Figli dello zucchero: degustazione di rhum con Luca Gargano
di Marina Betto
Far trasudare dalle proprie parole quello che è il clima, la vegetazione, la storia della gente delle isole caraibiche significa parlare di Rhum. L’International Rum Conference nel 2014 assegna a Luca Gargano il titolo di Mejor Experto del Ron 2014 e incontrarlo a Roma, ascoltarlo presentare e raccontare un quintetto di Rhum da lui selezionati è stato come essere andati in quei luoghi tropicali. Nel libro Atlas du Rhum edito da Flammarion scritto da Luca Gargano troverete tutta la storia di questo magnifico distillato, della sua evoluzione, della sua riscoperta e la passione che anima questo importatore italiano che giovanissimo decide di partire per la Martinica e ritornare in Italia carico di meraviglie come un moderno Cristoforo Colombo. Sarà l’inizio di una carriera volta alla ricerca di prodotti raffinati, unici, eccellenti che verranno commercializzati dalla Velier (società d’importazione fondata nel 1947).
Il Rum è frutto di una materia prima assolutamente genuina e autentica e cogliere nei vari distillati le differenze tra le isole Antigua, la Martinique, la Barbade, Cuba, la Republique Dominicaine, Haiti, la Jamaique, Porto Rico implica esperienza e passione. La canna da zucchero per ottenere il rhum viene scelta in base alle proprie caratteristiche aromatiche e non per il valore produttivo; spesso è una canna autoctona, non ibridata come la rarissima Canne Cristalline tenera, magra, molto dolce e aromatica, che si trova solo ad Haiti e il distillato che ne deriva rappresenta la quintessenza di un terroir, dove non si utilizzano prodotti chimici, dove il terreno viene ancora preparato con l’aratro e alzato dai boeuf ( tori), dove non si utilizzano diserbanti e la canna una volta raccolta viene portata in distilleria e subito pressata tra i rulli del mulino con l’utilizzo dei soli lieviti naturali e senza diluizione con acqua e dopo più di cento ore di fermentazione si imbottiglia lo spirito al grado di uscita dall’alambicco.
Rhum Rhum Blanc PMG 56% nasce a Marie Galante isola della Guadalupa nelle piccole Antille, unica isola libera dalla schiavitù dal 1848 abitata da Indiani, Cinesi, Neri liberi del Congo e Portoghesi dell’isola di Madeira; qui viene istallato nel 2005 presso la distilleria Bielle un primo alambicco Muller e successivamente un’altro da 1200 litri scaldato a bagnomaria. Il distillatore è Vittorio Gianni Capovilla e la riduzione a 56% viene fatta con acqua del cielo. Incolore, questo distillato possiede un naso intenso di zucchero filato e caramella mou, un olfatto burroso sfaccettato da sentori sferzanti di zenzero e liquerizia, fieno su un sottofondo minerale e marino. La canna da zucchero da cui nasce proviene da Papua Nuova Guinea.
Rhum Rhum Liberation 2012 59,8% è un’altro prodotto di Guadalupe. La canna da zucchero impiegata è la Canne Rouge B47.259 varietà quasi scomparsa nelle Antille il cui taglio viene ancora fatto con le ” coutellas”; il succo fresco senza diluizione fermenta e dopo la doppia distillazione in alambicchi Muller si stabilizza per un anno in inox per poi invecchiare in botti ex Yquem . Ha un colore ambra e un naso mielato con ricordi di caramella d’orzo. In bocca si avverte lo zucchero quasi bruciato, l’orzo, il frutto del carrubbo in modo caldo e intenso.
Clairin Haiti Sajous 53,5 % è il Rhum dei poveri come la tafia del XIX sec. Ad Haiti ci sono 532 distillerie( in realtà delle baracche piene di api, farfalle, mango, papaya e cocchi). Questo prodotto unico, ottenuto da una canna unica che cresce senza l’utilizzo di nessun prodotto chimico viene distillato con alambicchi del 1780 a fuoco nudo e imprigiona tutto il carattere di chi lo fa. Siamo d’avanti ad un Rhum bianco, forte, dal gusto pieno e fumé con sentori di frutta esotica, finocchio e anice e nessuna dolcezza zuccherina. E’ come bere un prodotto di trecento anni fa, autentico, vero dalla sorprendente ricchezza aromatica.
