Conciabocca a Roma, bistrot di cucina romana a Testaccio
CONCIABOCCA
Via Rubattino, 22 (Testaccio)
tel. 333.7060065 – 339.8879004
Aperto: a pranzo e a cena
Chiuso: domenica sera
conciabocca.it
Conto medio sui 50 euro.
di Virginia Di Falco
Giulio & Giulio. Uno in cucina, l’altro in sala. Galeotta fu l’esperienza di consulenti, a quanto abbiamo capito.
Giulio Burtone, 33 anni, si è formato in diversi ristoranti importanti, a partire da Pipero, quando Luciano Monosilio accendeva una stella sulla carbonara più fotografata di Roma (anche da noi). Giulio Marchesini, di un anno più grande, ha invece consolidato il suo mestiere di direttore di sala soprattutto all’estero.
Amici e soci, una visione comune di ristorazione e 5 anni fa aprono Conciabocca, ispirandosi per il nome a una poesia di Aldo Fabrizi.
Non aspettatevi però un locale pop da cartolina. Qui la romanità non è uno stornello, ne’ in sala, ne’ in cucina.
Sala più che sobria, tavoli nudi in legno grezzo e sedie da osteria, tessuto naturale per i tovaglioli, luci soffuse.
C’è un menu degustazione a 45 euro piuttosto invitante e ben organizzato. Ma la carta nel suo insieme incuriosisce e sollecita a pizzicare qua e là. Gli antipasti sono piccoli piatti a mo’ di tapas, che davvero “acconciano la bocca” e stuzzicano l’appetito, come nel caso del rombo marinato con topinambur, ravanello e cedro caramellato. Non mancano spunti orientali anche se poi picchiapo’ e vignarola che farciscono i soffici bao, panini a vapore fatti da loro, mantengono la barra dritta su Roma.
D’altro canto, chi non ha voglia di sperimentare, ha a disposizione la pagina intera dei “grandi classici” fatti come tradizione comanda, dalla coratella allo gnocchetto di semolino, dai saltimbocca agli involtini al pomodoro.
Tra i primi piatti, una gradevole zuppa di verdure di stagione per chi cerca conforto (e infatti l’hanno chiamata “del pellegrino”) e una sfiziosa declinazione (con i fusilli) della ricetta romana di terra-mare forse più conosciuta, con l’arzilla e il broccolo romano. Più asciutta e con una spinta marina più decisa rispetto a quella tradizionale.
Una certa vivacità anche nei secondi piatti, con un controfiletto di asino cotto alla perfezione e un medaglione di lenticchie rosse con fagiolini e zucchine, profumato agli agrumi, che non fa rimpiangere per nulla le proteine della carne.
In sala, atmosfera piacevole grazie a un servizio super professionale e cordiale. La carta dei vini è curata e attenta ai produttori regionali, con mescita e prezzi che invogliano a bere.
La chiusura dolce ritorna sulle suggestioni della tradizione, con la tartelletta di frolla (buonissima) farcita con ricotta vegetale di mandorle e composta di visciole oppure con la pasticceria secca, con le ciambelline al vino e i tozzetti.
Nell’insieme, una cucina che ci è piaciuta per una lettura lieve e non folcloristica della cucina romana; e per gli spunti più originali che non richiedono un interprete al momento della scelta.