Pizzeria O Fiore Mio a Faenza: ecco la pizza gourmet che ci piace
In questi ultimi tempi si sta parlando molto di pizza; tutte le polemiche che stanno nascendo intorno allo stile di lavorazione e di forma, sicuramente sono leciti e costruttivi “l’importante è parlarne”, perché sinceramente, difronte alla povertà dell’offerta di molta ristorazione preferisco mangiarmi una buona pizza, e non oso e non voglio, utilizzare un termine forte come “ripiegare” che sa di arrangiarsi; anzi utilizzo il termine “rassicurante” , perchè è così.
Vi dico questo perchè, per anni ho girato l’Italia per lavoro e, spesse volte preferivo e preferisco andare in una rassicurante pizzeria, dove spesso dal menu si possono trovare anche piatti e ricette della tradizione popolare, e almeno hai la certezza di mangiare un prodotto simile in tutt’Italia.
A Faenza, la certezza di una buona pizza si è trasformata in una scoperta piacevolissima. La mia aspettativa base, di mangiare una rassicurante pizza è andata oltre; alla Pizzeria O Fiore Mio, mi hanno stupito ed estasiato; prima con tanta professionalità ben gestita e poi tanta qualità.
Un cibo popolare che qui diventa veicolo di comunicazione e di valorizzazione delle eccellenze agroalimentari italiane; “L’Italia in una Pizza” questo è il loro slogan che condivido appieno.
Pochi passaggi e scelte semplici, ma tanta ricerca sono alla base id questo format vincente, che pone al centro di tutto il lavoro la scelta di farine macinate a pietra di grani recuperati, come il Gentil Rosso, tipico romagnolo, e pochi altri passaggi ben calibrati; lievitazione con lievito madre, lunghe maturazioni degli impasti per garantire leggerezza e digeribilità, e infine ma non meno importante la giusta cottura in forno a legna.
Il menu è progettato con scrupolosa periodicità, frutto di ricerca continua di prodotti da valorizzare e di stagione, senza mai dimenticare e tralasciare le pizze della tradizione, preparate e offerte con la classica apertura alla napoletana, cornicione alto e diametro che riempie il piatto abbondantemente.
Sorprendente è la lista delle pizze Gourmet che sono il veicolo prescelto, per comunicare le eccellenze territoriali in base alle stagioni e, ad ogni pizza è abbinato un olio extravergine.
Voglio evidenziare la grande preparazione e professionalità del servizio di sala, che non si è limitato al semplice “portapiatti”, ma finalmente, e forse provocatoriamente, dalle pizzerie partirà la “crociata” ad elevare il servizio di sala, che oggi manca in tanti ristoranti… -certo non a causa del personale.
Ambiente giovane ma curato dagli arredi alla tavola; accoglienza con sorriso, che non è molto frequente nella ristorazione. Mi aspettavo un ambiente caotico, invece l’atmosfera era tranquilla e rilassante.
Partiamo dalla classicissima Margherita che utilizza farina di tipo 02, da cui si intuisce da subito la qualità che ci aspetta: Il cornicione era alto quanto serve, con la giusta morbidezza e, durante la masticazione rilasciava lentamente l’acidità tipica della pasta madre, ma senza eccessi; il pomodoro San Marzano, di provenienza partenopea, sembrava quasi crudo, carnoso e ricco di sapore, e con il fior di latte rendeva la masticazione equilibrata con gusto.
Poi è partita una serie di pizze gourmet, di cui ho osservato anche la preparazione meticolosa dei tre pizzaioli dietro il banco di preparazione. Sembrava una sala operatorio, dove ognuno di loro eseguiva ogni movimento a occhi chiusi; il fornaio gestiva la cottura della pizza, mentre poi cerano coloro che condivano e tagliavano in otto spicchi il disco ben cotto: sembrava il pass di un ristorante stellato.
La pizza successiva è la O Fiore mio, con farina Gentil Rosso marchigia, mozzarella, burrata pugliese e prosciutto di Parma 24 mesi di stagionatura; ogni elemento si poteva gustare nella sua singolarità e, poi assieme agli altri senza spersonalizzarsi nel gusto: questa caratteristica era identica a tutte le altre pizze.
