Podere Pellicciano a San Miniato: l’espressione identitaria del vino toscano
di Marco Bellentani
Podere Pellicciano è un sostanzioso appezzamento di terreno in quel di San Miniato (PI), cittadina destinata a diventare famosa non solo per la sua storia e il tartufo, ma anche – nel piccolo mondo del vino – per essere testimone, in questo caso positivo – dei cambiamenti climatici. La gola che ospita il podere della famiglia Caputo, dove Federico e Fabio si occupano di tutti gli aspetti che portano le bottiglie sulle nostre tavole, tanto tempo fa era famoso per il suo clima freddo e umido. Dal 2003, anno di apertura, il cambiamento climatico ha trasformato queste caratteristiche in una bomba virtuosa: esposizione decisa, calore non torrido, escursione termica importante. Nel sottosuolo persiste un misto a prevalenza tufacea che dona ai vini dei Caputo mineralità e finezza. Proprio questo mix nella composizione del terroir offre ai fratelli l’occasione di assemblare vini a tratti entusiasmanti.
10 ettari di vite, 3 di olivo, 60.000 bottiglie ancora gestite con quel metodo famigliare che è impronta e anima di questo podere: difficoltà, esperimenti, cuore, identità.
La conoscenza delle potenzialità del Podere passa dalla visita ai vari appezzamenti, varie esposizioni, la barricaia e le idee di Federico, tutte improntate ad un’evoluzione continua che pianta le radici nella tradizione e ci consente non solo di dare nuova linfa al passato del vero vino toscano, ma anche di gettare il cuore su nuove soluzioni.
Già dalla linea tradizionale, poggiata sul sangiovese (oltre ad un Chianti d’entrata beverino), troviamo il primo gioiellino di Pellicciano: In Fermento. Rifermentato da vigne vecchie di Sangiovese vinificato in bianco, 3 mesi sulle fecce, 5 di affinamento. La solforosa è Zero: e proprio questo vino dimostra come lavorando bene, tutta la retorica del vino industriale non abbia senso di lamentarsi a destra e manca circa le visioni altrui, le alternative. Pulizia, finezza, ottima acidità e beva, In Fermento si attesta come un gioiellino assoluto che ci fa capire, subito, come Federico e Fabio intendono il vino.
Si prosegue con un più ruffiano Biondo, vermentino molto profumato, ma è col Tricche che dimostrano il marchio di questo territorio: rosso (70%sangiovese, 20% malvasia nera, 10% colorino) da vigneti alti, 30 giorni sulle bucce con un affinamento misto – 50% in barrique e 50% in cemento – per poi riposare un anno in bottiglia prima di essere stappabile. Tannico al punto giusto, equilibrato, sapido e corposo ma sempre di bella beva: cosa è sempre stato il vino toscano? Questo, con un rapporto qualità/prezzo imbattibile.
Egola, il 100% di Malvasia Nera, abbisogna, secondo noi, dell’abbandono della barrique, già in progetto da parte di Federico. Un autoctono del genere, non merita lo strozzamento filoamericano bensì la libertà d’espressione totale, di scelta e identità. In effetti, le nuove bottiglie in affinamento, presentate da Federico, già conscio di questo futuro per la Malvasia Nera, ci regalano in vino di piena espressione, di territorio, libero dal legno, più etereo. E ribadiamo, si chiama e beve solo Malvasia Nera! Pura. Italiana, sanminiatese.
Ottimo anche l’orgoglio di Federico, il Prato alle Rocche, misto di bacche nere, vino elegante dalla lenta maturazione in bottiglia, ma è con gli ultimi due assaggi che si chiude il cerchio, che Podere Pellicciano assume l’identità di underdog vincente, esempio di espressione enologica e di gioventù rampante. Il Buccianello 100% colorino, merita – al contrario della malvasia nera – la barrique, che ne smussa l’impeto e la rozzezza classica. Potente, fruttato all’inverosimile, deciso e persistente. Open mind: ogni vitigno vuole il suo modus operandi. Un colorino da antologia. Infine, il capolavoro del podere, Fonte Vivo, trebbiano 2021 al 100% che si attesta a livelli massimi se espresso in centesimi (97). Le uve appassiscono per 50 giorni per poi essere lasciate 100 a macerare. Espressione pura e non edulcorata del Trebbiano, un vino bianco toscano per eccellenza, storia e merito. Ora di moda (?) ma spesso piegato a strane logiche di mercato (?). Sfornare certe prodezze senza compromessi, senza snaturamenti: è questa la via, che mette d’accordo tutti. Quella della classe, della conoscenza, dell’identità. Un vino superlativo.
Non resta che lasciare il podere con il ricordo del futuro, quello che verrà su queste poderose espressioni.
Prezzi al pubblico: di 12 ai 35 euro
Podere Pellicciano
via Serra 64, San Miniato (PI)
0571 460109
3462424407
Un commento
I commenti sono chiusi.
[…] E’ con particolar orgoglio che Enolia 2024 (11-12-13 maggio, Area medicea di Seravezza) da il benvenuto tra i suoi espositori del Villaggio del Vino artigianale a Podere Pellicciano. Una realtà di spessore in quel di San Miniato, dove i fratelli Federico e Fabio hanno recuperato vecchi vitigni e messo tante nuove idee a disposizione degli amanti del vino. Solforose basse o inesistenti, vitigni autoctoni, uso mirato di barrique, tanta vigoria e passione per riuscire in un intento non facile: recuperare un modo di far vino alla maniera toscana, fuori dalle grandi aree. E il compito è stato eseguito con lode visto gli ebtusiasmanti vini della famiglia Caputo: dal riferemntato di Sangiovese ad Egola, Malvasia Nera, fino ad un sublime Trebbiano. Siamo al top della qualità, della sincerità, della voglia di concederci un vino di luce. Leggete l’ìapprofondimento su Podere Pellicciamo scritto dal dorettore del Villaggio Marco Bellntani, proprio recentemente: Podere Pellicciano a San Miniato: l’espressione identitaria del vino toscano […]