Qvinto: la pizza ischitana di Ivano Veccia nella pizzeria più grande di Roma
di Floriana Barone
Pizzeria Qvinto a Roma. Dall’isola d’Ischia a Roma: Ivano Veccia è il pizzaiolo di Qvinto, il locale inaugurato lo scorso 14 marzo nell’omonimo Parco, a due passi dal centro. La struttura è nata da un’idea degli imprenditori Sabrina Corbo e Piero Saulli della Green Network, società di energia elettrica che ha vinto il bando di riqualificazione urbana del Parco. Una location suggestiva, realizzata dall’architetto e designer Stefano Dorata, che ha voluto ricreare l’immagine di un casale accogliente ed elegante, con un’area relax centrale perfetta per i cocktails, un cafè aperto anche a colazione, un giardino e una terrazza panoramica. Il locale può ospitare fino a 220 coperti e il suo nome è legato a quello del Parco, con un chiaro richiamo alla tradizione romana che caratterizza anche le proposte ristorative, opera dell’executive chef Daniele Creti, altra anima di Qvinto insieme al pizzaiolo ischitano.
Ivano Veccia è entrato nel mondo della pizza da giovanissimo. I primi passi li ha mossi in famiglia insieme allo zio presso il Cratere di Forio d’Ischia: Enzo Barone è stato il suo primo maestro. Un’esperienza importantissima, poi, è stata quella con Enzo Coccia, che gli ha permesso di maturare, seguendo con grande ammirazione l’evoluzione di Franco Pepe e Francesco Martucci. Oggi Ivano è un grande amico dello chef stellato Nino Di Costanzo, con cui si confronta spesso.
Dopo aver lavorato al Limoneto e da Ciccio, a fine novembre Ivano Veccia ha raggiunto Roma e ha accettato la prima consulenza da “Oltre” con la stessa proprietà e, da marzo, si è lanciato in questa nuova avventura capitolina.
Per le sue pizze ha scelto ingredienti di grande qualità: la mozzarella di bufala, la ricotta, la stracciata e il fior di latte arrivano dal Mini Caseificio Costanzo (CE), gli ortaggi sono biologici dell’azienda agricola il Pesco di Palombara Sabina, l’origano è ischitano e cresce spontaneamente nell’azienda Don Nicola di Roberto Iacono. Ivano utilizza anche il timo selvatico (Pipernia), il guanciale di Amatrice e anche quello di Cinta Senese e il pecorino è romano Dop. Per l’olio extravergine d’oliva, il pizzaiolo ha selezionato tre bottiglie: Tenuta Torre Di Mossa di De Carlo, il Frantoio dell’Az. Agr. Anteata e il Classico di De Carlo.
Da Qvinto il menu della pizza è equilibrato e ricco di proposte originali, con numerosi richiami ai sapori e ai profumi dell’amata isola di Veccia.
Buona la frittatina all’amatriciana (3,5€), realizzata con i bucatini di Gerardo Di Nola e una nota finale leggermente piccante: una proposta che rappresenta una novità assoluta per Ivano, che ha “rubato con gli occhi” tutti i segreti della frittura di Salvatore Di Matteo, punto di riferimento e grande amico del pizzaiolo ischitano. E il crocchè (2,5€) ha una particolarità: viene realizzato con il pangrattato della pizza. Una panatura che sta piacendo molto ai clienti di Qvinto.
La sua è una napoletana a impasto diretto: una pizza scioglievole con un cornicione pronunciato e una base leggermente croccante. L’impasto viene realizzato con farina di tipo 0 del Molino Belotti(BS): la miscela di grani e il tipo di macinazione vengono scelti direttamente dal pizzaiolo. La sua pizza lievita 20 ore a temperatura ambiente e viene cotta a 430-440°per 90 secondi nei due forni a legna artigianali di Artistica Salernitana, con la cupola leggermente più alta. La pizza di Ivano viene poi lasciata asciugare a bocca di forno. Moltissime proposte hanno una particolarità che si avverte subito al palato: il cornicione è condito con crema di formaggio.
Il menu di Qvinto offre pizze classiche, come la Marinara (9€), la Margherita(9€), il Calzone al forno (13€), ma anche la Partenope (15€), condita con pomodoro del Piennolo de Vesuvio, mozzarella di bufala, capperi di Salina, olive caiazzane, alici di Cetara, Grana grattugiato 24 mesi, origano, basilico e olio extravergine d’oliva Dop.