È il momento della gourmet alla Napoletana, un concentrato di sapori del sud, con il pomodoro San Marzano polposo e integro, nella sua dolcezza e carnosità, arricchito dalla sapidità degli alici e delle olive di Gaeta, con una spruzzata di origano fresco; eccellente l’aggiunta di olio extravergine di Ravece -tipico campano, dal fruttato intenso, con nette note di carciofo e vegetali che ben si sposano con l’insieme rilevandone il gusto.
La Mastunicola mette assieme fior di latte, pecorino, con battuto di lardo, pepe fresco e Basilico, servita nella forma tradizionale napoletana; dal sapore intenso e ricco.
La pizza Racconto d’Autunno gioca su sapori più intensi, come il fungo Porcino e mozzarella, formaggio fresco Raviggiolo dell’Appennino tosco-romagnolo e Guanciale croccante di Mora Romagnola.
Conclude una vivace Capricciosa con salsa di pomodoro, carciofi, pomodoro sodo, prosciutto cotto e capperi.
Non mancano offerte diverse dalla pizza come primi piatti e piatti freddi sempre all’insegna della grande qualità di prodotti e di aziende riconosciute.
Ben pensata la selezione di vini artigianali e delle birre.
Pizzeria O Fiore Mio
Via Mura S. Marco 4/6
Tel: 0546667915
www.ofioremio.it/faenza
[email protected]
Aperto tuti i giorni a pranzo e a cena
2 Commenti
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Questa estate mi sono trovato ad andare ospite di amici al Fiore Mio di Milano Marittima.
Sono entrato, ho visto due o tre cose ed ho detto subito che lì la pizza non l’avrei mangiata.
I miei compagni di serata mi hanno chiesto perché ed io gli ho detto di aspettaree vedere, peraltro c’erano anche pizzaioli ed uno ci aveva anche lavorato, proprio a Faenza.
Loro hanno scelto tutti la degustazione, io i ravioli.
Ebbene, non avevo sbagliato.
Solo la pizza alla fine, quella con lievito madre, è stata mangiata tutta dagli amici, per il resto, pezzetto di assaggio e via per dire che non andava. Il mio amico che ci ha portato ha riconosciuto anche lui i problemi ed ha detto che non si spiegava il perché, che forse era la serata. Non era la serata, certe scelte portano a dei problemi, peraltro ben visibili anche in foto qui nelle sezioni, soprattutto nello Spicchio di Margherita, dove la linea di impasto crudo è ben visibile e non poteva essere altrimenti.
Si entra e si vedono ammassate intorno al forno (almeno, su è stato così), pizze a base rossa una sull’altra, lasciate vicino a boccaforno per tenerle calde. Niente ti arriva sul momento (ripeto, su era così ma anche qui ne vedo i segni), perciò la biscottatura, già notevole in cottura (per forza, con un tale squilibrio tra cornicione e piano, per cuocere tutti e due uguali devi andare basso e non basta come, ripeto, si vede bene quasi tutte le sezioni), non può che aumentare. Quelle che mi fecero assaggiare erano a mio avviso inaccettabili per il livello a cui vuole porsi il locale.
Il conto, poi, non ha fatto altro che confermare l’eccesso di immagine rispetto alla sostanza vera.
Mi dispiace, Andrea, non era mia intenzione attaccarti ma, di fronte a posti in cui ho avuto esperienza diretta e sono diversi assai da come uno se li aspetta, non riesco proprio più a tenere la penna…
Per il resto, sì, bel locale, però la sostanza a mio avviso manca eccome.
Gentilissimo Marco Lungo,
premetto che ben venga il confronto e le critiche negative che tu fai. Questo è segno di una critica attenta e sempre presente, così come la mia e quella di tanti altri che vorranno aggiungersi, al fine di migliorare l’offerta presente sul nostro amato territorio. Ne ho intenzione di difendere nessuno. Mi attengo semplicemente alla mia esperienza di quella sera assieme ad altre cinque persone. Sinceramente mi sono avvicinato al forno è ho seguito da vicino la lavorazione e preparazione di alcune pizze e, credimi non ho visto pizze ammassate precotte. Spero vivamente che i titolari leggano le nostre riflessioni al fine di migliorarsi. Il nostro ruolo deve essere finalizzato al miglioramento dell’offerta. E poi sarebbe stucchevole parlare solo bene di tutti. Dobbiamo far emergere quello che non funziona con l’obiettivo e la speranza predetta. Ma, può anche essere, che nel frattempo si sono migliorati… e prima o poi torneremo da loro. A presto.