Eccellente cucina di mare al Ristorante Melchiò di Furore
di Enrico Malgi
Un ottimo pranzo goduto in compagnia di cari amici, preparato da una giovane ed affiatata coppia di chef, consumato dinanzi allo splendido panorama della Costiera Amalfitana ed abbinato ai territoriali e superlativi vini di Marisa Cuomo sono stati gli straordinari elementi che hanno allietato una magnifica giornata.
Vito Piccolo e sua moglie Caterina Cavaliere gestiscono in modo esemplare il minuscolo ristorante Melchiò di Furore, che si avvale di due panoramiche terrazze aperte sul mare sottostante e prospicente il comune di Conca dei Marini. I rispettivi compiti sono ben delineati: Vito resta ancorato ai fornelli per preparare le sue deliziose preparazioni soprattutto a base di pesce, mentre Caterina è intenta ad elaborare gli squisiti dolci e servire ai tavoli con consumata maestrìa. Purtroppo il locale durante il lungo periodo della pandemia è stato costretto a chiudere con grave danno economico da parte dei proprietari ed ovviamente con nocumento anche da parte degli affezionati clienti. Ma poi fortunatamente ha riaperto i battenti per la gioia dei molteplici avventori ed anche per la mia, perché confesso che ho eletto questo ristorante tra quelli che preferisco in assoluto.
Una sfilza di eccellenti antipasti ha dato inizio alle danze: zucca lunga fritta con calamaretti fritti ed ovuli nostrani; ricci di mare; lampuga marinata all’arancia con fragole bio e pezzetti di arancia; tonno alalunga con dressing di colatura, soia, provola e fichi bianchi essiccati con finocchietto selvatico; gamberi bianchi con burratina di Agerola, tartufo nero estivo e cipolla rossa in agrodolce; totani locali grigliati ripieni di cianfotta di melanzane, totano stufato e ovuli grigliati; seppiolina locale ripiena di zucchine alla scapece, pesca bianca in infusione di timo e porcino in lamelle; triglia locale scottata, fiore di zucca ripieno di ricotta e porcini piastrati.
A Vito non manca certo la fantasia e la creatività che sa trasmettere in modo sicuro ai suoi piatti, che risultano coreograficamente perfetti, ottimamente eseguiti, impeccabilmente assemblati e poi sono anche sfiziosi, leggeri, saporiti, freschi, deliziosi e profumati di mare.
Due i primi serviti insieme: raviolo caprese, tonno in salsa di vongole veraci e fiori di zucca; fusilli al ferretto Gerardo Di Nola con guazzetto di gallinella e zeste di arancia. Anche qui piatti da incorniciare, sostanziosi, ben bilanciati, freschi e raffinati.
Per secondo pezzogna alla mediterranea. Un piatto imperdibile, con la cottura del pesce eseguita in modo perfetto.
Per dessert delizia al limone con fragole. Dolce che ha visto la sua nascita nel 1978 proprio in Costiera Amalfitana. Massimamente goloso e connotato da un gusto molto molto delicato.
In abbinamento sono stati servite cinque splendide bottiglie di vini di Marisa Cuomo, in presenza del titolare Andrea Ferraioli.
Vito e Caterina sono due persone straordinarie, sempre attente e precise e che fanno dell’ospitalità la loro ragione di vita. Vito da parte sua possiede una mano fatata, che è andata sempre più migliorando progressivamente. Nei suoi piatti si scopre la vera essenza della Costiera Amalfitana, un luogo particolarmente prediletto e privilegiato, perché nel sorso degli anni ha saputo maturare una grossa esperienza e facendo sempre sfoggio di un’ottima padronanza, insieme ad una consolidata tecnica e praticando una giusta innovazione. Una cucina territoriale che si presenta leggera, acida, creativa e che sa trasmettere sempre una vera emozione, frutto di eccellenti e freschissime materie prime del mare e dell’orto.
Insomma, una visita in questo locale è necessaria senz’altro per tutti i gourmet. Sono sicuro che non ve ne pentirete. Teniamo presente poi che i prezzi praticati sono molto favorevoli e la carta dei vini è abbastanza nutrita, con i giusti ricarichi.
