Presentazione del nuovo calendario dei Mesali
E’ sempre una festa quando si ritrovano gli amici de “I Mesali”!!! Questa volta si trattava della presentazione del nuovo calendario, anche se a Febbraio, ma come diceva il maestro Manzi…non è mai troppo tardi…;-)) Splendida manifestazione, molto informale ed easy in un’atmosfera goliardica e giocosa. C’erano un po’ tutti, a cominciare dal presidente, Pietro Carmine Fischetti, naturalmente il padrone di casa, Gugliemo Ventre, Antonio e Franca de “La Pergola di Gesualdo“, Enza e Sabino Alvino di “Zì Pasqualina”, la giovanissima nonché loquacissima Anita Di Pietro (figlia di Enzo), Rino Cuoco ed Enza Perna per “La Ripa” e poi alcuni grandi produttori dell’Irpinia, sponsor della manifestazione.
Tra questi, Antonio Tranfaglia dell’oleificio Fam, Pino Caggiano delle Cantine Caggiano, Giacomino Pastore di Mier Vini, Vito Pagnotta produttore della birra totalmente irpina denominata Serrocroce, ed i rappresentanti di Pasta Baronia. Dopo la brevissima introduzione di Carmine Fischetti che, non prima di ricordare l’amico chef Frank Rizzuti appena scomparso, ha tracciato per grandi linee il bilancio dell’associazione, al microfono Annibale Discepolo, giornalista de Il Mattino redazione di Avellino, il quale stigmatizzato le potenzialità del territorio che spesso non vengono adeguatamente sfruttate. Da condividere senz’altro le sollecitazioni venute da Nico Boccia a far sistema sfruttando la comunicazione del territorio irpino nella sua propria identità . Archiviata la pratica dei discorsi, si passa immediatamente ai fatti.
E lì siamo immediatamente rapiti da una voluttuosa bruschetta broccoli e baccalà, da un pecorino bagnolese primo sale ma già con un grande carattere, un podolico di Vallata che gli mancava solo la parola. Ed eravamo solo all’aperitivo…innaffiato con delle bollicine Montesole di Aglianico rosè proprio niente male che “approfittando” della crisi fanno man bassa di ordini, grazie all’ottimo rapporto qualità-prezzo, un po’ dappertutto…alla faccia della spumantizzazione a Valdobbiadene!!! ;-)) E subito a tavola per gustare l’ottimo Cannolo di pane, farcito con patate e baccalà, su vellutata di ceci e peperoni cruschi…un filino di contrapposizione con un altro ingrediente(acido, salato, aromatico) non gli avrebbe certo fatto male.
E qui si beve un Devon Greco di Tufo docg 2012 Cantine Caggiano che ha provveduto con l’acidità e l’agrumato a riequilibrare il piatto, vino ben costruito e di notevole complessità olfattiva, anche tropicale. In rapida successione gustiamo la Minestra maritata all’arianese poche verdure ma buonissime, la carne“ maritata” alle verdure è costituita solo da alcuni pezzettini di prosciutto spolpati immediatamente sull’osso. Oserei definirla la “versione light” della classica. Per il beveraggio procediamo ancora con il Devon. Passiamo alla Polenta al ragù di tracchie, cotechino ed involtino di cotica, questa proprio peccaminosa!!! Una goduria esagerata, insieme ai commensali propinqui (Giacomino ed Annibale) abbiamo attinto più e più volte al vassoio integrativo delle tracchie che la sig.ra Carmelina (moglie di Guglielmo Ventre). Se proprio dovessi trovare un difetto a questa polenta, avrei utilizzato una farina di mais dalla grana più sottile…ma comunque buonissima. E qui si beve rosso. Inizio dal Nero Latino 2010 e dal Don Ciriaco 2007 Mier Vini di Giacomo Pastore, vini “old style”nei quali si percepisce nettamente il carattere dell’aglianico e l’uso di legni tradizionali quali il castagno. L’abbinamento che ho trovato più armonico è con il Nero Latino.
Seguono gli Schiaffettoni Baronia Grano Armando al ragù, cottura al chiodo (fin troppo), ottimi lisci, ma buonissimi anche con l’aggiunta di Olio di Ravece dell’Oleificio Fam di Antonio Tranfaglia. Mamma… noncelafaccioppiù!!! Un altro “sacrificio” ci tocca. Coniglio porchettato con ripieno di mollica di pane, uova, aglio, prosciutto e mozzarella…con patate al forno.
Ottima materia prima, bel gioco di consistenze tra il ripieno, la carne e la crosta esterna croccante. E sul beveraggio qui, non si è capito più niente…abbiamo sentito prima l’Irpinia Aglianico 2012 Taurì e poi il Taurasi Vigna macchia dei Goti 2009, ambedue di Cantine Caggiano. Stile raffinato, uso sapiente e dosato dei legni, tannini levigati e bella complessità olfattiva. Si chiude con il magnum di “Taurasi” del Cav. Alvino, che a mio avviso è risultato uno dei migliori delle serata…Che dire, un bel gruppo, molto affiatato, con le idee chiare, ma soprattutto con la voglia di andare avanti con caparbietà e con orgoglio. Stringono i denti e resistono…”adda passà a’ nuttata”!!!
P.s. Attenzione a montare sul “muscoloso Cross Over Cadillac SRX” di Annibale Discepolo…si rischia di essere fermati dai carabinieri alle tre di notte!!! ;-))
Un commento
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si, ok… ma il calendario??