Pomodoro Cannellino Flegreo Tour 2024
di Mariangela Barberisi
Epos e agricoltura, il mito dell’antro della Sibilla Cumana e la coltivazione del Pomodoro Cannellino Flegreo, un’equazione perfetta resa possibile grazie alla famiglia Tammaro che da cinque anni coltiva gli orti flegrei all’interno del Parco Archeologico di Cuma a Pozzuoli (NA) dove sono dislocati la maggior parte dei campi dell’azienda agricola Cumadoro. Non c’è location al mondo capace di trasmettere meraviglia per le scoperte continue del sito archeologico che racconta una delle colonie greche più antiche di Italia che risale al 730 a.C. circa e l’immenso tesoro rappresentato dai filari divisi tra vigneti e pomodori.
L’evento, che si è svolto lunedì al tramonto dal titolo ‘Pomodoro Cannellino Flegreo Tour 2024’ ha dato il via ufficiale alla raccolta di questo particolare pomodoro, il cannellino flegreo, dalla buccia molto sottile e dal gusto sapido dovuto al suolo di origine vulcanica e alla vicinanza con il mare per la cui coltivazione ci si avvale del tradizionale supporto di canne, da qui il nome Cannellino, e spago in juta o canapa. «Sono orgoglioso di queste conquiste – ha spiegato Giovanni Tammaro dell’azienda Cumadoro e organizzatore della manifestazione – e l’appuntamento di ogni anno serve anche a testimoniare che impegno, professionalità e lungimiranza di tanti giovani imprenditori locali, abbiano non solo permesso il recupero di un seme quasi scomparso, ma si siano trasformati in occasione concreta di rigenerazione di terreni abbandonati dell’area flegrea.
Sono in tanti tra pizzaioli, ristoratori, pasticceri e gelatieri che utilizzano, per le loro ricette, il nostro prodotto e che, in questa occasione, hanno preparato piatti speciali». L’iniziativa, organizzata dalla Cumadoro in collaborazione con l’Associazione del Pomodoro Cannellino Flegreo e con il patrocinio del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, l’Ente Parco Regionale dei Campi Flegrei e il comune di Pozzuoli, ha celebrato sia l’ecotipo locale sia le scoperte continue portate avanti dai ricercatori dell’Università della Campania Vanvitelli, all’interno dell’area, descritte con professionalità durante la visita da Fabio Pagano, direttore del Parco Archeologico.
Dalla Terrazza Superiore, sede del Tempio di Giove, alla Crypta Romana fino alla Città Bassa, un percorso attraverso alberi secolari per raggiungere i campi di pomodoro integrati con le mura di antiche civiltà. Ed è una storia di famiglia quella legata ai Tammaro che tramandano il seme da generazione in generazione, non un ibrido dunque ma custodito dall’azienda vivaistica Cumadoro, attraverso un attento processo di selezione dei pomodori migliori.