Pomodoro Cannellino Flegreo: il frutto rosso che cresce nell’archeologia
di Antonella Amodio
Che cosa c’entra il Parco Archeologico di Cuma con il pomodoro cannellino flegreo?
L’uno è subordinato all’altro, visto che i campi di coltivazione del pomodoro sono all’interno del Parco considerato colonia greca di Cuma, fondata nel 730 a.C.
Tra L’Antro della Sibilla, la Crypta Romana, la Torre Bizantina, il Tempio di Apollo e quello di Giove, l’anfiteatro e la strada domiziana pavimentata con blocchi di basalto, il sito archeologico più affascinante della Campania, ricco di “magia”, si presta ad essere terra di coltivazione di questa cultivar tipica della zona dei Campi Flegrei, dove il terreno favorisce la germogliazione e la crescita di piante i cui semi sono tramandati di generazione in generazione (i semi vengono recuperati, asciugati e rimessi a dimora dagli stessi agricoltori).
E’ sui terreni generosi e ricchi di tufo e sabbia, di estrazione vulcanica, che avviene la coltivazione del Cannellino Flegreo, almeno dalla fine dell’800, recando al frutto – in termini di sensazione organolettica – una delicata acidità, una spiccata dolcezza e sapidità. E’ la complicità del mare, con la brezza portata dal vento, a fare anche la differenza.
Il nome “cannellino” si rifà alla tradizionale tecnica ad impalcature con canne di bambù, con fili di canapa o di juta che sono tirati e adeguati alla crescita della pianta.
La sottile buccia ne consiglia consumazione e trasformazione a breve distanza dalla raccolta, e lo rende inadatto per insalate quando è completamente maturo e non idoneo per i pelati, mentre è perfetto per sughi e conserve – come spiega Giovanni Tammaro dell’Azienda Vivaistica Tammaro di Pozzuoli, il più grande produttore di cannellino flegreo, nonché presidente dell’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo.
Questo frutto ha un elevatissimo contenuto di zuccheri e un pH basso, perfetto quindi per la trasformazione in bottiglia senza bisogno di concentrare il succo e senza usare l’acido citrico. Cumadoro è il marchio che l’azienda Tammaro dedica alla produzione di conserve di pomodoro cannellino.
Le caratteristiche del pomodoro sono la forma oblunga del frutto e un peso all’incirca 20 gr, mentre la polpa è spessa e soda. Caratteristiche che lo rendono versatile in cucina, tanto da potersi sposare molto bene anche col disco della pizza, come quella a portafoglio preparata da Salvatore Salvo della Pizzeria Salvo, e assaggiata proprio nei campi di pomodori cannellino, ai piedi dell’acropoli dove si estende la città bassa, sede attualmente di alcune delle aziende agricole che lavorano il pomodoro cannellino e che nei mesi estivi – durante la maturazione del frutto – regalano al panorama una nuance di colore rosso vermiglio.
Un pomodoro, il cannellino, che ha rischiato l’estinzione e che grazie ai nove produttori facenti parte dell’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo, oggi si trova come ingrediente di pregio della cucina partenopea, campana in generale e non solo.
Azienda Vivaistica Tammaro
Via Cuma-Licola, 11 – Pozzuoli ( NA)
Telefono: 081 215 4101 – Cellulare: 328 154 07 50