Vi presentiamo i 23 pasticcieri e i panettoni di RePanettone a Napoli!
di Dora Sorrentino
Grande successo alla prima tappa partenopea di Re Panettone. Ventitré pasticcieri da tutta Italia hanno presentato i loro panettoni artigianali nella Sala degli Specchi del Grand Hotel Parker’s ad un pubblico notevolmente interessato ad un prodotto sì tipico milanese, ma che negli ultimi anni è stato sdoganato fino a raggiungere grande notorietà in tutto il resto della penisola, soprattutto al Sud.
Ecco i 23 partecipanti di questa prima edizione meridionale:
Cucchi – Milano: dal 1936, Cucchi a Milano è sinonimo di alta pasticceria. A Napoli ha presentato il panettone tradizionale milanese, prodotto con lievito madre con lunghissimi tempi di lievitazione.
De Riso – Tramonti (Sa): sono tredici i panettoni proposti dal Sal nazionale, più due focacce dedicate a Babbo Natale ed alla Befana. C’è l’imbarazzo della scelta, tra l’ormai storico panettone al limoncello e la new entry Fior D’Arancio, con cioccolato ed arancia.
De Vivo – Pompei (Na): da una pasticceria campana nasce la provocazione: il panettone alla sfogliatella, un esperimento che vuole mettere insieme Nord e Sud attraverso due tipicità, il panettone per l’appunto con la sfogliatella napoletana.
Di Biase – Eboli (Sa): anche in questo caso, un esperimento di Angelo Grippa che mette insieme il settentrione d’Italia con il meridione, grazie al Babettone, babà più panettone, o meglio, panettone infuso nella bagna del babà.
Dolciarte – Avellino: parlare di Carmen Vecchione è come sparare sulla croce rossa oramai. Il suo lievito madre, che ha origine nel laboratorio del maestro Morandin, curato come un figlio, porta a prodotti eccellenti. Da gustare le varie versioni con castagne e cioccolato, caffellatte e l’ultimo ma non per importanza Panramata, con cipolla ramata di Montoro.
Forno Sammarco – San Marco in Lamis (Fg): la Puglia è tutta qui, nei panettoni di Antonio Cera, realizzati sia con grano arso e farciti di uva zibibbo o fichi, e ancora quelli realizzati con farina di grano tenero, aromatizzati con gli agrumi del Gargano ed altre eccellenze del territorio.
Gabbiano – Pompei (Na): Salvatore Gabbiano già da alcuni anni è sulla cresta dell’onda in fatto di panettoni. Lo abbiamo conosciuto durante le presentazioni dei dolci natalizi organizzate dal Molino Caputo ed il suo panettone è un prodotto che tiene molto alto il livello di produzione della regione in cui opera.
Il Giardino di Ginevra – Casapulla (Ce): Anna Chiavazzo ha saputo ben coniugare il proprio territorio alla tipicità milanese. Il suo Pan(n) di Bufala viene realizzato non con burro, bensì con panna di bufala. Anche in questo caso, la classe non è acqua e lo potrete verificare attraverso l’assaggio di altri tipi di panettone sempre a lievitazione naturale.
Imera – San Cataldo (Cl): dalla Sicilia con furore, e precisamente dalla provincia di Caltanissetta, Giovanni Imera propone la sua versione di panettone tradizionale, senza conservanti e a lievitazione naturale, confezionato nella classica scatola di latta per preservarne la freschezza.
Lombardi – Maddaloni (Ce): ancora un nome dalla Campania, la pasticceria Lombardi, che presenta un panettone tradizionale, ottenuto dopo una lievitazione di trentasei ore. Numerose le proposte in esposizione, tra cui le varianti al cioccolato, con ganache di panna e cioccolato e quella al caffè.
Marigliano – San Gennarello di Ottaviano (Na): Pasquale Marigliano è una garanzia in fatto di dolci, soprattutto per i lievitati. Dopo una lunga formazione in Francia presso i più grandi maestri della pasticceria francese, è tornato in patria mettendo in pratica quanto appreso all’estero. Da tenere in considerazione il panettone ai frutti di bosco e quello al cioccolato.
Mazzali – Governolo (Mn): Grazia Mazzali è erede di una lunga tradizione nel mondo della pasticceria. Si occupa personalmente della selezione delle materie prime che vanno a comporre i suoi dolci, cura nel dettaglio soprattutto la produzione di panettoni seguita attentamente in ogni singolo passaggio, dalla selezione degli ingredienti fino al confezionamento del prodotto. Tra le novità, il panettone al tartufo.
Mennella – Torre del Greco (Na): un altro nome altisonante della pasticceria campana, stiamo parlando della famiglia Mennella che opera a Torre del Greco e che ha aperto di recente vari punti vendita anche a Napoli. Dietro tutta la produzione, c’è un lungo lavoro svolto attentamente, soprattutto per quanto riguarda il panettone. La lavorazione prevede un lungo processo di lievitazione, che si aggira intorno alle 36 ore.