Sono molto interessanti anche le Pizze Speciali, come La Lasagna Povera (12€), il cavallo di battaglia di Ivanio Veccia da 3 anni: è una Cosacca rivisitata, con pomodoro San Marzano dell’Agro Nocerino- Sarnese aromatizzato all’aglio, Crema di Grana 12 mesi, Grana grattugiato 24 mesi, origano, basilico e olio extravergine d’oliva Dop. Da provare anche la Tradizione Ischitana Ripiegata (13€), una proposta vegana che fa riferimento alle tradizioni contadine isolane e alla tipica merenda a sacco con la scarola “torciuta” fresca: questa pizza viene condita con pomodoro San Marzano dell’Agro Nocerino- Sarnese, aglio e all’uscita scarola riccia “trciut”, pomodorini, olive caiazzane, capperi di Salina, melanzane sott’olio, origano, olio extravergine d’oliva Dop . Un’altra pizza gustosa è la Qvinto (13€), con crema di Grana, pecorino grattugiato, Grana 24 mesi grattugiato, fior di latte, con all’uscita guanciale, cialda di Grana, pepe e buccia di limone: un omaggio alla Gricia e alla Capitale, con l’aggiunta di buccia di limone, un accorgimento che spezza la sapidità del topping e si ricollega agli alberi di limone presenti in sala. Attualmente una delle più richieste da Qvinto è la Stracciata e Culatello(18€), una focaccia sale e olio e all’uscita una stracciata di bufala, pomodorini semi dry, culatello di zibello, basilico, origano e olio extravergine d’oliva Dop.
La carta offre due pizze stagionali: la Mammarella ischitana (15€) e le Vacanze Romane (15€), con crema di pecorino, guanciale croccante, fior di latte, cipolla sbianchita nel latte e all’uscita guanciale sottile, puntarelle condite con olio di alici, pepe e basilico e olio extravergine d’oliva Dop. Tre, infine, le pizze fritte firmate Veccia: il Calzone classico (14€), il Calzone con Scarola (14€) e il Calzone Romano (11€) con crema di Grana 12 mesi, provola, sugo all’amatriciana, pecorino grattugiato, pepe e basilico.
Come dessert primaverile Ivano ha puntato sullo Strudel napoletano (13€ per 2-3 persone e 26€ per 4-6), una proposta un po’ anni ’70-’80 che ha elaborato insieme al pasticcere Antonino Maresca e sviluppato insieme a Nino Di Costanzo, mettendo a punto una vera e propria torta di pizza cotta nel forno a legna e composta da mele annurca caramellate, crema gialla, buccia di arancia e limone, cannella e uva passa, accompagnata con il gelato alla vaniglia. Ovviamente è possibile scegliere uno dei dolci presenti sul menu del ristorante, come il babà napoletano (7€), la pastiera (6€)o la scomposta di ricotta e visciole (7€).
La carta dei vini offre quasi 100 referenze, tra cui champagne, vini dolci, spumanti e qualche etichetta speciale. Nel ristorante sono disponibili anche alcune birre alla spina, tra cui un’IPA e una Messina Cristalli di Sale, oltre a diverse birre in bottiglia, tra cui due IPA, una Tripel, un Doppio Malto di un Birrificio umbro e una Golden Ale al Carciofo.
L’accoglienza è degna di nota con un benvenuto composto da un boccone di pizza fritta e una coccola finale con biscotti di frolla montata.
Conclusioni
La pizza di Veccia rappresenta un prodotto assolutamente originale a Roma per impasto e topping: i suoi condimenti riportano alla memoria le antiche tradizioni contadine e i profumi della sua isola.
A mio giudizio, sarebbe comunque opportuno ritoccare leggermente i prezzi delle pizze classiche con prezzi più accessibili. Il servizio di Qvinto è stato veloce e molto attento: interessante la scelta di coinvolgere il più possibile il pizzaiolo per raccontare al cliente il menu e la sua pizza. E questa prima fase di rodaggio sarà fondamentale per capire bene potenzialità e aspetti critici del locale.
Qvinto Restaurant, Lounge e Cafè
Via delle Fornaci di Tor di Quinto, 10
00191 Roma
Orari di apertura della pizzeria: dal martedì alla domenica dalle 12:30- 15:00 e cena 20:30- 23:30
Chiuso il lunedì
Asporto solo a pranzo
Ampio parcheggio in loco
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Pizzeria Qvinto a Roma
Un commento
I commenti sono chiusi.
“A mio giudizio, sarebbe comunque opportuno ritoccare leggermente i prezzi delle pizze classiche con prezzi più accessibili.”
(Dall’articolo)
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Mentre leggevo pensavo: quanto costeranno queste pizze?
Quando ho letto i prezzi li ho trovati alti, assurdi per alcune pizze.
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Mi fa piacere che nella recensione sia stata espressa una valutazione su questo argomento che, come sappiamo, viene trascurato dai food blog italiani.
Neanche nelle classifiche il Rapporto Q/P viene preso in considerazione.
Le ragioni ho tentato di spiegarle in vari commenti.
PS
Non si capisce bene se a fine cottura queste pizze conservano ancora la caratteristica di una buona pizza napoletana classica.
Se osservate il cornicione di una pizza in particolare con una coloritura molto accentuata e se pensiamo che la base, come dice l’articolo, è leggermente croccante si potrebbe ipotizzare che le pizze che abbiano perso una delle caratteristiche essenziali della classica napoletana.
La più grande difficoltà della napoletana è fare una pizza ben cotta ma senza che diventi croccante e senza perdere la morbidezza la sua elasticità.
Se questo avviene non è più una napoletana.