Caroni Trinidad 1998 64,5% ha in se una storia incredibile e straordinaria a cominciare dalla sua scoperta fatta da Luca Gargano nel 2004 a Trinidad. La distilleria in Southern Main Road è dismessa quando viene visitata da Gargano che animato da un’insopprimibile curiosità si aggira tra i suoi ruderi e sarà lì che in un vecchio hangar il liquidatore Rudy Moore gli mostra centinaia di barili di rhum di cui il più vecchio è del 1974; sono rhum eccellenti e vengono imbottigliati a pieno grado per non snaturare nemmeno un goccio di questo eccezionale tesoro. Nel 2005 verranno mandati in Europa 74 barili da cui si imbottiglieranno i primi otto Rhum e sarà Caroni mania. Caratterizza questo rhum una concentrazione molto forte, per l’intervento del legno e un’esterificazione molto accentuata. Questo è l’ultimo rhum di Trinidad perchè dopo questo millesimo la melassa per la produzione proverrà dall’estero.
Demerara Versailles & Diamond 64.5% ci porta in Guyana dove la demerara Distillery permette solo a Velier di ricercare e selezionare vecchi barili grazie all’amicizia con Yesu Persaud ” the Chairman”. Si tratta di rhum nati da singoli alambicchi della Diamond Distillery, sempre quantità molto limitate invecchiate 100% in Guyana e imbottigliate full proof cioè a gradazione piena. Invecchiando in loco si disperde così più velocemente il prodotto e di conseguenza se ne hanno poche quantità a disposizione ma si tratta di rhum autentici. Questo in particolare color mogano ha un’anima caramellata e fumè, tutti i fiori tropicali nel suo bouquet mescolati alla frutta e a note mentolate.
Un piccolo prezioso spaccato su questo distillato che vuole attrarre la curiosità su un mondo ancora tutto da scoprire.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Brava Marina!
Va detto che oggi la Velier detiene quasi l’80% del mercato del Rhum.
Belle le descrizioni e soprattutto altamente professionali quelle che si rifanno anche alle varietà di canna da zucchero adoperate che sostengono, prima ancora di un’accurata distillazione, la base di ogni rhum serio.
Una lacrima di commozione al Sajous che ho più volte bevuto e definirei un sorso di autenticità caraibica.
Una conferma certa il Caroni del quale ho avuto il piacere di bere anche un 1995. Carattere, corpo ed esplosione di sensazioni olfattive infinite in quest’ambra scura liquida dove anche i riflessi ti avvolgono.
Complimenti Marina!
Bellissimo articolo. Ti avevo avvisato che sarebbe stato un’esperienza interessante, emoziante e altamente formativa. Hai perfettamente sintetizzato lo spirito della serata. Se posso permettermi, grandioso ultimo rhum in degustazione, un blended in the barrel, frutto dell’assemblaggio in una unica botte di due prodotti di alambicchi differenti. Un’anteprima mondiale che rischia di non vedere la luce. Spiazzante, per chi già non ne conosceva le armonie vegetali, il Clairin Sajours proposto, che ha conquistavo molte persone (e non hanno assaggiato il Casimir!). In questo caso Luca Gargano, non costretto da esigenze restrittive che generalmente ha le rare volte che si concede alle masterclass dei festival, ha goduto, presso il ns. show-room, di ampia libertà comunicativa. Oltre le tre ore di spiegazioni e aneddoti alcuni peraltro divertenti, in una serata che sembrava non aver mai fine, da parte di colui che ritengo essere il miglior comunicatore di rhum che abbiamo in Italia e, aggiungo, non solo. Alla prossima!