Ratanà a Milano, ma si che va che va
Il ristorante Ratanà è uno di quei posti informali e curatissimi allo stesso tempo, che sa far confluire le divergenze di tempi diversi in uno stile unico e armonioso. In effetti questo è un merito che caratterizza le giovani generazioni, che a differenza di quelle che le hanno precedute, hanno il piacere di andare a ricercare le ricette dei propri nonni, i loro racconti anche se con ritmi molto veloci.
Sono ben graditi inoltre i vecchi arredi, le musiche, gli accessori di abbigliamento che vengono adattati con grande rispetto alle proprie esigenze e al proprio gusto. Già la scelta del locale è singolare e ben centrata, è una vecchio casello ferroviario dei primi del novecento nel nuovo quartiere Porta Garibaldi, restaurato con la dovuta attenzione. Entrando l’idea dell’allegria e della leggerezza sono immediate. L’alternanza dei tempi diversi è nell’aspetto retrò della struttura esterna del casello ferroviario, mentre una volta entrati l’atmosfera e lo stile della sala sono estremamente giovanili e divertenti.
Nel menù prevalgono piatti della tradizione milanese e lombarda, con qualche proposta molto attuale.
Bottiglie di vino sono un po’ ovunque a confermare la grande passione del giovane Danilo Ingannamorte che ha ideato una carta dei vini molto intrigante, nella quale è ben percepibile l’occhio acuto di un buon eno viaggiatore, capace di scegliere con sicurezza le etichette, mai banali e mai proposte a prezzi imbarazzanti.
Dalla buca che spunta tra le gli scaffali colmi di bottiglie, si agita la sagoma di Cesare Battisti, anche lui di personalità giovane e vivace, che in controtendenza alle abitudini comuni nei ristoranti odierni, distribuisce nei piatti porzioni generose. Anche in sala il personale è giovane ed offre un servizio apparentemente informale, ma comunque attento e puntuale.
Lo stile degli arredi e quello di lavoro fa molto bistrot: è possibile consumare anche oltre gli orari di pranzo e cena, dalle ore 12,30 alle 15, e dalle 18,30 alle 24. Negli orari fuori quelli dei pasti canonici sono proposti i rubbit, in milanese “piccole cose di pregio”, degli assaggi ai quali abbinare un bicchiere di vino.
Per la pausa pranzo, oltre al menù a la carte, è possibile scegliere lo “schisceta”, un menù a 19 €. Ma comunque un pasto completo oscilla dai 35 ai 50 €. E considerando le porzioni generose dei piatti, ci si ferma presto. Il cartoccio mondeghini con le polpettine di lesso è un buon modo per cominciare.
Delicato e divertente il carpaccio di trota.
Imperdibile il risotto alla milanese con ossobuco, fatto come Dio comanda.
Ricco e gustoso il cotechino con purè di patate.
Per chi predilige gusti vegetariani c’è la purea di radici fresche e croccanti e olio di zucca.
E torna in pieno stile la cucina della nonna con la crema di zabaione servita nelle ciotole retrò.
Il ristorante è chiuso il lunedì tutta la giornata ed il sabato solo a pranzo.
Ha sede in via de Castilla 28 Milano. Tel. 0287128855
[email protected] www.ratana.it sul sito è possibile consultare il menù e la carta dei vini.
6 Commenti
I commenti sono chiusi.
Ci ho mangiato un risotto buonissimo
Maria anch’io ho mangiato bene, ovviamente faceva freddo era febbraio. Ma sopratutto ho bevuto benissimo e avrei voluto continuare a far scorrere il dito sulla carta dei vini.
“Rubitt” e “rubbit”, buffo refuso. Robette. (che buone)
e la “schiscèta” è femminile.
però le menu (o il menù) è maschile, e quindi l’articolo è ben accordato! :-)
Ottimo posto, per cucina, vini e ambiente.
Uno dei migliori tra i milanesi di nuova generazione