Ragusa Ibla. Ristorante il Duomo e la cucina mozzafiato di Ciccio Sultano con tutti i nuovi piatti | La Super recensione di Leo Ciomei
di Leo Ciomei
Immaginate di essere in una delle più belle zone d’Italia, in una amena giornata di primavera, con un terzetto di amici crapuloni, reduci da una mattinata spesa (bene) a visitare Arianna Occhipinti, giovanissima produttrice di vino biologico. Cosa desiderereste di più ? sì, certo, escluso la compagnia (per i maschietti) di questa fanciulla o (per le femminucce) del Clooney nazionale, altrimenti mi parte la lista dei desideri irrealizzabili…
Per noi, a passeggio per la stupenda Ragusa Ibla, con l’ avvicinarsi dell’ora di pranzo e di quel languorino che il Maffi Due chiama fame (e aveva pure mangiato un pezzo di pane con l’ottimo Siccagno di Arianna Occhipinti) in cima alla lista dei desideri in quel momento c’era la tavola imbandita. Ma non una tavola normale. Qui si parla di pranzare da uno dei grandi talenti della nostra cucina: Ciccio Sultano da Ragusa, Sicilia. In my opinion, lo chef che occupa insieme a Bottura e Uliassi la triade dei miei cuochi preferiti e che non mi stanco mai di consigliare agli amici che vanno in Sicilia.
Sgomberiamo subito il campo da equivoci visintiniani: Ciccio ci conosce quindi sicuramente ci farà gustare un pranzo eccelso… come del resto fa con qualsiasi cliente (lo scrivo per esperienza: qualche estate fa, oscuro avventore senza digitale e Moleskine, fu per me il pranzo dell’anno e, se la sera dopo non fosse stato giorno di chiusura, ci sarei ritornato).
Parcheggiata l’ammiraglia nelle stradine sopra il Duomo, scendiamo le ripide scalinate che portano al locale. Da un momento all’altro temo d’incontrare le gambette storte di Montalbano o l’ irruenza del dottor Pasquano ma quello che vedo è solo la mole del Pigna che mi precede svelto…
Accoglienza da grande ristorante con lo storico socio Angelo Di Stefano a far da anfitrione insieme a Ciccio; ci accomodiamo in una saletta e inizia la goduria con un po’ di schiaccia ragusana e pizzette pomodoro e formaggio…
Non starò a tediarvi nè con lunghe descrizioni dei piatti (i nomi aiutano già molto), né con sensazioni olfattive e amenità simili. Di seguito tutto quello che abbiamo mangiato in un percorso che Sultano ha creato per noi, accompagnato da vini eccelsi, tutti siciliani ovviamente.
L’inizio è scoppiettante con cucchiai e bicchierini. Uno da caviale Asetra, ricotta, dentice crudo e miele di corbezzolo, l’altro da sugherello, fragola, cappero e melone gialletto.
Poi arrivano il cappuccino di funghi champignons e ostrica di Belon
e di seguito lumaca (crastuni) alla sciclitana, crema di patata alla brace e canocchia. Qui, complice un misunderstanding,”salta” addirittura la ritrosia di Maffi per la lumaca ed anche lui se la gusta.
Quando mi si materializza davanti la nostra pasta con le sarde e sugo di maiale capisco che il viaggio in Trinacria non è stato fatto invano.
A seguire passeggiata in pescheria… (ricci, trippa, polpo, funghi e brodo di pollo) dove, da toscano verace, faccio notare che la trippa mi sarebbe piaciuta più cotta: vengo subito zittito in malo modo dai miei commensali e mi ritiro in buon ordine.
Intermezzo con croccante di pane, gelato e lamelle di tartufo siciliano bianchetto borchii.
Sempre più rilassati ci arrivano due piatti di mare grandiosi:
Triglia rossa di scoglio a linguata, salsa di fiore sicano e crema di polvere di finocchio
e totano “alla carne” con due salse, al profumo di mieli ai fiori selvatici e alla senape cruda..
Ricompare Ciccio che ci mostra le paste che andrà a cuocere a breve.
Ecco i fusilli di grano Tumminia agli scampi con macco di fave e zucca gialla (Mataroccu)
Lasagne ricce al sugo nero di seppia con gambero gobbetto, cicala di mare, sugherello alla senape e trippa (lampredotto) piccolo omaggio al mangiare in dialetto
e la magnifica pasta con crudo di ricci di mare
Altro piatto di mare: pesce spada in crosta di pane profumato con polvere di fiori di capperi iblei e olive alla cenere, emulsione di bottarga, cuori di finocchio e riccioli di carota: super ! ho lasciato solo la carota e mi sono pure dimenticato di fare la foto.
