Quanto Basta a Monte di Procida
di Romualdo Scotto di Carlo
Campi Flegrei, spiagge di Miliscola e Miseno: è l’altro mare di Napoli. Preso d’assalto dai bagnanti, in queste calde giornate d’estate, da chiudere assolutamente a tavola, al fresco, ritrovando i sapori del mare. Approfittate allora del bianco, comodo dehors e delle piccole sale accoglienti di “Quanto Basta”.
Aperto da qualche mese, è un tentativo interessante di vincere il triste cliché di una cucina flegrea rassegnata alla banchettistica da eventi, dall’alto costo e dalla bassa qualità.
Finalmente qualcuno comincia a ricordarsi che, a due passi da qui, qualche anno fà, “Cucchiaro”, a Baia, e la “Misenetta” di Salvatore Di Meo facevano scuola.
I resti di un colombario romano, inseriti nelle mura del locale, ci ricordano che poco distante c’è la necropoli di Cappella, con i begli affreschi della dea Iside.
Tutta la zona, in età imperiale, era sede della flotta augustea e di favolose ville patrizie. Siamo alle pendici di Monte di Procida e qualche storico situa proprio su questa collinetta la villa di Lucullo, mitico maestro dei gusti imperiali.
In tavola, si comincia con proposte semplici quanto centrate: la bruschetta accoglie un buon pomodoro del piennolo ma sarebbe stata degna anche di un pomodoro cannellino flegreo.
Ben eseguita la semplice insalata di polpo con patate come la seppia con crema di peperoni.
Da provare il gambero, dolcissimo, in crosta di sesamo e, soprattutto, la “caprese di mare”, con dadini di pomodoro e mozzarella impreziositi dal crudo di pesce azzurro.
Di scuola i primi, di tradizione ma non banali. Ricche le linguine ai frutti di mare; delicati i mezzi paccheri con pesce di zuppa, nel nostro caso un gustoso scorfano.
Sembra proprio di tornare alla cucina flegrea di un tempo, prima che cominciassero a imperare scampi e gamberoni d’incerta provenienza e a dilagare le alici marinate.
Ai secondi la proposta si fa quasi minimalista. “Pesce scottato”, recita il menù. Lo scopriremo ben accompagnato da scarola ripassata e salsa al caramello di limone e zenzero: ancora un piatto delicato e equilibrato
Solo al dolce la semplicità cede il passo. Il babà arriva accompagnato da liquore e crema di mela annurca (omaggio dovuto a un pregiato ecotipo flegreo) e profumato alla cannella regina. La bavarese, detta “frasteca” in ossequio al pistacchio con cui è farcita, è ricca di cremoso al cioccolato fondente e crumble alle mandorle: più Sicilia che Campi Flegrei, insomma!
Spunti interessanti nella piccola carta dei vini e un servizio cordiale ed efficiente per un conto tra i venti e i quaranta euro, bevande escluse, ci fanno sentire finalmente a nostro agio anche in terra flegrea.
Dal menù ci accorgiamo, infine, che vi è anche un’interessante proposta di pizze, anche queste non banali: scoprirne una alla cipolla ramata di Montoro è quanto basta per programmare un’altra visita!
Quanto Basta
Via Panoramica
Monte di Procida
Aperto sempre, chiuso il lunedì.
Tel. 333 316 1979
Un commento
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Finalmente sei tornato Romualdo, un ritardo più che degno della tua fama…mi piace sempre la passione che profondi nel descrivere il tuo territorio Flegreo con i suoi prodotti…ecco appunto, la cipolla Ramata Flegrea…:D