite, zuppe di stagione, innesti giornalieri a seconda del mercato. E guai a togliere i perciatelli, con guanciale croccante, filetto di pomodoro e pecorino, fresca lettura di un’amatriciana più che indovinata.
Tanta cura nel servizio, al banco i fiori freschi, ai tavoli mise en place elegante il giusto: siamo in un’osteria che fa a meno, vivaddio, di ogni forma di folclore.
Tra i vini selezionati con testa e cuore si sceglie bene, anche al calice, senza ristrettezze.
Efficace la spinta agrumata delle alici imbottite in foglia di porro e arance; corroborante la crema di funghi e patate. Da provare, quando si è qui, la pasta fresca: il DNA emiliano viene fuori da una sfoglia che si conferma notevole, come nei cappellacci di patate allardati, accompagnati da un’idea di pecorino.
La parmigiana di melanzane la definiscono leggera, in realtà è ricca e golosa.
Una cucina dai sapori puliti, convincente, sincera.
Nel corso del tempo l’atmosfera è diventata più calda, almeno è stata questa la nostra impressione. Il conforto del ritornare, grazie al lavoro di una squadra tutta al femminile in grande sintonia.
Si chiude con dessert classici che ruotano sempre e che per qualità degli ingredienti ed esecuzione non deludono, come la crostata di ricotta e visciole o lo strudel con gelato all crema.
Piccole e piacevoli attenzioni, dalla polpettina di benvenuto alle fettine di salame di cioccolato che accompagnano il conto, completano un’esperienza contrassegnata da garbo e mestiere.
Qui di seguito la nostra scheda del 27 giugno 2015:
di Virginia Di Falco
L’Osteria dell’Arco nei pressi di Porta Pia, vicino a Piazza Fiume è una ‘enotavola’ della quale non si parla molto, almeno sul web. Eppure si tratta di una solida realtà presente anche negli anni in cui non era facile in zona – a differenza di oggi – trovare una buona cucina e, men che meno, una bella selezione di etichette.
Se cercate un posticino tranquillo, senza pretese, ma con un gradevole mix tra romanità verace, prodotti laziali e innovazioni fantasiose introdotte con mano leggera, questo è il posto che fa per voi. Una piccola osteria di quartiere, che con il tempo è riuscita ad allargare il suo circuito di clientela. Ambiente semplice ma molto curato; luci soffuse, soffitto a volta, tavoli di legno e decine di bottiglie in esposizione che mettono d’accordo habituè e turisti appartenenti alla pregiata razza dei viaggiatori.
In sala Nicoletta, sommelier e padrona di casa che consiglia etichette e abbinamento con modi e toni un po’ dimessi, quasi con malcelata competenza. Ma sempre con attenzione verso gli ospiti. Menu abbastanza immediato, tradizione alleggerita e ‘rinfrescata’, con qualche piacevole sorpresa a seconda del mercato e di quello che viene in mente a Cristina Iemmi, la chef.
Cestino del pane ricco e vario, bella carta dei vini, pensata, molti spunti interessanti e originali sul territorio, senza ricarichi da furto e una ampia scelta al bicchiere.
Per cominciare, tra gli antipasti, una vignarola completa di tutti gli ingredienti, di grande soddisfazione, preparata praticamente come a casa. E delle gustose alici imbottite al profumo di agrumi, avvolte in foglie di porro e servite su un’insalatina di arance, lattuga e radicchio.
Tra i primi, oltre ai perciatelli con pomodoro fresco e guanciale croccante di Cori (la loro versione dell’amatriciana, in pratica) trovate sempre qualche proposta di pasta fresca, come ad esempio – fuori carta, nel nostro caso – dei leggerissimi gnocchi con barbabietola rossa con vongole e crema di piselli: un piatto di stagione, fresco, delicato con tutti i sapori ben netti al palato. Meno riuscita, invece, proprio la versione primaverile della gricia, proposta con gli asparagi. Troppo guanciale, aggiunto alla fine e non amalgamato al piatto, ma soprattutto lasciato eccessivamente asciugare, quindi poi secco più che croccante; inoltre su un insieme cremoso che, prevalendo su tutto il resto, più che una gricia, ricordava una cacio e pepe.
Tra i secondi, spesso in carta il galletto ruspante, alla griglia o con le patate, che consigliamo; ma anche una parmigiana di melanzane leggera, i saltinbocca con insalata di frutta o la tagliata di controfiletto. Asciutta e ben fatta la fritturina di alici e gamberi, efficace fuori carta, direttamente dal mercato.
In chiusura, da non perdere, la crostata di ricotta e visciole, ma ci sono anche la spuma di limone con salsa ai frutti rossi, il gelato al fiordilatte con le fragole e il semifreddo del giorno. Antipasti e primi sui 13 euro; secondi piatti tra 18 e 20; dessert a 8 euro.
Nel complesso un posto dove è piacevole ritornare, nonostante qualche défaillance: una cucina mai noiosa, l’atmosfera tranquilla, un servizio competente, e il conforto del buon bere, sempre assicurato.
Osteria dell’Arco
Via G. Pagliari 11 (Porta Pia)
Tel. 068548438
Chiusi domenica
Da campano campanilista vorrei semplicemente aggiungere che a suo tempo è stato uno dei primi ristoranti a Roma a credere e mettere in carta alla loro prima uscita in società i vini di Quintodecimo del professore Luigi Moio.FRANCESCO