Siamo alla fine ? Naaaa. Potevano mancare piatti di terra? Addirittura di livello superiore a quelli di mare, ehodettotutto!
Agnello di Sicilia in crosta e farcia “pipirata”, tegamino di verdure croccanti, salsa al piacentinu e cumino tostato
e Maialino nero dei Nebrodi alla chiaramontana con il suo sugo, fagioli vellutini di Trapani e salsa di erbette selvatiche.
A questo punto per riprendersi un po’ veniamo accompagnati a visitare la fornita cantina del ristorante, cantina dove giacciono bottiglie come Chardonnay Regaleali Botrytis Cinerea 1991, De Bartoli Riserva 1903 (!), Vintage Port Niepoort’s 1978 e tante altre.
Capitolo dessert. Spesso il tasto dolente della nostra cucina. Non certo in Sicilia, patria dei dolci.
Si comincia con il gelo di mandarino, ganache di ciocco bianco e pasticcera alla zucca per proseguire con il clou
croccante di nocciole dell’Etna con gelo di mandorla pizzuta d’Avola, sorbetto di cacao panela e salsa alla vaniglia di Tahiti e polvere Kawa
e l’immancabile cassata di ricotta pan di Spagna all’alkermes dell’Officina di S. Maria Novella , marzapane di Pizzuta d’Avola, frutta candita, gelato al pistacchio di Raffadali e salsa di cioccolato all’acqua.
Terminiamo un sontuoso pranzo da ricordare nel tempo con una piccola pasticceria che in molti ristoranti sarebbe il dessert principale: cannoli, babà e mandorle cacao accompagnati da pasticcini e cioccolata di Modica.
Infine un avviso importante. Nel vostro possibile tour gastronomico in terra iblea lasciate il Duomo per ultimo: non ve ne pentirete poichè dopo aver pranzato qui qualsiasi altro locale non avrà l’effetto dovuto.
Voto ? parafrasando il nostro Direttore opterei per il 18,75 !
Ristorante Duomo
Via Capitano Bocchieri, 31
RAGUSA IBLA
Tel. 0932 651265 [email protected]
www.ristoranteduomo.it
Chiuso lunedi a pranzo e domenica, tutta la giornata
I VINI BEVUTI
ALMERITA BRUT 2007
TASCA D’ALMERITA
BIRRA TARI’ ORO
STILE PILS
BIRRIFICIO ROCCA DEI CONTI – MODICA
BIANCO POMICE 2009
TENUTA DI CASTELLARO
CATARRATTO LUCIDO 2009
RENATO DE BARTOLI
SP 68 BIANCO 2009
ARIANNA OCCHIPINTI
VINUJANCU2009
I VIGNERI
28 Commenti
I commenti sono chiusi.
tutto molto interessante. ma il capitolo primi piatti è da I N V I D I A pura. e grande curiosità per la passeggiata in pescheria.
ma si è mangiato veramente tutto quel ben di dio??? che SUPERINVIDIA!!!
sighsigh…
quanto costa un pranzo del genere al Duomo?
Noi abbiamo esagerato ma il degustazione del Duomo mi pare a euro 120,00
straordinario percorso gastronomico! che invidia… :-)
A tavola eravamo in quattro, ecco perché siamo riusciti a provare tutti questi piatti. In realtà si è trattato di una vera e propria jam session
però era bello pensare che si fosse mangiato tutto una sola persona…;-))
Rutilante. Mi colpisce la luce: sembra di quelle case col salotto buono in un pomeriggio d’estate, con le persiane socchiuse. Al riparo da sguardi e calore percorrere sentieri peccaminosi, piatti come morbide signore in sottoveste, al fresco dei lini e al richiamo dell’alkermes. Sicilia.
una simpatica e unica jam session sicula, seconda a nessuna per qualità, buona salute a tutti voi che potete
Indimenticabile. E non solo per l’eccellente excursus eno-gastronomico, ma anche per l’atmosfera del locale, e dei luoghi in cui è deliziosamente incastonato. Ma soprattutto per la piacevolezza degli squisiti “compagni di viaggio”, che avevo l’impressione di conoscere da sempre…
… e lo sapevo che c’eri anche tu, Carmelo!!! Non erano capacità ” fisiche” del Ciomei, quelle… ;-))
Occhio… nel sottovalutarlo…
:-) Lello mi ha visto solo alle prese con pizza e birra…
Mi auguro di vederti presto alle prese con la vera cucina tipica irpina, allora!!! E non è un avvertimento ma una minaccia…;-))
non posso fare commenti in quanto potrei parlare solo dopo avere assaggiato tutto questo ben di dio, ma a naso sollevo qualche perplessita sul piatto chiamato “passeggiata in pescheria” per l’abbinamento dei vari ingredienti soprattutto il brodo di pollo che mi fa veramente rabbrividire, la posso pensare come una cosiddetta “licenza poetica” di un grande chef.