Mimosa – Tolentino (Mc): il panettone marchigiano ha un buon riferimento in Roberto Cantolacqua, che realizza panettoni speciali con ingredienti vari tra cui, fichi, tè, mandarino, castagne, agrumi, caffè e cioccolato.
Morandin – Saint-Vincent (Ao): di Morandin conosciamo già tutto, dal padre Rolando, maestro di numerosi pasticcieri di tutta Italia e non solo, al figlio Mauro che continua la lunga tradizione di famiglia. Ogni suo allievo ha portato a casa con sé un pezzetto della propria esperienza, il lievito madre, da cui nascono i panettoni artigianali che non avranno mai lo stesso sapore. A Napoli Morandin è sbarcato con il panettone tradizionale e quello alla birra, frutto di una nuova sperimentazione.
Opera Waiting – Poggibonsi (Si): non poteva mancare l’elemento bio anche in fatto di panettoni ed Opera Waiting utilizza esclusivamente prodotti biologici per realizzare i propri panettoni, per garantire il cento per cento naturale. Anche sui cereali il discorso si fa serio, perché si va alla ricerca di cereali antichi toscani.
Pepe – Sant’Egidio Monte Albino (Sa): non si riuscirà mai a fare un calcolo ben preciso di quanti panettoni riesca a vendere Alfonso Pepe ogni anno, oramai s’è perso il conto. Fatto sta che il successo è indubbiamente dovuto alla bontà di questo prodotto coccolato in tutta la fase della lavorazione come se fosse un bambino. Anche qui grande e costante attenzione alle eccellenze del territorio, un esempio è il panettone con il pomodoro corbarino.
Rigacci 48 – Cerbaia (Fi): la pasticceria Rigacci 40 è un’azienda artigianale toscana che produce soprattutto lievitati come panettoni, pandori e colombe. Sono tante le specialità proposte in fatto di panettoni, tra cui The albicocca, il panettone con albicocca candita e cioccolato oppure I’ Nocio, con noci e cioccolato.
Servi – Roma: Servi arriva a Re Panettone Napoli con una proposta alternativa: il panettone salato. Tra i prodotti presentati, oltre al panettone artigianale che ha portato il pasticciere Attilio Servi ad ottenere per due anni consecutivi il riconoscimento come miglior panettone del Centro Italia, c’è quello con i pomodori secchi che lo rende simile ad una brioche rustica.
Stella – Rotondi (Av): tra Avellino e Benevento, Stella Ricci tiene alto il buon nome delle eccellenze caudine anche attraverso la preparazione dei suoi panettoni. Tutto ciò che viene utilizzato per la fattura dei prodotti rappresenta in toto il territorio in cui opera e quello nei dintorni. Da assaggiare il panettone al liquore Strega e quello con le albicocche vesuviane.
Tiri – Acerenza (Pz): di Vincenzo Tiri ne abbiamo sentito già parlare tanto, soprattutto quando lo scorso anno Gazza Golosa ha premiato il suo panettone come migliore dell’anno. Vincenzo fa parte di quella giovane generazione appassionata ai dolci, in particolare a quelli lievitati, tanto da portarlo a ricercare ed a studiare sempre con grande attenzione l’argomento. Di lui segnaliamo il panettone con caffè e cioccolato bianco e quello con fichi e cioccolato.
Varriale – Napoli: la pasticceria Varriale si trova a Napoli. Salvatore Varriale pone grande attenzione al processo della lievitazione naturale ed alla scelta degli ingredienti che vanno a farcire i loro panettoni, tra cui le nocciole di Giffoni e le castagne di Montella.
Vignola – Solofra (Av): Raffaele Vignola, proveniente da una lunga tradizione di famiglia, è da un paio d’anni approdato nell’olimpo della manifestazione Re Panettone grazie alla ricerca estrema di ingredienti di qualità.
La novità di quest’anno è il panettone al carbone vegetale, presentato proprio in occasione della tappa napoletana della kermesse di Stanislao Porzio.
5 Commenti
I commenti sono chiusi.
E Masulli a Somma Vesuviana?
Lodevole iniziativa, alta la qualità dei panettoni
e il maestro pietro macellaro
E Pietro Macelllaro a Piaggine? Le vostre classifiche, con tutti i napoletani che ci mettete dentro, sanno di… “partigianeria”. Per me, siete “out”. Ve ne farete una ragione, immagino. Beh: sappiate che me ne farò una anch’io.
Se si ponesse più attenzione alla lettura, si capirebbe che questa non è una classifica, sono semplicemente i 23 panettoni presentati alla manifestazione Re Panettone…