Ristoro Agricolo Fenucci, autentica cucina rurale marchigiana
di Marco Contursi
Quando pensi alle Marche, ti vengono in mente il mare e la cucina di pesce che vede nel brodetto uno dei suoi piatti top. D’altronde sono la patria di due chef fuoriclasse come Moreno Cedroni e Mauro Uliassi che dell’Adriatico conoscono vita morte e miracoli e lo raccontano nei loro ristoranti, con materia prima ittica e tecnica senza eguali.
Ma le Marche sono anche le dolci colline di Jesi, puntellate da tante aziende agricole, che allevano animali da cortile (tacchinelle, oche, papere ecc), producono olio e vino, e cucinano quello che la loro terra offre.
Io sono stato in una di queste e sono stato un gran bene: Azienda Fenucci a Montecarotto, provincia di Ancona.
L’azienda è il sogno del signor Raffaele Fenucci, che dopo anni di duro lavoro come autista di mezzi pesanti ha aperto questa bella realtà, che produce olio, alleva e somministra. Oggi Raffaele non c’è più, andato in cielo troppo presto a causa di un raro male, ma a continuare nel solco da lui tracciato c’è la figlia Maria Beatrice, cuoca dell’ attività di ristoro agricolo, coadiuvata dalla sorella Anna, che alterna le aule di tribunale come avvocato alla sala del ristorante e dalla mamma Giuliana, custode delle antiche ricette del territorio.
Sono partito con una degustazione dei vari oli extravergini da loro prodotti, da cultivar locali.
Ottimi prodotti, che ritroverò anche nei piatti. Ma qui siamo in campagna e si usa anche la sugna per rendere più gustosa l’oca al forno.
Una fragrante crescia di polenta accompagna i piatti, ideale per scarpettare nel sugo, con buona pace del bon ton.
Come primo non potevo saltare l’assaggio di uno dei cavalli di battaglia di Maria, i vincisgrassi con sugo di cortile, 7 strati di perfetta sfoglia fatta in casa e ragù con carni miste di animali dell’aia. Un gusto pazzesco per uno dei più buoni primi piatti mangiati qust’anno.
Ma una forchettata di tagliatella al ragù di oca è l’ottima scusa per finire la prima crescia, tuffandola nel gustosissimo sugo.
Oca del Batte, coniglio di Derna (porchettato con fave) e stocco di Bea, i secondi, trionfo della cucina locale, da accompagnare a semplici ma buonissime erbe spontanee saltate in padella e a croccanti patate al forno a cui un cucchiaio di sugna dona profumi antichi.
Ho fatto il bravo e non ho bevuto vino, quindi posso sbizzarrirmi coi liquori di fine pasto, foglie di ulivo e anice, compagni di viaggio perfetti per fragranti frappe e delicato tiramisù.
Un posto autentico, verace, come il calore di questa famiglia, che ti fa sentire a casa. Dopo tanti agriturismi che di agro hanno solo il nome ( e poi spesa fatta al cash), finalmente un posto genuino, ruspante, come la cucina di Maria Beatrice, e se un cliente non apprezza l’oca perché troppo “tenace” al morso, beh, non fartene un cruccio, non tutto è per tutti. Mentre per me sarà il maialetto al coccio, che promette meraviglie ed è una ottima scusa per tornare…perché l’oca è l’oca, ma il maialetto gioca in un campionato a parte….Schwein über alles.
Società Agricola Fenucci Raffaele
Ristorante Agricolo
Piazza Mazzini, 2, 60036 Montecarotto AN
tel 366 211 9792
prezzo medio 30/35