Ristorante Vespasia, Palazzo Seneca a Norcia: Emanuele Mazzella lascia
di Bruno Petronilli
Sono passati tre anni da quando la famiglia Bianconi ha chiamato Chef Emanuele Mazzella a Norcia: le ambizioni erano alte e i risultati non si sono fatti attendere. La Stella Michelin, conquistata l’anno scorso, aveva suggellato il rapporto e ostentato la validità del comune progetto.
Purtroppo, in coincidenza di una cena a dir poco strepitosa consumata a fine ottobre, apprendiamo di un inaspettato cambio di rotta: Mazzella lascerà la guida delle cucine del Vespasia l’11 gennaio 2017.
La notizia – è inevitabile – lascia un po’ di amaro in bocca a tutti. La qualità a cui era giunto questo magnifico ristorante era tale che, con orgoglio, l’Umbria poteva fregiarsi di una tavola di altissimo livello (anche grazie alla sala, splendida, capitanata dal bravo Mauro Clementi). Ora che succederà?
Passata la delusione alcune riflessioni e considerazioni.
Prima di tutto tre volte chapeau a Emanuele Mazzella (due, sinceramente, sono pochi…): la sua cucina, personale, moderna, a tratti “culturale” tra strali di pura umbritudine e chiare reminiscenze campane, rimarrà un ricordo lucente e felice. L’esempio più vivido sono proprio due piatti che abbiamo assaggiato nell’ultima visita: le Animelle e peperoni (di una tecnica impeccabile e di un’intensità gustativa incredibile) e la Genovese d’agnello (piatto della serata, vale – o varrà ahimé solo fino a gennaio – il tortuoso viaggio per raggiungere Norcia). La sua brillante idea di cucina gourmet si allocherà altrove e mi troverà pronto ad incontrarla ed apprezzarla anche al di fuori dell’Umbria.
Secondo: conosco bene la famiglia Bianconi, in particolare Vincenzo. La decisione di cambiare rotta, ne sono certo, è stata presa con dolore, ma con altrettanta sicurezza ritengo che il progetto sarà rilanciato con grande vigore, per raggiungere vette ancora più alte e inconsuete per una terra avida di novità.
D’altronde gli investimenti effettuati in questi anni lo dimostrano: il Vespasia non è che la punta di diamante di un’industria dell’accoglienza e della qualità a cui lavorano ben 180 persone.
Quindi Chef Mazzella saluta (“tre anni importanti per la mia crescita professionale, desidero sentitamente ringraziare tutti i membri della famiglia Bianconi con i quali, grazie ai loro sforzi e alla loro passione, sono riuscito a conseguire gioie, soddisfazioni e importanti riconoscimenti presso la loro struttura”) e gli auguro ogni bene. Ma un grande augurio desidero rivolgere a Norcia, la perla gastronomica dell’Umbria: da quel maledetto 24 agosto in cui la terra ha tremato, il turismo, fonte economica di primaria importanza, ha subito un calo disarmate, con percentuali che arrivano all’80%.
Direi che può bastare così. Torniamo a goderci Norcia per cortesia.
Un commento
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Purtroppo era un mio pensiero già il giorno dopo l’assegnazione della stella , mi dispiace che una regione con così grandi potenzialità rifugga in modo quasi totalitario l’alta cucina , purtroppo noi cuochi vogliamo cucinare ed avere un pubblico che ci aiuti a crescere per poterli servire sempre meglio , qui in Umbria tutto questo sembra non sia possibile i palati sono fossilizzati su piatti ormai obsoleti di cotture e pesantezza e a questo si aggiunge nell’ 80% dei casi la scarsa qualità della spesa e da qui la fuga di chef provenienti da fuori regione (Mazzella) e le chiusure di quelli residenti (Bistarelli e Gubbiotti) , auguri di sincero cuore a chi decide di rimanere e combattere e a questo vorrei fare un appello a chi scrive di cibo , battete l’Umbria e scrivete di chi fa buona cucina , ci aiuterete a crescere e a portare la bandiera di questa regione che niente ha da invidiare alle altre per materie prime e luoghi incontaminati da scoprire