Pizzerie Centenarie Enrico e Carlo Alberto Lombardi a confronto con Salvatore Grasso: “Il futuro passa dalla nostra sede storica”
Pizzeria Lombardi a via Foria
Aperto a pranzo e cena
chiuso lunedì
Tel. 081 456220
Non il clamore basato sul nulla, ma il duro lavoro che restituisce onore e continuità agli sforzi del passato. Non gli azzardati investimenti esteri privi delle mani esperte e della gestualità degli eredi di una storia, ma l’attaccamento a Napoli, alle proprie radici e la convinzione che si possa ancora puntare sulla crescita imprenditoriale nella città dove tutto ha avuto inizio. Non una gestione autoreferenziale ma che mette al centro dell’azione “i clienti che diventano di casa” ossia, come direbbero oggi i bravi del marketing “customer oriented”.
E’ la filosofia che anima i cugini Enrico e Carlo Alberto Lombardi e che abbiamo potuto raccogliere nel corso del dialogo con il presidente dell’Unione Pizzerie Storiche “Le Centenarie”, Salvatore Grasso. Titolare di Gorizia 1916, il locale situato in via Bernini al Vomero, Grasso, animato da spirito di corpo e dal senso di appartenenza ai locali che hanno fatto la vita stessa della città, sta raccogliendo, attraverso noi, aneddoti, ricordi e prospettive attraverso le parole degli eredi delle famiglie protagoniste della nascita e dell’affermazione nel mondo della pizza napoletana.
I cugini Lombardi rappresentano, infatti, la quinta generazione della famiglia di pizzaioli che nel 1892 fonda a via Foria, il ristorante Lombardi.
Pizzaioli e imprenditori insieme: ogni giorno al banco ma anche con la responsabilità delle scelte imprenditoriali da adottare nella gestione della nuova società che sta da marzo determinando il nuovo corso della pizzeria sempre nella stessa sede di via Foria a Napoli.
Tante le curiosità che animano le domande di Grasso, legate soprattutto all’idea di futuro.
“Avete detto che mettete al centro il consumatore cui spetta il giudizio finale. Cosa pensate dunque dei meccanismi tipo quelli delle recensioni di TripAdvisor?”, chiede il presidente dell’Unione ai cugini Lombardi.
“Pensiamo – rispondono Enrico e Carlo Alberto Lombardi – che il vero polso della situazione, l’indice di gradimento, si debba avere all’interno del locale, soffermandosi ai tavoli, parlando con i clienti che per noi non sono un numero, ma il centro della nostra azione e del nostro lavoro. Non serve Trip a chi può avere un dialogo sincero, un confronto diretto con noi. Siamo sempre pronti a rimediare a eventuali imperfezioni a venire incontro al cliente. Anche il personale di sala non è fatto da lavoratori occasionali ma da persone cresciute qui e che, in un certo senso, fanno parte della famiglia. Le recensioni sulle varie piattaforme servono a chi non può esprimere il proprio parere in tutta tranquillità al pizzaiolo o al titolare di un locale”.
I Lombardi sono la prima famiglia a portare la pizza napoletana oltreoceano e, in particolare, a New York nel 1905, come mai, al momento, non vi ha solleticato l’idea di aprire locali in giro per il mondo?
Perché abbiamo deciso di puntare innanzitutto sul rapporto intimo e indissolubile tra la pizza e la sua città. Investiamo su Napoli, sulle nostre radici. Puntiamo ad apportare migliorie ove possibile al locale storico in cui siamo, che è anche tutelato dalla Soprintendenza. Vogliamo mantenerlo sostanzialmente integro così come la storia e la famiglia ce lo hanno consegnato. Vogliamo dare il massimo qui. Inoltre siamo convinti che ogni pizzaiolo faccia un prodotto diverso. Per questo se cambia il pizzaiolo cambia il locale.
A che cosa non potreste rinunciare?
Al forno a legna, che è garanzia dell’unicità della pizza napoletana: dove già è presente deve poter rimanere. Pensiamo che vada difeso. Un’altra cosa a cui non possiamo rinunciare è l’impasto diretto, tradizionale. Siamo invece aperti ad una pizza che accontenti anche una varietà di gusti con i condimenti. Ma puntiamo sempre all’alta qualità dei prodotti che utilizziamo.
Ma voi, chiede ancora Salvatore Grasso, sentite l’orgoglio di essere Centenari?
Lo viviamo ogni giorno quando i turisti entrano in pizzeria e si rendono conto di essere in un locale storico, ne vivono l’atmosfera, ne apprezzano i profumi e i sapori. Lo vivo, aggiunge Enrico, ogni volta in cui parlo con i miei figli di 8 e 4 anni, ai quali già racconto dei bisnonni e della nostra famiglia. Del resto anche per noi, i riferimenti sono i nostri nonni.
Tutti insieme, i Centenari, sono il racconto della città e della pizza napoletana. Per questo l’Unione è fondamentale.
Salvatore Grasso e le Centenario: Starita
Un commento
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Bellissimo racconto,onore a a chi nonostante gli innumerevoli tentativi di delegittimare la pizza tradizionale,continuano l ‘opera di chi li ha preceduti e mantengono alto il valore simbolico e culturale del nostro prodotto principe.