Ristorante Cucromia ad Andria: nomen omen
Ristorante Cucromia ad Andria
via Canosa 150
Tel.370 370 7464
Aperto a pranzo e a cena, domenica solo a pranzo
Chiuso il martedì
Mail: info@cucromia.it
Quando non ho più blu, metto del rosso.
(Pablo Picasso)
di Michele Polignieri
Poco meno di 100.000 abitanti Centro storico bellissimo, palazzi storici e pietra, pietra ed ancora , pietra… ovunque……….Murgia vera.
Conobbi Andria nel 1994; ne apprezzai l’ agricoltura animata dall’olio extravergine prodotto dalla pianta CORATINA, dalla tanta mandorla Tuono, Pizzuta, Filippo Ceo e Genco, la mia preferita tra le 100 cultivar pugliesi, ma anche quelle “antiche” come Banchiera, Fragiulio, Pappamucco, Mennula bianca, Mappamucco e Tenera Bianca; ne apprezzai la cucina con in testa l’indimenticata m’sciska di equide e di maiale, stesso nome di quella garganica ma, questa, è un’altra cosa, spaziale direi.
Scarsa, invece, era (ed è), la zootecnica al punto che il formaggio a pasta filata più famoso che vi si produce, la BURRATA, non potè che essere IGP anziché DOP proprio per il necessario approvvigionamento dei caseifici cittadino con latte raccolto persino fuori regione (e fuori nazione).
A quell’epoca la ristorazione cittadina era altra cosa rispetto alle esigenze del pubblico attuale.
I locali si rincorrevano tra una comparsata di personaggi famosi ed un banchetto ad obsolescenza programmata.
La ricerca e le espressioni colorate utili a far girare la giostra erano tutte ispirate a quella evoluzione gastronomica forte di una onda lunga innescata dalla comparsa, poi consolidata, di tecniche di criocongelazione, gelificazione ed utilizzo di emulsificatori, ultrasonicatori ed i famosi termostati ad immersione per cotture sotto vuoto a bassa temperatura, tanto divenute famosa quest’ultima, che qualche originale interprete la utilizzò per una cottura di carni avicole al “rosa”, segno evidente di un disagio creativo, espressione certa di una affettazione compulsiva circa l’utilizzo dello strumento.
Sembrò infinitamente facile raccogliere guanti di sfida capaci di generare, nel tempo a seguire, mastercheffini tricolore ad ogni angolo del Paese, ma probabilmente fu proprio da qui in poi che venne sancita la necessità di una interpretazione più identitaria “dell’agricoltura fatta cibo”, che suggerì il ritorno a piatti di nitida riconoscibilità territoriale, con rimandi a quella origine tanto vilipesa quanto, poi , invocata e che, mai come ora, trova riscontri in tutti i ristoranti italiani, stellati compresi.
Oggi il grosso centro pugliese ospita belle realtà imprenditoriali che, da Pietro Zito in poi, hanno generato talenti in cucina che sono ormai proiettati a vari livelli di notorietà.
Tra questi la novità è CUCROMIA, (da cook e colori), utile fermento nella ristorazione, nato nell’anno horribilis di questo inizio secolo, quel 2019 che ci proiettò verso l’incubo chiamato “lockdown” pandemico a cui molti hanno dovuto pagare pegno per lutti ed aziende chiuse.
Nasce da una idea di Sabino Carbotti, personaggio attivo nel settore da almeno 5 lustri che con Grazia Antonini Chef e Roberta Crocetta alle pubbliche relazioni,
ha avviato questo bel ristorante alla periferia della città, allocato nella austera, monumentale e bellissima, Villa Ceci sede di una signorile struttura alberghiera.
Grazia, nata a Trinitapoli ma abruzzese per formazione, anima la struttura con una cucina che lei stessa definisce spiccatamente territoriale pur se con un adeguato condimento di rivisitazione da generare, nomen omen , un armocromia sfruttando i temi della successione delle stagioni.
Trovano posto in menù sia piatti di terra che di mare a formare i due differenti menù degustazione ad un prezzo più che onesto per una cucina di livello.
Pranzo:Tutti i giorni dalle 12:00 alle 14:30 – Martedì chiusi.
Cena: Tutti i giorni dalle 18:00 alle 22:30 – Martedì & Domenica chiusi
via Canosa 150, Andria, Italy, 76123
370 370 7464 Cellulare
Mail: info@cucromia.it
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