Pizzerie Centenarie | Con il presidente delle “Centenarie”, Salvatore Grasso, da Mattozzi a piazza Carità Paolo Surace: “vendiamo emozioni ai turisti che vengono da tutto il mondo”
Entrare da Mattozzi a piazza Carità con il Presidente dell’Unione Pizzerie Storiche “Le Centenarie”, Salvatore Grasso, ci dà l’esatto senso del perché mangiare la pizza di Napoli a Napoli sia completamente diverso dal degustare qualsiasi altra pizza, pur buonissima, in qualunque altra parte del mondo.
Paolo Surace, titolare di Mattozzi, col suo accattivante sorriso e lo sguardo tipico di “la sa lunga”, in poco tempo conquista le simpatie dei turisti che gli chiedono di raccontare le origini della pizza.
“La pizza – dice Salvatore Grasso – è l’occasione per intraprendere un viaggio nella napoletanità. Qui da Mattozzi venivano già alla metà dell’800 artisti e intellettuali della città che la ritenevano centrale poiché situata al Largo della Carità, come si chiamava il locale storico”.
“Tra gli abituali frequentatori – aggiunge pronto Paolo Surace – c’era il grande letterato Francesco De Sanctis e ancora oggi vengono grandi attori e artisti”.
Paolo, che cosa è che abbiamo di più noi “Centenari”? Chiede Grasso.
“Che noi – risponde Surace – non vendiamo semplicemente una pizza, ma vendiamo emozioni. Ogni giorno ancora oggi al ristorante pizzeria Mattozzi dal 1833 – spiega ricalcando proprio l’esperienza dei tempi che furono – ho la possibilità di decantare un po’ della mia città, attraverso la storia della pizza, ai visitatori che vengono in piazza Carità da tutto il mondo. E penso che questa atmosfera possa essere vissuta solo nei locali storici della città”.
Bel dialogo tra Salvatore e Paolo, due volti che parlano, con stili diversi, la stessa lingua: quella della pizza napoletana.
Paolo, ricordami – dice Salvatore Grasso – quand’è che avviene la prima grande svolta nella pizzeria?
“Nel 1959 quando mio nonno, Alfredo Surace, rileva il locale a piazza Carità. Lui aveva già altri locali in diverse zone di Napoli ma puntò proprio su questo che era appunto più centrale. Fu qui che insegnó l’arte del pizzaiuolo a mio padre Lello che poi nel 1984 fondò insieme ad Antonio Pace, l’Associazione Verace Pizza Napoletana”.
Paolo quale ritieni debba essere il ruolo oggi delle pizzerie Centenarie?
“Quello di fare conoscere la nostra tradizione, il valore della pizza napoletana al forno ma anche di quella fritta, di tenere saldo un patrimonio che appartiene a tutti noi centenari, ossia alle famiglie che hanno fatto la storia della pizza”.
Quanto è importante per te la famiglia oggi?
“Per me è tutto. La famiglia di origine così come la mia famiglia attuale. Non a caso a mia moglie Tiziana e mia figlia Elena ho dedicato le mie pizze particolari”.
Un commento
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Emozioni.Qualche anno fa a chiusura di uffici e negozi riuscimmo a trovare posto con mio figlio nell’altro ramo della “dinastia”Mattozzi in via Filangieri.Tantissima gente,ritardo nel servizio prevedibile ma ad un certo punto un cameriere si presenta al tavolo dicendo:mi hanno dato questi questi fritti non so per quale tavolo ma voi aspettate da troppo tempo per cui mangiatevele “co bona salute”.Ne io ne mio figlio penso che lo dimenticheremo mai FRANCESCO