Lo Stuzzichino a Sant’Agata: la cucina del cuore in Penisola della famiglia De Gregorio
Reduci dall’antica Abbazia di Crapolla, dove abbiamo goduto per un angolo vitivinicolo di Francia in Campania, scendiamo a Vico…e poi saliamo a Sant’Agata sui Due Golfi.
Sant’Agata gastronomica evoca nomi altisonanti.
Ma stasera vogliamo analizzare la materia prima, la semplicità, l’accoglienza, l’impegno sul fronte del buon cibo compatibile con l’ambiente.
E se ancora non fosse chiaro, sto scrivendo de “Lo Stuzzichino”, il locale della famiglia De Gregorio, che vede la luce nel lontano ’89 come rosticceria.
Siamo nella penisola sorrentina, a Sant’Agata sui Due Golfi, frazione di Massa Lubrense e che sporge proprio, dal lato di Positano sul golfo di Salerno e dal lato di Sorrento, su quello di Napoli.
Qui è terra di turismo, gli stranieri si avvistano a frotte. Sono qui per godere di uno degli angoli più suggestivi al mondo.
Ed è in questi posti brulicanti di grandi alberghi e ristoranti di grido che ha origine la storia della famiglia.
Papà Paolo e mamma Filomena, dopo aver lavorato nelle cucine di molti di questi, aprono un’attività tutta loro, Lo Stuzzichino, nella quale chiamano a collaborare i figli Mimmo e Giuseppe, già inseriti all’epoca, nei servizi di sala di alcuni ristoranti del posto.
L’organigramma aziendale, ancora oggi, prevede responsabilità di cucina, per Paolo, Filomena e Giuseppe, mentre la responsabilità di sala è affidata a Mimmo e a sua moglie Dora.
Mimmo rappresenta “la faccia dell’ osteria”. Chi passa per Lo Stuzzichino non può non aver interagito con lui.
Per disquisire di prodotti, o più semplicemente per confrontarsi sulle preferenze in teme di tecnica di cucina. Per affrontare la diatriba su cucina della tradizione o cucina gourmet, o banalmente per parlare di teoria dell’accoglienza. Mimmo è sempre presente, sempre pronto e infervorato nella promozione degli innumerevoli prodotti di nicchia che la nostra regione può vantare.
Su tutti, i prodotti dei presidi Slow Food, di cui egli ne è un grande consumatore oltre che estimatore. Ed è per questo, oltre che per “rappresentare al meglio tutte le caratteristiche della tipica trattoria italiana: piatti della tradizione regionale, materie prime locali di qualità, cotture semplici e prezzi che consentono a chiunque di potersi concedere un pranzo o una cena fuori. Il tutto accompagnato accompagnato dalla giusta dose di affabilità e garbo nell’accoglienza dei clienti” che, ormai da molti anni Lo Stuzzichino è insignito della chiocciola Slow Food nella guida Osterie d’Italia. Ma è anche “migliore trattoria d’Italia”. premiata per la guida L’Espresso dei ristoranti, nella categoria “premi speciali”.
Pur essendo “la mia prima volta” presso la sua osteria, ho un rapporto speciale con Mimmo (a parte che è un grande fan del Broccolo Aprilatico di Paternopoli), abbiamo in comune la passione per i gamberi, lui per quelli di Crapolla, ed io per quelli del Calore :D
Sta lì ore ed ore, con gli occhi che gli luccicano, a parlare dei relativi sistemi tradizionali di pesca con delle nasse costruite con giunco e mirto … Mimmo, nun t’allargà … i primi ad usare questo tipo di nasse, siamo stati noi, in Irpinia nella pesca ai gamberi del Calore e le chiamavamo “Taurasse”!!! :D :D :D
Beh, è evidente che tra “ il talebano dei due Golfi ” ed il sottoscritto ci sia una “corrispondenza di pescosi sensi”, e quindi non potevo non apprezzare la verve dell’uomo nel perorare la causa dei propri territori , ma anche i suoi piatti.
Veniamo accolti da un sontuoso antipasto: alici fritte e involtino di pesce bandiera e provola affumicata. Come da copione, materia prima eccezionale (al gusto, le alici sono molto simili a quelle del Calore… ;-)) Squisito anche il polpetto alla Luciana, in evidenza sia il pesce che il pomodoro di cottura.
