Poggio Rosso 2018 Chianti Classico docg Gran selezione, San Felice
Avete presente quelle bottiglie che…faccio un sorso e poi passo ad altro ma poi continuate senza riuscire a staccarvi. Eccone una che non ha certo bisogno di presentazione, forse la più riuscita dell’enologo aziendale di San Felice Leonardo Bellaccini, responsabile di produzione delle tre tenute del gruppo. Non ha bisogno di presentazione non solo perchè è stato decantatato, parlo proprio dell’annata 2018, tra i migliori vini italiani dalla critica anglosassone, ma anche perchè è il primo cru di Chianti.
Che cosa ha questo vino ottenuto da un clone di Sangiovese piantato all’inizio degli anni ’70 su questo poggio che da il nome al vino e al ristorante del Resort San Felice? Il perfetto equilibrio, complice una annata sicuramente favorevole nonostante alle temperature più alte della media in Primavera, fra freschezza e alcol, legno e frutto, sapidità e dolcezza. Un equilibrio perfetto, un centro gustativo ideale che si accompagna sia ad una complessità olfattiva che gustativa.
Un vino che parla di territorio? Volendo fare un po’ di retorica, certamente si capisce che stiamo in Toscana, ma la verità è che l’esperienza ha portato ad un protocollo perfetto che solo il tempo può regalare. Un grande vino non nasce mai da un giorno all’altro, per quanto geniale possa essere il marketing, ma necessità di tempo, di un totale completamento fra ciò che il territorio può dare e la percezione umana raccogliere.
Dopo aver bevuto di tutto adottando il principio In dubio pro reo, adesso che ogni bevuta diventa preziosa e misurata, sto subendo un ritorno alla voglia di equilibrio e perfezione dalla quale tutti noi bevitori, siamo partiti. Non tragga in inganno il piacere mostrato dalla critica americana, chè siamo davvero molto lontani da quello che un tempo si definiva gusto internazionale. Quelli erano vini che non parlvano dialetto e linguanatale per non sentirsi provinciali, questi sono grandi vini perfettamente bilingue, ossia capaci al tempo stesso di avere carattere e di riuscire ad essere letti anche da chi non conosce il luogo dove vengono prodotti.
Esaltato dalla cena preprata da Juan Quintero al ristorante, il vino ha accompagnato perfettamente quasi tutte le portate, mostrando versatilità e capacità di essere gastronomico sia di fronte a piatti tendenzialmente acidi (la ceviche) sia ai grandi classici di pasta.
Monumentale e ad un grande rapporto fra qualità e prezzo.
www.sanfelice.com
Un commento
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Noi santi bevitori per dovere di cronaca e rispetto per il grande lavoro che c’è dietro ad una bottiglia di vino assaggiamo di tutto ma in quanto a bere,personalmente,dopo la fase di apprendistato difficilmente ho deviato dalla via che porta all’equilibrio primo gradino per parlare di un gran vino FRANCESCO