Radicale 2013 Bellenda, il Glera che svela il mistero: com’era il Prosecco prima di diventare Prosecco?


Radicale Bellenda

Radicale Bellenda

Da molto tempo seguamo con attenzione Bellenda, una azienda che non si è accontentata di surfare l’incredibile successo del Prosecco andando oltre e provando, tra le prime, la spumantizzazione con metodo classico in bottiglia da uve proprie di alta qualità. Segnaliamo per questo con piacere il Radicale 2013, un Glera rifermentato in bottiglia senza lieviti aggiunti e senza solfiti, non filtrato. Prodotto in Magnum, in questa annata, ritenuta particolarmente buona dall’azienda, si è deciso di realizzare una piccola tiratura di bottiglie da 0,75 con l’etichetta disegnata da Maurizio Armellin.
A parte questo spunto artistico, dobbiamo dire che abbiamo stappato subito la bottiglia sulla guancia di cernia proposta come amuse bouche dal President a Pompei, eravamo infatti molto curiosi di provare il Glera, coltivato tra Valdobbiadene e Conegliano, elaborato in versione naturale, senza quella dolcezza che segna gran parte delle proposte del Prosecco che è al tempo stesso il segreto del suo successo ma anche il motivo per cui noi approcciamo raramente al bianco italiano più amato nel mondo.
Beh, il risultato è stato molto soddisfacente, a parte le note di cedro, piacevoli e rinfrescanti, arricchite da un buon corredo balsamico, abbiamo goduto di una beva piena, larga e al tempo stesso veloce in bocca: fresca ed estremamente sapida. Una bottiglia ben caratterizzata pur nella sua semplicità che l’ ha reso efficace per gran parte della cena.
Un piccolo grande vino, figlio di una viticoltura attenta e appasisonato e di un lavoro in cantina colto e preciso.

Radicale si chiama così ovviamente seguiamo perché fuori dagli schemi senza compromessi recita l’etichetta ed effettivamente si discosta in maniera decisa da gran parte della produzione di Prosecco. Una beva da tenere in considerazione, che a distanza di quattro anni si presenta in perfetta forma giovanile, magari con la voglia di andare avanti ancora per qualche anno.
Ma noi glielo abbiamo impedito tracannando, facilmente, tutta la bottiglia.
Vero, fuori dagli schemi, ma il suo valore aggiunto non è nell’essere un bastian contrario, ma proprio nella buona qualità di una beva allegra, giovanile, dissetante. Di carattere.
Molte aziende infatti tentano di smarcarsi non con un progetto comoiuto bensì enfatizzando il metodo di lavoro come se fosse il fine e non il mezzo (no barrique, no lieviti,etc). In questo caso però il Radicale è una tappa di un percorso lungo almeno vent’anni nel corso dei quali Bellenda non si è mai seduta sugli allori.
Un bianco comprensibile a tutti: esperi ed astemi:-)
Da bere a canna!

Alè.

www.bellenda.it