Roma, Gino Capitone e la pizza a ruota di carro a Porta Pia


Gino Capitone, pizzeria e cucina napoletana
Piazzale di Porta Pia, 119
Tel. 06 4298 4524
Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena

ginocapitone.it

Gino Capitone a Roma, il pizzaiolo Emilio al forno a legna

di Virginia Di Falco

Davvero non si contano più le pizzerie napoletane a Roma.
Questa volta vi parliamo di Gino Capitone, un locale aperto poco più di due anni fa a Porta Pia, che funziona da pizzeria (con forno a legna) e da trattoria con cucina napoletana tradizionale.

Ambiente e stile parecchio pop, si gioca nell’arredo (e nella comunicazione, molto social) con l’iconografia napoletana di sempre: la sala richiama i cortili con le finestre per l’affaccio e le chiacchiere, le sedie sono in ferro battuto, le panche in muratura rivestite da colorate piastrelle di Vietri sul Mare (stessa ceramica anche per i piatti). E, ancora, limoni, pulcinella, peperoncini appesi e trallalà.

Gino Capitone a Roma, l’esterno

Gino Capitone a Roma, la sala

Ma veniamo alla pizza, perché è davvero molto buona. Dimenticatevi dello stile contemporaneo e dei super canotti, qui la tipologia è quella della ‘ruota di carro’: disco di pasta gigantesco, super disteso, che va oltre il bordo del piatto. Cornicione basso e stretto, base sottile. La lavorazione, dunque, così come la lievitazione, seguono la scuola classica, che più classica non si può. Il pizzaiolo, Emilio, lavora qui dall’inizio dell’attività, ma fa il pizzaiolo a Roma da otto anni e difende con convinzione questa tipologia.

Gino Capitone a Roma, il cuoppo fritto

Gino Capitone a Roma, la Diavola

Anche il menu è semplice e schietto: una parte è dedicata ad antipasti e insalate (il locale è aperto sempre, a pranzo e a cena, e qui si viene anche dai tanti uffici vicini) e alla cucina partenopea: scarpariello, gnocchi, Nerano, polpette alla genovese, spaghetti alle vongole, baccalà fritto in cassuola e così via. D’altro canto, la proprietà di Gino Capitone è la stessa di Ciro Purpetta in via Goito, trionfo dei piatti della nonna, per così dire.

Il cuore della carta, invece, è incentrato sulle pizze: classiche, di stagione e ai ripieni.
La margherita costa 8 euro, la ‘provola e pepe’ 8,50; la più cara arriva a 13 euro. I prodotti utilizzati sono tutti di qualità e per la maggior parte campani, dai pomodori pelati al fiordilatte, dalla pasta di Gragnano al provolone del Monaco DoP.

Gino Capitone a Roma, il calzone su due piatti

Capitolo a parte per i ripieni, qui il gioco si fa duro. Il ripieno (o calzone classico) con fiordilatte, ricotta e salame è talmente lungo che viene servito su due piatti! E per ognuno si può scegliere la versione al forno o versione ‘pizza fritta’, per i più temerari.

La frittura è ben eseguita, se ne può avere un saggio con il ‘cuoppo’ (13 euro, per due persone), in realtà un saggio dei classici fritti napoletani, con l’arancino, il crocchè, la frittatina di pasta, la montanarina e le frittelle di pasta cresciuta.

Gino Capitone a Roma, la pizza fritta

Gino Capitone a Roma, pizza fritta, dettaglio

Lista dei vini e delle birre molto basica, e un servizio di giovani attenti e preparati che si muovono tra sale interne e dehors con grande rapidità e destrezza.
Un indirizzo da consigliare per chi ama la pizza napoletana classica in un’atmosfera rilassata e di grande simpatia.

Gino Capitone a Roma, con crudo, rucola e grana

 

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