Reggio Emilia, pizzeria Piccola Piedigrotta
di Virginia Di Falco
Giovanni Mandara, detto Gio’, sta qui con la sua pizzeria dal 1989. Direttamente da Tramonti. Il paese dei pizzaioli. Tutti mi dicono che è la pizza più buona di Reggio Emilia.
Mai avrei pensato di raccontare una pizza cotta in un forno NON a legna. Quindi, astenersi dalla lettura della storia talebani di professione.
Perchè, appunto, quella di Gio’ è una storia da raccontare. Una storia bella e buona.
La pizzeria, all’inizio con pochi tavoli, localino senza pretese, è in centro, in piazza XXV Aprile, la zona dei teatri, sotto un piccolo albergo di provincia. Qui, alla fine degli anni Ottanta Mandara comincia a proporre la pizza napoletana, «impasto morbido ed elastico, completamente privo di grassi. Viene stesa a mano senza toccare i bordi che lieviteranno meglio in cottura, un veloce passaggio in forno molto caldo, che la lascia soffice e gustosa». Piace subito, poi comincia anche con un po’ di cucina, qualche piatto della tradizione amalfitana, ma anche lo sforzo di imparare cosa offre di buono la terra che lo ospita e gli da’ lavoro. Così si fa conoscere, piace ai reggiani, un po’ alla volta si fa strada.
Poi qualche anno fa, la svolta. Il piccolo albergo viene rilevato dal Comune e con una ristrutturazione architettonica molto bella ed efficace diventa un centro di cultura, lo Spazio Marco Gerra e la pizzeria resta piccola ma con un bancone centrale per le degustazioni, e il resto dei tavoli in una zona esterna, verandata, e perfettamente integrata nel restyling. D’estate si mangia sotto gli ombrelloni, fuori all’aperto sulla piazza, anch’essa completamente ripresa.
E il successo continua. Il fine settimana non si accettano prenotazioni. Si arriva e ci si fa mettere in lista. Una fila ordinatissima, e, soprattutto, disciplinata, praticamente sovietica, aspetta che ci sia la “chiamata”. Il servizio è vivace, molto partecipato, cordiale ed efficiente. Giovanni gira tra i tavoli, cura il coordinamento di tutte le comande, trova il tempo di salutare ai tavoli, non perde di vista un passaggio. Tra il forno e le sale, si va come il vento. Ma non hai mai l’impressione che qualcuno ti metta fretta. Dalla cucina un menu perfettamente in equilibrio tra l’Emilia e Costiera. Mortadella, crudo di Parma, le acciughe all’amalfitana. E poi i tortelli ma anche spaghetti di Gragnano e gli scialatielli. E non bisogna essere foodies per capire subito che qui si punta sulla qualità dei prodotti.
E che questo è il successo della pizza di Mandara. Pomodori San Marzano e corbarini, bufala di Battipaglia, le immancabili uova di Parisi, i capperi siciliani, le acciughe di Aspra, la cipolla ramata di Montoro. E poi tanta fantasia negli abbinamenti (oltre alle classiche, ovviamente) e persino qualche azzardo. C’è la “Piedigrotta”, con mozzarella di bufala, pomodori pachino, porcini e basilico; la “Tramontina” con pomodori, spinaci e salame piccante; la “Carbonara” con le uova di Parisi; persino la “Moka”, con mozzarella di bufala, patate lesse, parmigiano reggiano, speck al naturale di Armin, e una spolveratina di caffè Passalacqua.
A completare una carta di vini e birre artigianali piccola ma ragionata e ben costruita.
Insomma, una storia di successo. Dal pionerismo nel proporre i prodotti della terra amalfitana alla curiosità e al rispetto per tutta la tradizione italiana in cucina. E poi la voglia di aggiornarsi, sempre, e di mantenere un legame, di affetto e di amicizia con i colleghi campani, a partire dalla sua Tramonti.
Un pezzo d’Italia che funziona. Che bello poterne parlare.
Piazza XXV Aprile (Spazio Gerra)
Tel. 0522 434922 – 406248
Chiuso: lunedi
www.piccolapiedigrotta.com
5 Commenti
I commenti sono chiusi.
Confermo che è la pizzeria migliore della città, nonché la prima in cui ho mangiato a Reggio Emilia: che per uno che si era appena trasferito dal sud, poteva rivelarsi anche un trauma… E invece, dopo 20 anni che vivo qui, ogni volta che ci torno è sempre un piacere, sia per bontà del cibo sia per la simpatia dei gestori.
E VOGLIO VEDERE SE LA PROSSIMA VOLTA CHE VENGO A REGGIO MI CI PORTERA’ QUALCUNO DI MIA CONOSCENZA….FA PROPRIO VENIRE L’ACQUOLINA IN BOCCA….
Speriamo si continui a seguire esempi come Mandara e non solo lui. Vedi Berberè, O Fiore Mio per non parlare dei Tigli. E anche il recente Erasmo a Modena. Per togliere dai piatti suole travestite da pizze, che non ti lasciano nulla sia durante e dopo averle mangiate.
Dalle foto sembrano proprio delle pizze squisite…. Pertanto mi associo al commento di Carla e quando verrò a Reggio ….. ;-)
Sicuramente da provare, sarò a Reggio a breve pertanto a presto Giò…….!!!!!