Respiro 2003 Aglianico Cilento doc
ROTOLO
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 20 a 25 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Anche la versione 2003 di questa azienda contadina, un Roddolo del Sud (gli amici piemontesi capiranno cosa intendo), conferma i toni assunti dagli ultimi millesimi: siamo in presenza di un Aglianico classico, del tutto uguale a quello delle zone interne dell’Irpinia e del Sannio per struttura ed eleganza, ma con un po’ di sole in più che regala maggiore potenza al bicchiere facendone un rosso del Sud grazie ad una vendemmia spinta in bilico tra maturazione e surmaturazione nella vigna di San Rocco a Rutino, una collina vicino Agropoli e i templi di Paestum. L’uscita è quella senza tempo tipica dei ritmi del Cilento, con due anni trascorsi in barrique dopo la vinificazione in rovere, poi ancora un annetto di bottiglia. La versione 2003, provata a Lecce nel seminario organizzato dalla condotta Slow Food Neretum, risente ovviamente dell’annata per quel pizzico di frutta e di alcol in più rispetto alla 2001 e soprattutto alla 2002 ma il Respiro non è scomposto a favore di queste due componenti, anzi, il primo impatto, oltre al rosso rubino carico ma non impenetrabile, è un piacevole incrocio dolce tra frutta rossa, spezie e vaghi sentori di tabacco biondo appena tostato, poi un po’ di caffé e infine note balsamiche appena accennate. In bocca l’Aglianico di Alfonso mostra tutta la sua imponenza, con un ingresso autorevole, fresco, caldo, sapido, la conquista del palato intero sino alla fine della lingua, ben stuzzicata dai tannini non ruvidi ma presenti, infine il finale lunghissimo e intenso, asciutto e secco, da vino di gran classe. Amo molto il Respiro, l’ho inserito nei vini dell’Arca della mia Guida ai Vini della Campania, perchè è un vino moderno, ossia basato su concentrazione e barrique, ma non ruffiano perché la volontà di Alfonso è quella di esaltare le componenti dell’uva non di nasconderle con l’uso massiccio del legno. Certo, non è un vino facile, parla ai palati del Sud in primo luogo, poi a quelli esercitati da molte beve in secondo che arrivano alla fine del percorso con la voglia di qualcosa di autentico e di non scontato. Con De Conciliis e Maffini, Rotolo è stato il simbolo della rinascita del vino cilentano grazie a questo vino e a un bianco anch’esso straordinario, vendemmia dopo vendemmia, il Valentina da uve fiano: un rinascita che purtroppo, a distanza di quindici anni dal loro affacciarsi sulla scena, non vede ancora altri protagonisti così autorevoli e determinati sulla tipicità. La storia di Rotolo nasce dal padre, cantiniere della Cantina Sociale di Rutino, la cui struttura è stata chiusa per quella cronica incapacità dei meridionali di stare insieme, ed è proseguita con una attenta e seria vinificazione delle proprie uve su queste colline tappezzate da olivi secolari. Una storia di successo, la testimonianza di come sia possibile per i giovani realizzarsi e appagarsi restano sulla terra invece di abbandonarla come è avvenuto dal Dopoguerra a tutti gli anni ’80: vergogna è fare anticamera da un politico per un posto, non zappare e potare le vigne.
Sede a Rutino, Via San Cesareo, 18. Tel. 0974 830050. www.alfonsorosotolo.it Enologo: Alfonso Rotolo. Ettari: 5 di proprietà e 2 in fitto. Bottiglie prodotte: 30.000. Vitigni: aglianico, fiano, piedirosso.