Polemiche sul Vinitaly, effetto stupidità
Dopo l’intervista del collega Martino Iannone (qui) in cui Franco riportava serenamente alcune considerazioni su alcuni ritardi della comunicazione del vino, si è sviluppatata ovviamente una ampia discussione in alcuni siti tra cui qui e qui.
Oggi registriamo l’intervento diretto di Franco che, come vedrete, non le manda a dire. Anche noi non capiamo le reazioni piccate e, peggio ancora, censorie di fronte a un tema su cui si sta interroganto in questi giorni tutto il mondo web specializzato. In Italia sembra che ogni critica sia eresia. Ecco perché rilanciamo qui l’intervento del presidente dell’Ais Roma, pronti, come sempre, a fare altrettanto con le repliche.
Ho sentito da qualcuno che avrei dichiarato che il Vinitaly non mi piace. Così, mi sono chiesto se questo/i qualcuno mi abbiano letto o si sono limitati a guardare le fotografie…
Non è vero. Il Vinitaly è quanto di meglio esiste nel nostro Paese. è quanto di più importante e meglio organizzato si possa fare per il Vino. è stata un’idea vincente di qualche anno fa, ed oggi lo è ancora di più.
Per gli analfabeti o miopi lettori, sottolineo – e bene ha scritto il giornalista de Il Mattino che il mio malessere riguarda la presenza di comunicatori del vino che nulla hanno da dire alle presenze acculturate né, tantomeno, a chi è digiuno di cultura dell’arte del bere giusto – che trovo vecchio e sbagliato il sistema di spendere milioni di euro come, per esempio, ed è solo un piccolo esempio, fa la Regione Lazio. Ma leggete, che vi fa bene!
Ho anche saputo che ci sono stati dei disappunti addirittura da parte di quadri dell’AIS… A loro ricordo il mio ultimo editoriale su Bibenda dal titolo “Milioni di bottiglie di prosecco ci hanno umiliato”. Ecco, chi l’ha letto, anziché guardare le figure o limitarsi a leggere solo il titolo, s’è accorto che in quelle righe, al di là del titolo, parlavo molto bene del Prosecco di qualità (tant’è che lo stesso Ministro Zaia condivide totalmente i problemi da me sottolineati).
A loro dico che oltre a essere analfabeti sono pure stupidi.