Ristorante Pineta 1903 a Maiori, cucina di mare all’ombra dei limoni


Pineta 1903

Lo staff di Pineta 1903 a Maiori

di Francesca Faratro

Siamo a Maiori, in Costiera Amalfitana. All’ombra di uno splendido limoneto, con l’aria che sa di mare e di agrumi, il ristorante Pineta 1903 si sta affermando sempre di più tra turisti e clientela locale da quando ha aperto, qualche anno fa.

Pineta 1903 - Il limoneto

Pineta 1903 a Maiori – Il limoneto

Ristorante Pineta 1903. In pieno centro a Maiori, anche se lontano dal caos e baciato dalla frescura ideale nelle sere d’estate, il locale della famiglia De Filippo punta sulla qualità e sulla ricerca dei prodotti di nicchia, molti dei quali Presidi Slow Food.
A capitanare i fornelli, Giuliano Donatantonio, uno chef che ben conosce non solo la tecnica ma anche le ricette tradizionali, e si diverte a tenere insieme le due cose.
Insieme a Carlo, titolare del locale e sua moglie, hanno studiato dei piatti che cambiano quasi ogni giorno in base alla stagionalità e alla reperibilità dei prodotti.

Capiterà dunque raramente di mangiare qualcosa assaggiata la stagione precedente, se non i classici e alcuni primi piatti che sono molto richiesti dai clienti più affezionati.
La loro filosofia si basa completamente, come dicevamo, sui prodotti freschi e reperiti il più delle volte direttamente dal pescatore o dal casaro. E lo stesso succede con le paste secche, ricercate  in ogni dove purchè dimostrino le caratteristiche giuste per la resa finale.

Tutto parte da un menù a la carte, nel quale spunta la proposta di percorsi degustativi con diverse portate. Vale la pena anche un assaggio di pizza, con impasti ben lievitati ed ingredienti utilizzati per le diverse farciture, tutti di buona qualità.

Pineta 1903 - Bigne' con ricotta e pomodori secchi

Pineta 1903 a Maiori – Bigne’ con ricotta e pomodori secchi

Il benvenuto dello chef è un bignè con ricotta e pomodori secchi, un buon inizio che punta sulla semplicità; mentre il pane è fatto in casa, con il grano saraceno.
Il primo antipasto, invece, è un fiore di zucca ripieno di ricotta su una vellutata di piselli “Centogiorni”.

Pineta 1903 - Fiore di zucca su vellutata di piselli

Pineta 1903 – Fiore di zucca su vellutata di piselli

C’è il trionfo della stagionalità con il fiore ripieno di ricotta e fritto, adagiato sulla vellutata verde dei piselli freschi.
Segue un totano di Furore scottato leggermente su un letto di mela annurca, cotta con la cipolla, in ricordo della genovese napoletana. A completare il piatto una mela disidratata e scaglie di cacioricotta del Cilento per esaltare la sapidità e smorzare le dolcezze. Perfetta la cottura del totano.

Pineta 1903- Totano su mela annurca e cacioricotta

Pineta 1903- Totano su mela annurca e cacioricotta

Continuano gli antipasti di mare con un pesce bandiera su una scapece di zucchine e mini calamaretti spillo. Gli accenni dell’aceto utilizzato nelle zucchine,  esaltano e vivacizzano il sapore dei pesci.

Pineta 1903 - Pesce bandiera e spillo su scapece di zucchine

Pineta 1903 – Pesce bandiera e spillo su scapece di zucchine

Tanta golosità per lo “squaglio” di provolone del monaco, un vero e proprio cult dello chef Donatantonio. Si tratta di un mazzetto di fagiolini con il formaggio fuso, reso croccante (e appagante) dal guanciale di maialino nero casertano.

Pineta 1903 - Squaglio di provolone del monaco con fagiolini e guanciale

Pineta 1903 – Squaglio di provolone del monaco con fagiolini e guanciale

Si continua poi  con la barra dritta verso la tradizione, con una fetta di burrata posta su una colatura di antichi pomodori di Napoli, crudi, in ricordo della caprese fresca.  In accompagnamento al piatto, il fico bianco del Cilento secco.

Pineta 1903 - Burrata su colatura di pomodori antichi e fichi secchi

Pineta 1903 – Burrata su colatura di pomodori antichi e fichi secchi

Dall’altra parte il classico mare e monti: vongole veraci e porcini.

Pineta 1903 – Vongole veraci e porcini

Ancora degustazione, stavolta con la salsiccia di tonno, servita alla partenopea su friarielli e  peperone crusco sbriciolato.

10 Pineta 1903 - Salsiccia di tonno su friarielli e peperone crusco

10 Pineta 1903 – Salsiccia di tonno su friarielli e peperone crusco

Cottura perfetta all’interno e manifattura eccellente. Il finocchietto è un palese ricordo e rimando alla classica versione fatta con il maiale.

E, ancora, un assaggio di moussaka, la tradizionale ricetta che greca con strati di verdure e mozzarella con carne tritata di podolica agerolina.

Pineta 1903 - Moussaka con podolica agerolina

Pineta 1903 a Maiori – Moussaka con podolica agerolina

L’assaggio di pasta non ha bisogno di grandi spiegazioni. E’ una pasta alla Nerano, ben eseguita secondo ricetta tradizionale e con l’aggiunta di fiori di zucca.

Pineta 1903 - Pasta alla Nerano

Pineta 1903 a Maiori – Pasta alla Nerano

Segue il baccalà  con papacelle su una crema di fagioli tabacchini e fave di tonka. A completare il tutto zeste di limone sfusato.

Pineta 1903 - Baccala' con papacelle, fagioli, fave tonka e limone

Pineta 1903 – Baccala’ con papacelle, fagioli, fave tonka e limone

L’ultimi piatto in degustazione è in onore allo storico gastronomo della Costa d’Amalfi, Ezio Falcone. E’ una sacca di vitellino ripiena all’amalfitana, con mozzarella, basilico e pomodori freschi, adagiata su crema di finocchi di Sarno con polvere di olive.

Pineta 1903 - Vitello ripieno all'amalfitana su finocchi e polvere di olive

Pineta 1903 – Vitello ripieno all’amalfitana su finocchi e polvere di olive

Si conclude in dolcezza con una caprese al limone fatta dalle donne di casa.

Pineta 1903 - Caprese al limone e sorbetto

Pineta 1903 – Caprese al limone e sorbetto

Diversamente dalle altre torte, stavolta c’è una buona consistenza data dai canditi inseriti nell’impasto e le mandorle in pezzi. Ogni singolo morso si potrà accompagnare con un fresco sorbetto allo sfusato, proveniente dallo stesso limoneto sotto il quale è possibile mangiare.

 

 

Un commento

  1. Ecco un’altra improvvisata foodblogger tra le tante che spuntano come funghi nella varia e sterminata prateria del cibo in Italia. Si dovrebbe istituire una specie di patente da rilasciare solo a chi dimostri di conoscere almeno le più elementari regole della divulgazione in fatto di gastronomia e ristorazione prima di imbarcarsi a scrivere recensioni che sono lette da migliaia di persone. Nella esaltazione acritica e priva di ogni benchè minimo rilievo e senza indicare la spesa media per un pranzo in questo locale c’è la netta sensazione della inaffidabilità di questo report. E’ la vittoria della superficialità di Trip Advisor

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