Pomodoro cannellino flegreo
di Floriana Schiano Moriello
È tempo di raccolta per il pomodoro cannellino flegreo, l’ecotipo locale che rischiava di andar perduto che grazie alla omonima associazione formata da otto agricoltori sta tornando alla ribalta nei campi e nei piatti di tanti.
Il pomodoro cannellino flegreo è ascritto tra i prodotti tipici della Regione Campania e l’associazione, da due anni, si sta impegnando affinché questo oro rosso, dal seme tramandato da generazione in generazione, possa tornare a impiegare sempre più orti e essere riproposto sulle tavole dei flegrei e essere apprezzato oltre i confini locali.
Questo prezioso frutto coltivato in terreni vulcanici e accarezzato dalla brezza marina è caratterizzato da buccia sottile e da polpa spessa e succosa, all’assaggio dona al palato un giusto equilibrio tra dolcezza, acidità e sapidità. Grazie ai riscontri positivi ricevuti durante il 2018 con il prodotto fresco e trasformato quest’anno gli ettari coltivati a cannellino sono passati da 10 a 15. Grande l’orgoglio dell’associazione che ha scelto di dare il via al raccolto in una bella serata di fine luglio, rivolta agli addetti del settore, proprio nella Città Bassa del Parco Archeologico di Cuma dove tra l’altro sono dislocati alcuni campi concessi ad aziende agricole associate. Gli ospiti quali stampa, buyer, istituzioni e esponenti del mondo della agricoltura hanno visitato dapprima il sito archeologico e poi i campi e per l’occasione il Dottor Fabio Pagano, neo direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, si è espresso così: ‹‹Il parco accoglie con grande interesse l’attività di promozione dell’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo, che tra l’altro, valorizza un prodotto tipico coltivato anche all’interno del Parco Archeologico di Cuma.
Il sito archeologico di Cuma rappresenta un eccezionale contesto naturalistico che conserva importanti tracce del paesaggio agrario e forestale flegreo, offrendo al visitatore un’esperienza singolare. Tra gli obiettivi prioritari del Parco rientra la salvaguardia e la valorizzazione di questo patrimonio, favorendo progetti di sostenibilità e occasioni di sviluppo territoriale››.
Oltre alla promozione e tutela della coltura e del consumo del pomodoro cannellino, tra le attività dell’associazione c’è anche la volontà di promuovere il territorio e le tradizioni, ma anche il recupero, in collaborazione con gli enti pubblici, di terreni incolti per ampliare la produzione e aumentare le risorse da impiegare nel settore.
Dunque la congiunta azione di marketing territoriale capace di mettere a sistema una filiera interessata a promuovere l’agricoltura, le tradizioni, l’archeologia, la cultura come l’economia ha visto protagonisti anche pizzaioli e chef che hanno già inserito il prodotto in menu e hanno declinato il pomodoro dall’antipasto al dolce passando per drink e pizze al forno e fritte celebrando in tutti i modi il territorio. Intanto prosegue la raccolta e inizia la trasformazione per le conserve che caratterizzeranno le pizze, le ricette della tradizione e quelle più creative.