Ristorante Izakaya: un angolo di Giappone a Napoli


di Annatina Franzese

Conosco Giovanni D’Alessandro da tempo immemore.
Su di lui, il Giappone, ha sempre sortito un fascino particolare.
Sembra ieri che mi raccontava di questo miraggio nel deserto ed oggi è già realtà, nonostante di mezzo sia trascorsi 12 anni.
Un arco temporale in fondo breve, ma intenso, caratterizzato da studio, ricerca, rapporti professionali e personali stretti ogni giorno di più .

Si è impegnato molto Giovanni, tanto da arrivare a conquistare addirittura la fiducia di Muhenaru Ozaki san, l’unico allevatore in tutto il Giappone ad aver ottenuto dalla Japanese Wagyu Association, grazie all’ innovazione e alla qualità dei suoi allevamenti,  l’autorizzazione a poter dare il nome alla sua carne (normalmente il nome dall’allevatore non compare, risulta solo il nome della zona dove crescono gli animali).

Appena fuori dalla “Piazza dei Gagà”, a poche centinaia di metri dalla via dello shopping e dal cuore della movida, nei locali che un tempo furono sede di Japone, Giovanni ha dato vita ad Izakaya, la prima parte di un progetto ambizioso, che di qui ad un anno raggiungerà la piena realizzazione con la nascita di un vero e proprio polo giapponese a Napoli.

Che cos’è Izakaya?
Nel senso etimologico del termine, un luogo “dove bere e divertirsi”.
Se dovessi, però, descriverlo con una frase mia, direi che una porta che si apre nelle viscere di Napoli per catapultarti, quasi con la segretezza ed il silenzio di una riunione carbonara, in pieno Giappone.
Un bancone di legno, sei posti a sedere e la possibilità di gustare, in formato asporto o in loco prenotando un percorso degustazione, la proposta studiata dallo chef Angelo Giugliano.

Izakaya - chef Angelo Giugliano

Izakaya – chef Angelo Giugliano

Figlio del Vesuvio, originario di Terzigno, Angelo si è appassionato alla cucina tra le mura di casa, per poi decidere di trasferirsi a Londra in cerca di fortuna.
La piena realizzazione come uomo e come professionista, è arrivata a Copenaghen, dove si è fermato per circa 8 anni .
«Ho avuto modo di imparare e lavorare in diversi ristoranti, ma due li ho realmente nel cuore, Barabba ed il grande Noma. È alle persone incontrate lì che devo la mia formazione e tutta la mia professionalità ed è per questo che li porterò sempre con me», mi racconta Giugliano.
Dopo 8 anni a Copenaghen, Angelo rientra in Italia, precisamente a Napoli, collabora con lo chef Giuseppe Molaro (ndr. Stella Michelin Contaminazioni Restaurant) e poi incontra Giovanni D’Alessandro, mente del progetto, con il quale è stato subito “amore a prima vista”.
«Questo progetto rappresenta pienamente la mia idea di cucina. Posso esprimere la mie idee  e  condividerle con i commensali che sono lì davanti a me. Per me è molto importante avere un contatto diretto con i clienti, mi trasmette energia e per questo ritengo Izakaya un posto perfetto per far venir fuori tutto il mio sapere e la mia fantasia», aggiunge Angelo.

In carta, tanta roba. Materia prima di qualità e ottima lavorazione.
Nonostante lo spazio sia piccolo e la serata organizzata su turni, l’atmosfera che si respira è molto piacevole e confidenziale, tanto da farti venir voglia di trattenerti a oltranza, anche solo per guardare Angelo preparare il pesce con la tecnica di cottura warayaki.
A questo giro, non mi sono abbandonata al percorso degustazione (60 euro), nonostante la promessa sia quella di “un’autentica esperienza giapponese”, ma ho provato solo qualche piatto.

L’ immancabile sashimi otoro tuna ikejime

Izakaya- Sashimi

Izakaya- Sashimi

Gyoza fatti a mano ripieni di maiale e  serviti con funghi shitake  alla brace e agretti in agrodolce

Izakaya- Gyoza

Izakaya- Gyoza

Bao con ripieno di stracotto di wagyu e sedano rapa, emulsione di ristretto di pollo e funghi shitake e nasturzio

Izakaya- Bao

Izakaya- Bao

Rombo dry-aged per 8 giorni con cottura alla brace per rendere la pelle croccante arricchito con salsa al aglio nero  asparagi e cicoria selvatica alla brace condite con aceto di mela, pest di sesamo e olio di alga kombu

Izakaya- rombo

Izakaya- rombo

A fine serata e tenuto conto che Izakaya è molto più di Izakaya stesso, Giovanni mi apre in anteprima le porte di Ruri Restaurant, centro della sua visione, il fine dining di soli 12 posti, i cui lavori sono ancora in corso e che vedrà in cucina la presenza dello chef Yanagi Hiroshi.

Izakaya- Ruri Restaurant

Izakaya- Ruri Restaurant

Izakaya- Ruri Restaurant Interni

Izakaya- Ruri Restaurant Interni

«Izakaya nella mia mente è nato dopo Ruri allo scopo di riutilizzare quella materia prima che lo chef giapponese scarterebbe e per poter sperimentare anche l’asporto, che con la proposta ristorante non avrebbe senso.
È stato inaugurato prima semplicemente per una questione logistica», mi spiega.

4 suites giapponesi, completeranno l’idea del polo giapponese, che consterà dunque di: fine dining, street food e accomodazione.
Nel b&b, l’idea è quella di una vera e propria esperienza giapponese a tutto tondo, in grado di passare dalla colazione alla spa seguendo le regole del Sol Levante.

Con convinzione Giovanni afferma: «Vengo dal settore aeronautico, sono broker di vini, ma il mio sogno è sempre stato quello di realizzare qualcosa di questo genere qui a Napoli. Ho investito tanto su questo progetto e quando ho capito che c’erano le condizioni per metterlo in piedi mi sono guardato allo specchio e ho detto “o adesso o lo rimpiangerò tutta la vita”».

 

Izakaya

Vicolo Santa Maria Cappella Vecchia 30 – O Napoli

Chiuso la domenica

Aperto dal lunedì al giovedì dalle 19 alle 23

Venerdì e sabato dalle 19 alle 23.30

Cell. 3338621135