Rigettando, il libro di Ugo Tognazzi che ci porta nella cucina delle passioni
di Alfonso Sarno
È possibile intitolare un libro che parla di gustosi intingoli «Il rigettario»? Certamente, se l’autore è un uomo di rara intelligenza, sapientemente sarcastico, attore dalle mille sfaccettature ed innamorato del cibo, ergo della vita, qual era, anzi è poiché continua ad essere amato, citato e ricordato dal pubblico d’ogni età. L’artista in questione è Ugo Tognazzi, autore – appunto – de «Il rigettario. Fatti, misfatti e menu disegnati al pennarello».
Il volume – pubblicato nel 1978, recentemente rieditato da Fabbri a cura da Delia Agenzia Letteraria arricchito dalle prefazioni dei figli Thomas, Gianmarco, Maria Sole e Ricky Tognazzi – è stato presentato da quest’ultimo insieme con Luciano Pignataro, Ernesto Iaccarino, chef del ristorante stellato “Don Alfonso 1890” di Sant’Agata sui Due Golfi e da Domenico Credendino, presidente della Fondazione Carisal nel Salone degli Affreschi del Complesso di San Michele di Salerno nel corso del terzo appuntamento della rassegna letteraria “Abitatori del tempo. L’impegno civile della letteratura”.
A completare il tutto l’intervento video di Simona Izzo, moglie di Ricky e nuora del finto burbero Ugo che ha anche parlato del libro «4 sorelle, 8 matrimoni, 9 divorzi» scritto ad otto mani con le sorelle Rossella, Fiamma e Giuppy.
«C’è chi rilegge lettere d’amore o contempla le immagini del passato, io, che trovo tutto ciò piuttosto funebre, guardo i menu del passato e mi rallegro: si possono sempre far rivivere un piatto, ridestare un sapore, risentire un aroma». Questa la filosofia del gusto del famoso attore, ieratico/dispotico sacerdote dei fornelli – tutto doveva scegliere, tutto controllare – che i familiari trovavano, la mattina, inginocchiato davanti all’enorme frigorifero d’antan provvisto di finestrelle, in adorazione di carni, formaggi e verdure che poi si armonizzavano nei cibi raccontati nel «rigettario» e non ricettario perché scriveva: «…rifiuto tutto ciò che in, gastronomia e nell’arte culinaria – con tutto il rispetto per i Grandi Esperti, i Venerato Soloni – è convenzionale, prestabilito, codificato…Le persone che io generalmente invito sono tutte maggiorenni e non si fanno scrupolo , proprio per quella «filosofia del rigetto» di cui ho parlato, di rifiutare questo o quel piatto oppure l’intero menu, perché «rigettario» vuole anche dire rigetto del pregiudizio secondo il quale «il padrone si offende se non si mangia».
Una grande bugia, in realtà, svelata da Richy Tognazzi. «Ogni venerdì sera c’era la cena dei dodici Apostoli. Invitava dodici amici tra questi Mario Monicelli, Leo Benvenuti, Paolo Villaggio e, unica donna, Iaia Fiastri, che giudicavano i singoli piatti con una votazione che andava da straordinario ad un giudizio – diciamo – particolarmente forte e colorito. Una volta, al terzo risultato negativo, mio padre interruppe la votazione, raccolse i bigliettini, li chiuse in una busta. Quanto gli chiesi perché l’avesse fatto mi rispose che li avrebbe portato da un grafologo per scoprire i nemici».
Scena degna del conte Raffaele Mascetti, il personaggio interpretato da Ugo Tognazzi nel film cult «Amici miei» diretto da Monicelli ma che è la spia del grande amore e rispetto che Tognazzi aveva per il suo ruolo e per la cucina da lui rigorosamente concepita a chilometro zero. «È vero – continua Ricky – raccoglieva libri, studiava ed amava condividerla con gli amici e virtualmente con il pubblico. È stato tra i primi personaggi dello spettacolo a divulgarle in televisione e con i libri che ha scritto». “Il rigettario» con i 18 menu da lui ideati, accompagnati dalla data in cui il pranzo o la cena si erano tenuti, il racconto del convivio, i colorati menu scritti e disegnati da lui per ognuno degli ospiti, insieme con le nuove 22 ricette aggiunte esemplifica al meglio la filosofia della vita e del gusto del grande attore cremonese, re non soltanto sul palcoscenico e sullo schermo ma anche ai fornelli.