Ristorante Melchiò
Furore (Sa) – Via Santa Maria Vecchia, 5
Cell. 333 9155962 – 392 8722523
[email protected]
Locale aperto la sera e chiuso il lunedì. A pranzo aperto soltanto su prenotazione.
Coperti: 30 – Pasto completo intorno ai 50,00 euro escluse le bevande.
13 luglio 2021
di Enrico Malgi
Da qualche anno a questa parte il Ristorante Melchiò di Furore è diventato per me una piacevole tappa obbligata, da quando Andrea Ferraioli me l’ha fatto scoprire. Vito Piccolo e Caterina Cavaliere formano insieme una perfetta ed affiatata coppia di giovani davvero in gamba, prima nella vita come coniugi e poi hanno cementato la loro unione condividendo la comune passione per una ristorazione di alta qualità. Dopo il forzato fermo, causa pandemia, hanno ripreso da poco il lavoro con immutato impegno e passione, per proporre i loro deliziosi ed accattivanti piatti della tradizione marinara della Costiera Amalfitana appena rivisitati in chiave moderna.
Nel frattempo Vito ha maturato una sensibilità ed una tecnica davvero rilevanti, alleggerendo ancora di più le sue magnifiche preparazioni. Mentre Caterina si è sottoposta ad una dieta ferrea, acquisendo così una silhouette da mannequin, tanto da potersi muovere con estrema agilità come gazzella tra i tavoli collocati sulla panoramica terrazza, dove è stato allestito anche uno splendido orto.
Come al solito ho potuto godere di un magnifico pranzo di fronte ad uno spettacolo unico della Costiera. Ed allora su il sipario s’incomincia!
Tonno scottato con emulsione di gelso. Sfizioso, estivo, fresco, gradevole e molto leggero.
Da manuale il piatto successivo in tre combinazioni. Gambero rosso in tempura, con asparagi crudi e cotti; gambero bianco erborinato con carciofo crudo all’insalata; spuma di ricotta saporita con gambero bianco passato al cannello e arancia. Ottima prova di un gioco fatto di consistenze, acidità e croccantezza.
Crocchetta di patate e pesce bianco con carciofo grigliato, uova di palamita in salamoia e maionese alle acciughe. Eccellente esecuzione di un piatto coreografico, saporito e ben bilanciato.
Sandwich di pesce castagna e cernia con zucchine fritte e crude. Abbinamento molto indovinato, per un piatto gustoso e gradevole.
Fantastici i ravioloni di pasta di spinaci con ricotta profumata al limone, salsa corallo e limone candito. Piatto da incorniciare per sostanza e raffinatezza e connotato poi da uno stile di mediterranea purezza. L’uso del limone amalfitano è portatore di grande freschezza.
Spaghettone Gerardo Di Nola con genovese d’astice. Un vero capolavoro, un piatto davvero indimenticabile tra i migliori che abbia mai assaggiato certamente. Ottima la cottura della pasta e magistrale l’estrazione dei sapori.
Tris di dolci: mousse al limone con gel di gelso, con base di Pan di Spagna e profumato al limone; profiteroles con ripieno di namelaka al cioccolato bianco e ricoperto di crema morbida al limone e vaniglia; crostatina con fragole fresche. Dolci freschi, squisiti, deliziosi e cremosi, in piena sintonia con tutto il resto del pranzo.
Per accompagnare tutto il pranzo ecco qui quattro bottiglie di Marisa Cuomo: Furore bianco 2020, Ravello bianco 2020, Rosato 2020 e Fiorduva 2019.
Dalla mia prima avventura ho riscontrato sicuramente ampi miglioramenti da parte di Vito, che ha fatto tesoro di alcuni consigli. La sua è ormai una tecnica consolidata, frutto di una consumata esperienza, competenza e grande capacità professionale. In più sa sperimentare piatti innovativi, ma sempre restando fedele alle grandi e generose potenzialità che offre tutto il territorio amalfitano, ricco com’è di eccellenti materie prime, soprattutto dell’orto e del mare. Per questo la sua cucina, mai banale e scontata, sa donare impareggiabili emozioni e sapori inconfondibili, con una preparazione di piatti che prediligono acidità, leggerezza, equilibrio, fantasia e creatività.
