Pozzillo Passito Lingua de femmina 2005 Beneventano igt


MASSERIA PARISI
Uva: nero di Troia
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: legno


Mai un’uva fu cosi maliziosa da essere chiamata con questo nome. Forse la paura di rimanerne stregati l’ha confinata da lungo tempo ai pochi che riescono a dominarla, dolce e selvatica, suadente e prepotente, gentile e sensuale, ferocemente femminile. La sa bene governare il pastore che l’accompagna al suo formaggio, nell’illusione di rivivere l’incontro con la sua compagna, a fine transumanza.
Mai contro-etichetta è stata – a mio avviso – più emozionante e rispondente alle caratteristiche sensoriali di un vino.
Situata a Baselice (piccolo centro del Fortore beneventano posto a 600 metri di altitudine, al confine tra la provincia di Benevento e quella di Foggia), la Masseria dei Fratelli Parisi produce appena 10000 bottiglie all’anno, ottenute esclusivamente dai vitigni moscato e uva di troia.
E proprio dalla vinificazione in purezza dell’uva di troia (localmente nota come sommariello) nasce questo passito – prodotto in sole 1200 bottiglie per l’annata 2005 – che insieme al fratello più celebre Zingarella (e con Jocalis di Aia dei Colombi e Porta dell’Olmo di Corte Normanna) è tra le più apprezzate bottiglie del Sannio.
Appassita su arelle, l’uva di troia raccolta (la resa è di appena 800kg per ettaro) viene sottoposta a pressatura soffice, seguita da macerazione e fermentazione in barriques di rovere francese ed americano per 6 mesi.
Portata in tavola a sorpresa da mio padre e gustata alla fine del pranzo pasquale con scaglie di diverse tipologie di cioccolato fondente, Pozzillo si presenta con un colore scarico rosso porpora, brillante e con notevole consistenza, anche in virtù di un titolo alcolometrico del 13,5%. Al naso si esprime su note estremamente floreali, di rara eleganza e di buona intensità, con una lunga ma suadente persistenza. In bocca: caldo, dolce ma non stucchevole; fresco e poco sapido, di accattivante beva e supremo equilibrio tra morbidezze e durezze.
In definitiva, un’altra grande interpretazione della Masseria Parisi! Un vino armonico di buona struttura e di eccezionale finezza, un’uva che sa stregare: ma solo i pochi che riescono a dominarla!
Alessandro Marra

Assaggio del 16 agosto 2007. Una chicca da intenditori, nero di Troia lavorato a quota 500 e passito. L’uva, completamente spogliata dalla potenza della piana, acquista toni quasi nordici, comunque molto eleganti e delicati. Si tratta di una delle due versioni di vino dolce a cui si dedica Masseria Parisi, l’azienda di Baselice, piccolo paesino nel Fortore Beneventano, più conosciuta per lo splendido Moscato passito Zingarella che costistuisce uno dei capolavori dell’enologia campana. Una azienda che ci piace molto proprio per questa sua scelta precisa e poco ruffiana, una strada per dare valore al territorio ingenere fuori dalle rotte di Bacco è più conosciuto per il grano e il torrone. Più difficile l’impegno verso il vino rosso dolce, una tipologia che al Sud vede impegnate soprattutto la zona di Manduria con il Primitivo e il Vulture con l’Aglianico spumantizzato, mentre in Campania ci sono solo un paio di esempi, il Piedirosso dei Campi Flegrei di Grotta del Sole e il Fastignano di papa, sempre da uve primitivo. Decisamente una tipologia fuori moda eppure, a nostro giudizio, molto attuale per la sua tipicità, profumo e stile da piccolo mondo antico, i richiamo culturali portano facilmente dritti al bicchiere dolce degli antichi romani. Pozzillo è un rosso molto elegante, le componenti sono in ottimo equilibrio anche perché il nero di Troia non ha i tannini sprucidi e difficili dell’aglianico, è dolce ma non zuccherino, sicuramente dotato di una vena acida fresca corroborante e in grado di sostenere la beva fino alla fine lasciando intatta la voglia di ricominciare. Ovviamente l’abbinamento scontato è con la pasticceria secca contadina e quella da passeggio partenopea. Da provare su qualche piatto in agrodolce.

Sede a Baselice
Tel. 0824.821009, fax 0824.821009
Email: [email protected]
Enologo: Roberto Pepe
Bottiglie prodotte: 10.000
Ettari: 3,5 di proprietà
Vitigni: moscato, nero di Troia