Proseguiamo con un fusillo di Gragnano (non era irpino, ma manco … De Martino, tiè presidè!!! :D ) cozze e pecorino, mi ha specificato Mimmo …”di Carmasciano”!!! Ah, perciò…le cozze non si sentivano!!! :D
Prosegue la cavalcata con un regale merluzzo del fiume Sabato (baccalà di ottima scelta), alla brace con contorno di cipolla ramata di Montoro in agrodolce!!! Che solluchero, sono a casa…Giusto per non perdere le abitudini pugliesi, ci arriva a tavola un piattone di “taratufi” a cui manca solo la parola…lo spazzoliamo in dieci secondi, dieci (ah, non ero da solo, ma con il campione mondiale di pesca sul Calore, al secolo Mirko Balzano che a tempo perso cucina anche :D) e naturalmente eseguo il solito rito del vino direttamente sul frutto di mare…buono, ma ahimè…non era fiano (ma tanto, mica eravamo venuti per i vini della penisola sorrentina??? :D)
Terminiamo con due botte finali: la delizia al limone e la torta ricotta e pere. Buono, ma i limoni non erano quelli della famosa Costiera di Montevergine, né le pere quelle di San Mango…le ho sentite!!! :D :D :D
P.s. Mimmo ti voglio bene!!! (anche per farmi perdonare) :D
Ristorante-Osteria-Pizzeria Lo Stuzzichino
Via Deserto 1a, 80061
Sant’Agata sui Due Golfi (Na)
Tel. 081.5330010
12 Commenti
I commenti sono chiusi.
Ho mangiato due settimane fa cozze e pecorino allo stuzzichino e non era davvero niente di che… Cioè non metto in discusione la qualità degli ingredienti, ma se in cucina c’è uno chef mi aspetto qualcosa in più non un piatto che potrei fare a casa a prezzi da ristorante…
Su Casale del Giglio come cantina dico anche no, grazie.
Gentile Genny, potrebbe cortesemente dirmi cos’è che non le è piaciuto del piatto e perchè? Così, magari ci confrontiamo…
Da Mimmo a giugno uno dei pranzi migliori della mia vita.Tutto eccellente e Mimmo è patron come pochi.Grandissimo Stuzzichino.
premesso che il mio animale da compagnia preferito è la cozza;
premesso che il mio formaggio da compagnia preferito è il pecorino (carmasciano??? quanti ricordi);
il fatto stesso che uno chef ti faccia riconoscere i sapori di questi due meravigliosi ingredienti, mi sembra già un grande risultato.
trattandosi poi dello stuzzichino, il rischio è scampato a prescindere.
sono scettico solo sulla millantata pescosità del calore… ho qualche dubbio in proposito.
…ma come si fa a dare credito a un “signore” che si fa chiamare ” Henry Barrel”…per decenza non svelo il suo vero nome…e nemmeno quello del suo parrucchiere di fiducia!!! :D :D :D
Forse mi sono espresso male, non è che non mi è piaciuto, e che dopo aver letto tanta esaltazione ho caricato di aspettative il piatto… Che con ottimi ingredienti come quelli usati, può fare anche mia moglie a acasa. Per cui mi chiedo, dove sta l’essere tanto “speciale”?
Vi ringrazio vivamente dei vostri utili e meravigliosi commenti. Il nostro è il piacere del Buono, pulito e giusto così come mi ha sempre insegnato il grande maestro meglio l’ambasciatore Slow Food Carlo Petrini.
Dove è l’essere speciale di Mimmo? ma in tutto, nell’accoglienza, nelle materie prime, nel sorriso sincero, nel saperti consigliare un vino, nell’accompagnarti se ha tempo a vedere i due golfi nel punto più panoramico….dallo Stuzzichino si sta bene, questa è la verità.
” … stasera vogliamo analizzare la materia prima, la semplicità, l’accoglienza, l’impegno sul fronte del buon cibo compatibile con l’ambiente…”. Questo è l’incipit del pezzo, caro Genny, ed è proprio qui la forza di Mimmo. Come giustamente dice lei, semplicità e ottima materia prima, e non sottovaluti sua moglie se riesce ad ottenere questi risultati, significa che è veramente brava!!! ;-)
Tornatore, Lei cerca il Credito di una persona in un nome o in una pettinatura? Andiamo bene…
Se proprio devo essere sincero, nei vini, non amo l’uso eccessivo della botte….quanto alla pettinatura, prediligo i ciuffi rispetto alle improbabili frangette che porti tu…normalmente!!! :D
questa discussione è decisamente off topic, un po’ come parlare delle alici del calore :-(