Pranzo al Ristorante La Piana di Carate Brianza (Mb)
di Enrico Malgi
Sole tiepido, ma che riesce comunque a scaldare l’anima. La mia guida corre veloce sulle verdi e comode strade brianzole, dopo avere scansato magistralmente con la sua Panda gialla il traffico milanese che dal centro porta fino a Viale Zara, cioè verso l’hinterland orientale. E’ la seconda volta in poche settimane che attraverso questo territorio e mi pare già molto familiare. La Villa Reale di Monza, quella di San Martino di Arcore e quella di Gallarati Scotti di Vimercate e poi Lesmo con la sua famosa curva dell’autodromo monzese, il convento di San Francesco di Oreno (un paesino famoso per la produzione di ottime patate come mi conferma Marco e come vedremo poi) e tutte le piccole e linde cittadine che oltrepassiamo senza soluzione di continuità. Il mio generoso amico ed anfitrione Marco Galetti, insieme con la sua gentile signora, mi vuole condurre presso un posticino davvero speciale. Ecco siamo arrivati finalmente: Ristorante La Piana di Carate Brianza. Due sale, una interna e l’altra all’esterno, quest’ultima è connotata da un’ampia vetrata che si apre direttamente sulla corte. Ambiente quasi rustico ed informale, punteggiato da un arredamento spartano ma funzionale. Tovagliato abbacinante bianco neve. Tavoli ben posizionati.
Ad attenderci c’è il patròn, chef, sommelier ed esperto di formaggi Gilberto Farina, che ha aperto il suo locale nel 1993 a Castello Brianza nel Lecchese quando aveva appena venticinque anni, per poi trasferirsi a Carate nel 2008. Una lunga esperienza la sua, maturata nel corso di tutti questi anni anche attraverso incursioni all’estero e fondata su solide basi didattiche, che l’hanno portato a proporre da sempre una cucina affidabile e di alta qualità. Gilberto punta molto su una cucina legata alla tradizione dell’opulento territorio lombardo, ma senza disdegnare innovazione ed evoluzione, aiutato in questo da un ricco ed eccellente panel di materie prime locali.
Per antipasto iniziamo con un copioso piatto di bresaola artigianale della Valtellina, che per timidezza si fa accompagnare da piccole listarelle di formaggio latteria di Grigio Alpina della Valsassina. Non posso deludere le aspettative e pertanto confermo l’acclarata bontà.
Subito dopo ecco presentarsi nel piatto una bella ed abbondante selezione di salumi locali tradizionali, serviti con giardiniera preparata sul posto. Anche qui è d’uopo non sfigurare e, quindi, cerco di fare del mio meglio.
Per primo piatto gnocchetti di patate di Oreno, con fonduta di formaggio fresco di Montevecchia. Buoni davvero e non pesanti per lo stomaco. Si sente che la patata è molto leggera. Confermo in pieno, quindi, che ad Oreno sono proprio specialisti in patate. Ogni anno a settembre gli orenesi dedicano alla loro patata bianca (chiamata Biancona) una bella sagra paesana. E fanno bene!
Ancora un primo piatto: riso al salto alla milanese. Per me una vera scoperta. Si tratta di una frittata di riso avanzato e riciclato, buona davvero e dal gusto stuzzicante. Bravo Marco che me l’ha proposta.
Per secondo mondeghili (una sorta di polpette molto saporite fritte nel burro e confezionate con carne di manzo, salsiccia, salame crudo, pane bagnato nel latte, uovo, formaggio grana, aglio, cipolla e noce moscata), serviti insieme con purè di patate di Oreno. A parte, poi, ho voluto provare anche delle palline di polenta. Che dire, le buone sorprese non finiscono mai.
Si prosegue con i formaggi. Prima sua maestà il gorgonzola e poi un vasto assortimento di formaggi delle valli bergamasche e bresciane, serviti insieme a composte di arancia, di cipolla e di zenzero. E qui corre l’obbligo di confermare la vecchia e qualitativa tradizione casearia dei lombardi, che in questo settore dimostrano di essere dei veri maestri.
Per finire alcuni passabili dolcetti, oltre al caffè.
Il pranzo è stato accompagnato da due splendide bottiglie: Cuvée 60 Brut Nature Rosé 2011 di Casa Caterina e Montecalvus Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc 2014 di Tenuta Belvedere.
Prima di andare via Gilberto ha voluto farci visitare la cantina, dove riposano grosse forme di formaggio stagionato ed ottime e numerose bottiglie di vino.
Bene, devo dire che anche stavolta Marco ci ha azzeccato. Profondo conoscitore della realtà gastronomica lombarda, nonché gourmet di vaglia, anche stavolta mi ha condotto per mano attraverso un delizioso e meraviglioso percorso gastronomico, riuscendo nel non facile compito di farmi emozionare. Grazie, Marco. Alla prossima, spero!
Ristorante La Piana
Via Zappelli, 15 – Carate Brianza (Mb)
Tel. 0362 909266 – Fax 0362 803517
[email protected] – www.ristorantelapiana.it
Coperti: 60
Menù alla carta e da degustazione intorno ai 35,00 euro senza bevande
Giorni di chiusura: domenica sera e tutto il giorno di lunedì.
Aperto a pranzo da martedì a domenica ed a cena da martedì al sabato
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
Una volta chiesi al nostro stimato LP se per caso avesse scoperto la legge dell’ubiquità.Di sicuro ti avrà passato la dritta perché ,senza interruzione alcuna,come un fulmine vai da nord a sud dalla Puglia alla divina costiera e,spesso,in due:come i carabinieri.Mi sa tanto che ad uno dei due converrà chiedere al comando generale il trasferimento.Con simpatia Francesco Mondelli.
Facciamo del nostro meglio caro Francesco. Come sai in Lombardia sono di casa, anche per motivi affettivi e poi quando sono in compagnia del Marco brianzolo a visitare locali mi diverto un mondo.
@FM, Malgi si è ormai acclimatato e la nebbia non lo spaventa più, ma sarò io a chiedere il trasferimento per evidenti motivi che non sto a elencare.
@MC, dovesse essere all’ascolto, il piatto di gnocchetti con patata De Co di Oreno e con fonduta di formaggio, peraltro in carta, è un altro, ma il baffo cilentano qui al Nord vede formaggio dappertutto, lo mangia e si mangia anche la foto, battuta a parte, nell’immagine i “miei” gnocchetti con borroeula, (pasta di salame) che, se non ricordo male, viene dalla famosa salumeria Da Pinuccio, a Sartirana di Merate, dove da quattro generazioni opera uno dei norcini più famosi d’Italia, Carlo Casati.
@EM, sto pianificando una verticale di Bitto (e molte altre cose), “tengo” le braccia aperte…