Ristorante Melchiò
Furore (Sa) – Via Santa Maria Vecchia, 5
Cell. 333 9155962 – 392 8722523
[email protected]
Locale aperto la sera e chiuso il lunedì. A pranzo aperto soltanto su prenotazione.
Coperti: 30 – Pasto completo intorno ai 50,00 euro escluse le bevande.
Report del 19 settembre 2020
Sono tornato da Vito Piccolo insieme con Andrea Ferraioli, che ha il merito di avermelo fatto conoscere, e Rosario Di Giacomo presso la splendida location di Furore, dalla cui meravigliosa terrazza l’occhio spazia per buona parte sull’incantevole panorama della sottostante Costiera Amalfitana. Siamo stati accolti premurosamente dallo stesso Vito e da sua moglie Caterina Cavaliere, la quale, dopo una forzata dieta, sfoggia una perfetta silhouette.
Nell’occasione abbiamo gustato un sontuoso menù quasi tutto di mare.
Due cosucce carine, deliziose e non impegnative tanto per iniziare: ricci di mare e ricottina saporita con porcini saltati, insieme allo scampo in tempura.
Subito dopo ecco qui una nutrita composizione di un ricco e sfizioso antipasto, comprendente tagliatella di seppia con insalatina di funghi porcini, friggitelli e porcini; scampo crudo con cipolla rossa di Tropea in agrodolce e mela verde; tartare di tonno, mozzarella di bufala e basilico; carpaccio di gamberi e misticanza di stagione; porcini grigliati e arancia. Piatto ben bilanciato e segnato da un’ottima acidità.
Per primo Vito ci ha preparato paccheri al ragù di pesce e vongole veraci. Piatto sostanzioso, raffinato e connotato da sapori eccellenti.
Imperdibile e da manuale il fusillo al ferretto, con mantecato di melanzane, ricciola marinata con la colatura di alici, salsa di soia e melanzane fritte. Una superba e magistrale esecuzione pur nella sua semplicità.
Piatto perfetto quello successivo con l’aragosta e tonno grigliato con dressing alla menta. Il tonno è cotto benissimo, croccante fuori e rosa all’interno, mentre l’aragosta è deliziosa.
Dolci a go go per terminare l’ottimo pranzo. In successione predessert con cremoso al pistacchio, terra di cacao e coulis ai frutti di bosco; babà al rum con crema morbida al limone; bignè al latte cremoso al mascarpone e glassa rocher; cake al limone, streusel al pistacchio e gelato alla vaniglia. Dolci buonissimi, defaticanti e poco zuccherini.
Tre le bottiglie di vino scelte da Andrea Ferraioli: Vigna Grotta Piana Ravello Costa d’Amalfi di Ettore Sammarco, Calpazio Greco Paestum di San Salvatore 1988 e Spumante Brut Dubl Falanghina Metodo Classico di Feudi di San Gregorio.
Bene, in conclusione posso affermare che Vito è sicuramente sulla buona strada, perché fa leva su un’ottima tecnica e grande padronanza, frutto di una capillare formazione professionale. Il menù è vario, confortato da sapori ben definiti e segnato da una perfetta cifra stilistica. Al Melchiò si vivono sensazioni uniche davvero, allettati da profumi fantastici, buon cibo, panorama mozzafiato e coccolati da un’atmosfera rilassante e romantica. Vito e Caterina poi ci mettono tutto l’amore, la cortesia e la disponibilità possibile a totale servizio del commensale, favorendo anche un eccezionale rapporto qualità/prezzo. Buona la carta dei vini, sicuramente migliorata dall’ultima mia visita. Per tutto questo penso che una sosta al Ristorante Melchiò di Furore sia davvero una tappa obbligata. Provate!
Ristorante Melchiò
Via Santa Maria Vecchia, 5 Furore (Sa)
Cell. 333 9155962 – 392 8722523
[email protected]
Locale aperto soltanto la sera e chiuso il lunedì. A pranzo aperto soltanto su prenotazione.
