Ristorante Pinturicchio 40 a Roma, pennellate di sapori
di Franco D’Amico
Bisogna percorrere l’ultimo tratto della consolare Flaminia, la prima e più importante arteria dell’Impero Romano di cui il console Caio Flaminio, intorno all’anno 220 a.C., diede inizio alla sua costruzione per il collegamento da Roma verso l’Emilia Romagna e il nord Italia. Così, prima che la via Flaminia arresti la sua corsa dona il colpo d’occhio al Lungotevere e a Ponte Milvio, aprendo poi le porte della Capitale a Piazza del Popolo (già Porta Flaminia), ed è qui tra le ultime traverse che troviamo il locale Pinturicchio40, che prende il nome dallo stesso viale, in pieno quartiere Flaminio, facilmente raggiungibile con pochi passi dalla vicina piazza Mancini e dal centro.
SOUL FOOD 4 AMICI CAMPANI ALLA CONQUISTA DI ROMA
Quattro giovani campani dalle province di Caserta e Benevento, esperienza, anima e passione per la cucina, Alfonso, Vincenzo e Fiore, che rappresentano il “braccio” del locale, si lasciano coinvolgere da Emanuele, commercialista, imprenditore e “mente” del gruppo, in questo entusiasmante progetto. Nasce così l’idea soul food di “Pinturicchio 40”, con la filosofia della ricerca delle materie prime nazionali di qualità e di stagione, con riguardo speciale per le Eccellenze del Sud, ma anche provenienze dal panorama gastronomico oltre lo stivale, con pescato fresco, carni di Fassona e Chianina, selezioni importanti di salumi e formaggi, le paste di Gragnano e riso di alta gamma, la mozzarella di bufala casertana e la burrata pugliese, incursione nei piatti di alcuni Presidi Slow Food come il Conciato Romano dall’Alto Casertano e la Colatura di Alici di Cetara, e altri prossimi in arrivo, alimenti di alta qualità che vengono lavorati e preparati con sapienza dagli chef. Ricette della cucina romanesca senza stravolgimenti e pietanze mediterranee abbinate alla scelta dei vini di qualità anche Bio, che avviene direttamente previo contatto con i produttori, per cui troviamo una carta interessante in continua evoluzione con l’attenzione per le etichette della Campania, questo è quanto serve per rappresentare al meglio e con equilibrio l’enunciato “cibo per l’anima”.
DALL’ALTO CASERTANO VINCENZO DE CRISTOFANO CHEF
Vincenzo De Cristofano un amico di vecchia data, una sorpresa gliela dovevo trovandomi a Roma, così, senza preannunciare ecco la mia visita al Pinturicchio 40. Lui origini Alto Casertano, provenienza da Raviscanina un piccolo borgo pedemontano altamente a vocazione rurale, sulla via Francigena che rivendica i natali di Papa Celestino V, luoghi dove i profumi e i sapori del Sannio antico si intrecciano tra uliveti secolari di cultivar Tonda e vigneti di Pallagrello e la cipolla alifana, nella parte alta delle fertili valli del Volturno, di borbonica memoria. Vincenzo, autodidatta con il piglio per la cucina, sommelier con formazione AIS Caserta, esperienze con il baby Bistrot di Raviscanina che un pochino mi manca, poi la direzione del Giardino degli Ulivi di Piedimonte Matese allora Osteria Slow Food, contestualmente agli impegni con la Condotta Matese, infine il salto di qualità oltremanica a Londra ed eccoci ora a Roma per raccontare Pinturicchio 40, oggi fortunato me con la sua presenza tra i fornelli. Gli altri soci sono attualmente alternati con vari impegni e un’altra avventura romana di ristorazione, con il Pepe Nero in via Isonzo che è anche pizzeria napoletana.
SODDISFARE IL PIACERE CON GUSTO MEDITERRANEO E STILE VINTAGE
Alchimie e gusto mediterraneo nelle pietanze, colori e sapori, il ristorante Pinturicchio 40 si rivela da subito un ambiente sobrio in stile vintage ma allo stesso tempo luminoso e dinamico, comprensivo di due sale con 40-50 coperti max, e ancora qualche tavolo all’esterno del locale. Appena arrivati si viene accolti dalla signora Mariagrazia, molto discreta, attenta e competente nell’andirivieni tra gli ospiti.
Eccoci in ingresso, nell’attesa, l’aperitivo:
un coreografico pacchero croccante con finta maionese al prezzemolo, latte di soia emulsionato, spuma di ricotta di pecora, buccia di melanzana croccante e rondella di ravanello
In abbinamento, vitigno Chardonnay della regione Friuli Venezia Giulia:
Cantina Puiatti il Blanc de Blancs Metodo Classico Extra Brut, l’unico metodo classico ottenuto da uve chardonnay allevate nella zona Friuli Isonzo, per l’esattezza in località Zuccole a Romans d’Isonzo (Go), da un’azienda interessante e molto apprezzata nel mondo enologico nazionale, dal 1967. Nel calice ritroviamo le ampie emozioni dello Chardonnay, note iniziali di freschezza al naso ed eleganza al palato con ritorni minerali, al colore paglierino con riflessi dorati e perlage sottile si alternano in sequenza altri sentori tipici del vitigno come crosta di pane, seguiti da percezioni fruttate di pompelmo, mela fresca e di pasticceria, poi ritorni floreali di ginestra e macchia alpestre.
Il pane al curry e la tipicità in bianco serviti fragranti nel sacchetto di carta e tagliati a losanga, vengono illustrati nelle sale ai clienti, precisando che è stato prodotto al momento home made
l’antipasto:
una prima pietanza:
l’altro Chardonnay:
Cantina Forchir Viticoltori in Friuli, con l’etichetta “Chardonnay Claps” è uno dei prodotti di punta dell’azienda, in provincia di Udine, è basato sul vitigno Chardonnay le cui caratteristiche tipiche già descritte con lo spumante Puiatti ci riportano con questa etichetta ai profumi leggeri, con ritorni alla mela e alla crosta di pane fresco. Al gusto si presenta vellutato, morbido e armonico. Chardonnay, la sua incredibile varietà di componenti aromatiche emerge in modi diversi a seconda dei terreni e dei climi dove viene coltivato, dando vita a prodotti di qualità e struttura molto diversi tra loro. Lo Chardonnay rientra chiaramente nell’uvaggio dei migliori spumanti metodo classico del mondo, ed è inoltre dotato di grandi capacità di invecchiamento.
l’altro primo, continuano i sapori di mare:
il polpo e patate:
il dessert:
Il menù
Il menù è speciale, con ricarichi giusti anche nel bicchiere tra vini, birre e ottimi distillati, mira alla qualità e alla stagionalità, evolvendosi periodicamente, in esso sono contenute anche delle disgressioni campane come gli Spaghetti alla Pinturicchio con colatura di alici e il macco di fave con Conciato Romano, che sono solo parte di alcune novità abbinate ai Presidi Slow Food, ma non poteva mancare di certo il cacio e pepe alla Nazareno, l’abbacchio al pistacchio e tante altre bontà di terra e mare sicuramente da riprovare.
Ristorante Pinturicchio 40
Roma viale Pinturicchio 40 tel. 06/3227310
Open: lunedì-domenica 12.30/23.00