Tu non capisci nulla di alta cucina, lasciatelo dire :-)
Catturante presentazione… COMPLIMENTI..!! Verrò a trovarvi nn appena sarà possibile.
A presto , un sorriso Francesca.
Provate ad arrivarci a pranzo di un giorno qualunque con la sala deserta e senza essere conosciuti,tutta un’altra esperienza,ma forse è solo sfortuna
Forse Rolando non hai letto attentamente cosa scrivo sotto la foto del Duomo (quello religioso..)
La risposta di Luciano è perfetta nella sua sintesi. Cosa fa la differenza in un grande locale come questo fra l’avventore comune (io) e il critico specializzato (Luciano) ? il rum offerto a fine pranzo ? lo chef che ti porta ad assaggiare una sua nuova creazione ? no, non c’è alcuna differenza, non sono queste le attenzioni che cambiano il giudizio su un locale.
Raspelli qualche anno fa scrisse, a ragione, che quando entri in un ristorante la spesa è fatta, il personale è quello e le capacità dello chef sono le stesse di un altro giorno; le attenzioni in più sono considerate e, buttando un occhio sui tavoli vicini, ti accorgi pure se i tuoi piatti sono “mirati” o sono lo standard.
Fra l’altro, dimenticavo, il menù come il nostro per qualsiasi cliente costa 140 euro compreso vino, acqua, caffè, tisana e se venisse in mente di provare un piatto in più spesso Ciccio manco lo mette sul conto.. credo che molti dovrebbero imparare dalla scuola ragusana !
Arrivato a pranzo di un giorno qualunque, sala semideserta, grande cordialità ottimi ed impeccabili piatti, ed una salubre e simpatica chiaccherata con Sommelier e chef, un ottimo ristorante non è ottimo, solo e per giornalisti, ma lo è in ogni giorno e in ogni momento, salvo complicazioni ma quelle esistono e se dio vuole siamo umani, non automi. ciao Lido
@Rolando
Quando si viaggia su questi livelli è difficile trovare differenze tra conosciuto o meno. in genere sopra i 16/20 è cosa rara.
Paradossalmente anche sotto i 13.
La cucina di un cuoco è quella.
Fatto un pranzo al Duomo meno di dieci giorni fa e, posso assicurare, da perfetto sconosciuto. Ho provato una metà circa dei piatti qui descritti e mi ritrovo pienamente nelle descrizioni che leggo. Poi, si sa, i giudizi sono sempre soggettivi (nel mio caso, mi trovo sostanzialmente d’accordo con il recensore, ma non penso sarebbe un dramma se qualcuno dissentisse), ma la ‘roba’ che arriva nel piatto quella è ;-)
Il pranzo di Babette, il pranzo di Babette, per esecuzione e quantità, grande Ciccio ma grandi pure voi mica avete scherzato.ciao Lido
un solo voto per il piatto più insopportabile dell’anno nei grandi ristoranti italiani, il maialino. 20/20
Sarà stata,ribadisco, la sfortuna di una giornata storta ma l’accoglienza è stata un pò distratta e non da grande ristorante,ed il menù ,molto meno intrigante di quanto appare il vostro in foto,più barocco della cattedrale,primi particolarmene deludenti,insomma nessuno di noi ha provato emozioni.Tutto questo non per parlar male della cucina di Sultano,abbiamo fatto molti chilometri per arrivarvi ,attirati da recensioni e foto,la cui tecnica e creatività non mi permetto di mettere in dubbio,ma solo per dire che non sempre “la cucina è quella” e cioè fantastica per tutti e sempre.
Sultano è fatto così.
Alterna giornate DIVINE nelle quali, secondo me, è indiscutibilmente uno dei più grandi chef DEL MONDO, a giornate mediocri nelle quali non ti fa provare grandi emozioni. E’ Sultano. A volte ha anche toppato un piatto, ma capita anche ai più grandi.
Mi sono segnato tutto, non appena vado in Sicilia provo tutti i piatti a costo di starci una settimana!. Grazie Leo!