Coperti: 30
Pasto completo, escluse le bevande, sui 45.00 euro.
Report del 6 giugno 2019
Ristorante Melchiò a Furore. La Divina Costiera ha preferito mettersi l’abito invernale: cielo plumbeo e minaccioso, mare mosso, bassa temperatura e tanta pioggia. Nonostante questo, però, il suo proverbiale appeal rimane immutabile, tanto da attirare sempre molti stranieri da tutto il mondo, che si vedono scorrazzare in giro un po’ sorpresi ed abbigliati incredibilmente con pantaloncini corti e sandali ai piedi e muniti soltanto di qualche sporadico impermeabile per ripararsi dalla pioggia battente.
Oggi ho deciso di fare tappa da Andrea Ferraioli a Furore e poi di recarci a pranzo insieme con sua moglie Marisa Cuomo e l’amico Rosario Di Giacomo al Ristorante Melchiò, per testare i nuovi piatti del giovane chef Vito Piccolo, che ho scoperto l’anno scorso proprio grazie ad Andrea. La visita precedente mi aveva lasciato abbastanza soddisfatto, seppure avevo riscontrato qualche piccola pecca da correggere.
Nel frattempo è stata costruita una minimale e scenografica sala sulla terrazza appena entrati, che guarda il magnifico mare sottostante ed è posizionata proprio di fronte al presepiale abitato di Praiano.
Vito si destreggia con consumata maestrìa ai fornelli, mentre sua moglie Caterina Cavaliere e sua cognata Linda servono ai tavoli. La cucina è naturalmente segnata dai prodotti del pescoso mare amalfitano e sostenuta anche dai genuini frutti dell’orto di casa.
Per antipasto lo Scampo al cannello, marinata di fave e nocciole di Giffoni. Bene, nel piatto ci sono tutti gli ingredienti giusti per formare un assemblaggio sfizioso, gradevole, fresco, leggero e croccante.
Ottimo senz’altro anche il piatto seguente di Ventresca di tonno gratinata, insalatina di spinaci e maionese allo zafferano. Pure qui Vito dimostra di avere bene assimilato il concetto di una perfetta miscellanea degli ingredienti, riuscendo a trasmettere sapori e colori, con l’uso sapiente di prodotti di mare e di terra.
E che dire poi del piatto successivo di Capasanta scottata e tre diversi modi di presentare il carciofo: crudo, grigliato e fritto? Un vero capolavoro, con il mollusco che si presenta bello sodo, tenero e gustoso, mentre i carciofi, che come sappiamo amano un clima più fresco che caldo, in questo ambiente più autunnale che primaverile si trovano perfettamente a loro agio. Carnosi e leggermente amarognoli al punto giusto.
Stupendo il Gamberone rosso nostrano, con fiore di zucca in tempura, farcito con ricotta e zucchine alla scapece. Piatto mediterraneo, molto equilibrato e che nella sua semplice composizione trasmette grande goduria. Un’alchimia di sapori sapientemente dosati.
Da leccarsi i baffi (ed io per fortuna ce li ho…) e da fare il bis il Raviolo ripieno di ricotta di Agerola, crema di piselli, gamberi grigliati e limone grattugiato. Freschezza, freschezza ed ancora tanta freschezza nel piatto, che fa salivare la bocca. Superba e magistrale esecuzione.
Riso carnaroli allo zafferano, arancia, punte di asparagi e seppia scottata. Piatto da incorniciare. Riso croccante cotto perfettamente al dente, come ormai si usa finalmente anche qui al Sud. Seppia tenera e gustosa. Gli asparagi esibiscono il loro caratteristico sapore amarognolo, che contrastano la dolcezza della seppia. Qui Vito sa giocare di consistenza e mantenendosi sempre fedele al suo ruolo di apportatore di freschezza, che diventa così il filo conduttore di tutte le sue preparazioni.
Da manuale la Tagliata di tonno, insalatina di finocchi, asparagi e fagiolini. Cottura perfetta del tonno ed ottima composizione del piatto.
Ed eccoci arrivati ai dolci, preparati da Linda Cavaliere sorella di Caterina.
Cannolo di sfoglia con crema al limone, Babà al rum su crema inglese al limoncello e subito dopo una deliziosa Bavarese alla nocciola, caramello salato e frutti di bosco. Squisiti, leggeri e deliziosi. Brava davvero Linda nel doppio ruolo di cameriera e di pasticcera. Solitamente a fine pasto cerco di non mangiare dolci, o almeno di assaggiarli il meno possibile. Con questi qui la tentazione è stata troppo forte e non ho potuto resistere, tanto che avrei fatto volentieri il bis.
Ad accompagnare tutto il pasto Andrea ha pensato bene di portare dalla sua cantina tre eccellenti bottiglie: Rosato Costa d’Amalfi Doc 2018 da Aglianico e Piedirosso e l’immenso Furore Bianco Fiorduva Costa d’Amalfi del 2008 e del 2013 con Fenile, Ripoli e Ginestra. Vini strepitosi. Sui dolci, invece, è stato servito il Passito Mel di Antonio Caggiano con Fiano e Greco. Ottimo senz’altro anche questo vino.
L’anno scorso, come dicevo all’inizio, sono rimasto abbastanza soddisfatto, questa volta invece devo dire che sono rimasto entusiasta della cucina di Vito, che in poco tempo è riuscito a fare enormi progressi. Mi piace la sua tecnica, la ricerca, la professionalità e l’inventiva con cui prepara raffinati piatti innovativi, ma sempre rispettosi del territorio. Sa calibrare bene gli ingredienti, con un leitmotiv da seguire sempre uguale: la freschezza nel piatto in modo assoluto, sottolineata anche dall’immancabile presenza di un fiore edulo in tutte le proposte. Da Vito si vive un’esperienza sensoriale davvero favolosa, perché sa regalare le giuste emozioni e serenità ad ogni piatto, mettendoci sempre passione e tanto amore. Materie prime stagionali di elevata qualità fanno poi da corollario alle sue curate e precise preparazioni. Tutto questo poi è amplificato dalla stupenda e romantica location sospesa quasi nel vuoto e con vista impareggiabile e poi da un servizio preciso, molto curato ed inappuntabile. Caterina e Linda sono due persone accoglienti, semplici, sorridenti, cordiali e simpatiche. Cantina discretamente fornita con ricarichi dei vini al giusto prezzo. Peccato soltanto per il poco spazio disponibile, che penalizza soprattutto chi vorrebbe godere di questo piccolo Paradiso e non può. Basta comunque prenotare ed un posto ci esce sempre di sicuro. Provate!
Ristorante Melchiò
Via Santa Maria Vecchia, 5 – Furore (Sa)
Cell. 333 9155962 – 392 8722523
[email protected]
Apertura tutte le sere a cena e pranzo su prenotazione. Chiuso il lunedì
Coperti: 30
Menù alla carta. Menù degustazione a base di pesce di cinque portate (antipasto, due primi, un secondo e dessert) 55,00 euro a base di carne 45,00 euro, escluse le bevande.
Si effettuano anche lezioni di cucina per ospiti stranieri nel B&B gestito dalla famiglia Piccolo-Cavaliere.
Ristorante Melchiò a Furore
4 Commenti
I commenti sono chiusi.
Lei furoreggia leccandosi i baffi con tale frequenza che temiamo prima o poi debba farne senza.D’altra parte non si può fare diversamente con la ventresca scottata di sicuro accompagnata con un buon piedirosso d’annata o un’intera bottiglia di fiorduva sul risotto alla seppia arrostita.PS Un dubbio sorge spontaneo :ma come ha fatto finora a salvare la licenza di guida?Con simpatia FM.
Carissimo Francesco, per mia fortuna ho un fedele amico che mi accompagna quasi sempre e, quindi, non ho timore di bere vini così strepitosi.
Finalmente un’inversione di tendenza, di solo cavatappi non si vive, grande ENRICO
Tante donne però hanno vissuto di solo Tire-bouchon FM